Al giorno d’oggi navigare nel complesso ambiente dei mercati e della finanza può presentarsi come un’ardua impresa se non si hanno le giuste competenze e conoscenze, eppure è sempre più un’abilità essenziale da acquisire per poter gestire i propri risparmi e aumentarne i profitti. Quindi come possiamo fare? La risposta è realmente molto semplice, la parola chiave per entrare in questa realtà è: formazione e quindi divulgazione .
Prima di noi, molti Paesi, ne hanno compreso la necessità rendendo obbligatorio l’insegnamento dell’educazione finanziaria nelle scuole, non solo illustrandone le potenzialità degli strumenti e le dinamiche dei mercati: cosa si possa per esempio acquistare o vendere, ma creando buone abitudini per consolidare comportamenti virtuosi per un calcolo ponderato del rischio in riferimento al proprio modello economico.
UN PASSO AVANTI CON IL DDL CAPITALI
Questa la finalità che abbiamo voluto perseguire, su modello del Canada, degli Stati Uniti o dell’Australia per citarne alcuni, promuovendo il Disegno di Legge “Capitali”. L’obiettivo è stato dunque rafforzare l’educazione finanziaria, attraverso l’introduzione di misure che delineino questo percorso nel cuore del nostro sistema educativo. Con l’articolo 21 infatti si stabilisce la collaborazione tra istituzioni e associazioni per divulgare nelle scuole non solo una cultura della finanza ma insegnare la vera e propria gestione di un personale portfolio. Questa legge vuole essere l’incipit per un vero cambiamento culturale rendendo il mercato una realtà aperta a tutti, sviluppando un approccio di accessibilità collettiva ed universale.
COORDINARE IL COMPORTAMENTO DELL’INVESTITORE PRIVATO:
In Italia, secondo la S&P Global Financial Literacy Survey l’indice di “alfabetismo finanziario” attesta solo il 37% degli adulti come finanziariamente competenti, permettendo di essere superati anche da paesi economicamente meno sofisticati di noi. Se consideriamo questo elemento, va da sé che senza know-how, l’investimento del privato o singolo cittadino, potrebbe essere governato da stati emozionali imprevedibili, quindi spesso non considerato nei modelli economici, proprio perché i modelli che vengono utilizzati dalle istituzioni presuppongono comportamenti perfettamente razionali. Ma come può essere un investitore privato, il singolo cittadino, perfettamente razionale se non sa di quali strumenti dispone? Sarà dunque necessario educare alla gestione del proprio patrimonio, portando in primis a dei guadagni reali e dei ritorni maggiori, e in secondo luogo riducendo l’esposizione del Governo a shock imprevedibili o a hedging sulle derivate legate al nostro debito, che spesso tendono ad essere più volatili di altri debiti europei. Se un’importante quantità del nostro debito fosse in mano al retail italiano, che non ha incentivo di vendere nel breve periodo, ci potremmo schermare da shock che affliggono la sostenibilità del debito, in quanto, per l’appunto, il privato è molto più resiliente con i propri investimenti. Non solo frutta al singolo, ma giova anche allo Stato, senza considerare che riduce il rischio percepito dal mercato dato l’appetito domestico.
IL PONTE TRA RISPARMIO E ECONOMIA REALE
Gli “I-BTP” sono un esempio di strumento, che può interessare il cittadino con una più ampia liquidità e che desidera difendere i propri risparmi dall’inflazione di questi giorni. Oppure abbiamo anche il “BTPGreen”, uno dei Titoli di Stato a rendimento più alto, che potrebbe essere di grande fascinazione per un investitore privato attento alle tematiche relative all’ambiente, che piuttosto che protestare vagamente, preferisca contribuire a investimenti statali, ottenendo un ritorno sul lungo termine. Agevolare quindi l’accesso ai mercati da parte del consumatore non è solo un modo per incrementare i propri risparmi, ma potrebbe trasformarsi in una forma di impegno rispetto alla collettività.
D’altro canto, non vi è solo una questione di profitti, ma anche di consapevolezza di possibili rischi, serve dunque avere una vera e propria capacità di gestione dei propri rischi. Per ridurre comportamenti avventati, inadempienze di debito, overspending e altri errori che spesso si possono fare in età più giovane, è necessario spiegare l’importanza di una corretta gestione dei propri risparmi dall’età scolastica. Spesso accade che i comportamenti a rischio siano incentivati da predisposizioni avverse del mercato. Per fare un esempio di incentivi distorsivi, può essere interessante investigare l’inclinazione di una persona ad “investire” nel gioco d’azzardo, piuttosto che in Borsa. Noteremo sicuramente una differenza nella semplicità e nell’accesso ai due mercati, e per caratteristiche distorsive, l’economia ha facilitato l’accesso al primo. L’accesso ad una educazione finanziaria attraverso: materiale, lezioni e testi di riferimento potrebbe scoraggiare comportamenti ad alto rischio, come il gioco d’azzardo, sostenendo invece investimenti razionali di adolescenti e giovani adulti.
PER IL FUTURO
Nel DDL Capitali, quindi non solo formalizziamo questo percorso in legge, ma gettiamo le basi per un Italia dove ogni cittadino sia equipaggiato con gli strumenti per prendere decisioni finanziarie informate. Dove i risparmi si trasformino in investimenti che alimentano l’economia reale, creando un circolo virtuoso di crescita e prosperità. Intraprendiamo un processo di miglioramento culturale con la convinzione che ogni passo avanti rende la finanza più aperta, accessibile e trasparente a tutti e il cittadino più libero perché formato ed informato.