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La Borsa tifa Kkr per Tim

Che cosa succede in Borsa al titolo Tim. Fatti, rumors, numeri e commenti. Il corsivo di Gianluca Zappa

 

La Borsa tifa Kkr in Tim?

E’ quanto si stanno chiedendo analisti e osservatori – oltre che esponenti di governo – visto l’andamento (pessimo) del titolo in Borsa anche negli ultimi giorni.

Eppure i giornali sono pieni di cronache entusiastiche sui piani del nuovo numero uno dell’azienda, il direttore generale Pietro Labriola, ben accolti anche dal consiglio di amministrazione del gruppo presieduto da Salvatore Rossi.

Ma tra recenti report non ottimistici sui conti di Tim, l’arrivo sul fisso anche della francese Iliad in Italia e prospettive non chiare sull’annuncio di Opa fatto dal fondo americano Kkr, il titolo Telecom Italia continua a soffrire: “La Borsa boccia Tim senza Opa”, ha titolato oggi il quotidiano Mf/Milano Finanza.

Infatti la presentazione del progetto di spin-off della rete, secondo indiscrezioni ieri all’attenzione del cda dal prossimo amministratore delegato Pietro Labriola, non è riescita ad arginare le vendite sul titolo, che anche oggi è il peggiore dell’indice Ftse Mib dove cede il 4%, ha sottolineato l’agenzia di stampa del gruppo Sole 24 Ore, Radiocor: “La tlc ha perso oltre il 10% in tre sedute, passando per un valore di 0,45 euro ad azione alla fine della scorsa settimana odierni 0,40 euro”.

Secondo gli analisti di Websim, “il mercato crede sempre di meno nell’opa di Kkr”. Più sfumato, invece, il giudizio di Equita, che ricorda come diversi quotidiani riportino le indiscrezioni in merito alla presentazione preliminare al board delle linee guida del piano condotta ieri da Labriola.

Secondo diverse fonti, nella NetCo confluirebbero – come ha scritto il Sole 24 Ore – la rete fissa, Sparkle e Telsy, ‘un perimetro di molto Equita – visto che comprende tutti gli asset di rilevanza nazionale su cui il governo aveva richiesto qualche sorta di mantenimento di controllo statale.

Il resto degli asset, ossia le attività retail, il Cloud (la società Noovle con Google) e Tim Brazil, farebbero parte di una ServiceCo (tra le ipotesi, la società dei servizi potrebbe includere anche la quota di Inwit, così come la rete mobile). E Il Messaggero ha aggiunto che nelle slide presentate da Labriola in cda si parla di innovative partnership sulla scia di quanto lo stesso Labriola ha realizzato in Brasile (e al contrario di quanto fatto Tim con Dazn, secondo Il Messaggero).

“Questa ipotesi secondo noi offre un appeal speculativo più contralto per Inwit perché essere un bene che ServiceCo potrebbe monetizzare per ridurre il debito. La presenza in NetCo avresti potuto suggerire invece una valutazione dell’asset come core”, secondo Equita.

Oiù passa il tempo, più il mercato vede allontanarsi la possibilità di un’Opa di Kkr, più il titolo torna sui livelli a cui trattava, ha scritto Repubblica: “Il 26 novembre, prima che il fondo Usa palesasse il suo interesse. Allora Tim valeva 0,35 euro, contro gli 0,41 (-3%) di mercoledì”.

Ma sulle mosse del fondo Kkr, i giornali e pure la politica non sono unanimi. La maggioranza delle ricostruzioni giornalistiche raccontano di americani del fondo piuttosto tiepidi nell’accelerare sull’Opa – anche per una atarassia riscontrata nell’amministrazione Biden, ha scritto nei giorni scorsi La Stampa in una corrispondenza dagli Stati Uniti – ma c’è anche chi – come ieri il quotidiano La Verità – prevede una mossa definitiva e imminente del fondo su Tim.

Insomma, altro che defilarsi: Kkr è pronto a muovere a breve sul gruppo italiano azzoppando i piani di Labriola (e dunque di Vivendi e Cdp che sostengono l’attuale numero uno che ha sostituito Luigi Gubitosi).

E c’è che chi – come il viceministro dell’Economia, la pentastellata Laura Castelli – auspica un accordo a tre fra Cdp, Vivendi e Kkr.

A breve si capirà chi bluffa e chi ci azzecca sui destini di Tim.

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