Se alzare i prezzi fa solitamente scappare i clienti, questo non è il caso di McDonald’s che, anzi, nonostante alcune previsioni e cauti investitori ieri ha comunicato ottimi risultati relativi al terzo trimestre.
In barba all’inflazione e ai salutisti, McDonald’s infatti negli ultimi mesi ha alzato i prezzi e le sue vendite sono cresciute. Non solo, questa strategia oltre a dare già ora i suoi risultati positivi si prevede che continuerà anche nel futuro.
I CONTI DORATI DI MCDONALD’S
Gli utili e i ricavi trimestrali riportati ieri da McDonald’s hanno superato le aspettative degli analisti e il merito, scrive Cnbc, è dell’aumento dei prezzi che “ha compensato il calo del traffico nei suoi ristoranti statunitensi”.
La catena dagli archi dorati ha infatti registrato un utile netto nel terzo trimestre di 2,32 miliardi di dollari, in aumento rispetto agli 1,98 miliardi di dollari dell’anno precedente e il suo fatturato è salito del 14% a 6,69 miliardi di dollari. Ieri le azioni della società hanno chiuso in rialzo dell’1,7%.
“È chiaro che i nostri clienti continuano a cercare pasti a prezzi ragionevoli a causa dell’aumento dei costi, e i nostri mercati in tutto il mondo continuano a rispondere”, ha dichiarato il direttore finanziario Ian Borden.

LA STRATEGIA DI MCDONALD’S (E NON SOLO)
Gli strategici aumenti dei prezzi hanno fatto crescere dell’8,1% le vendite negli Stati Uniti che, secondo quanto dichiarato da McDonald’s, hanno beneficiato anche delle campagne di marketing e degli ordini di consegna online.
Anche a livello internazionale, soprattutto grazie alla forte domanda di Regno Unito, Germania e Canada, le vendite nello stesso punto vendita – cioè quelle di ristoranti aperti da almeno un anno – sono cresciute dell’8,3%.

“Wall Street – scrive Finimize – ritiene addirittura che alla fine di quest’anno il risultato finale dell’azienda potrebbe essere superiore del 15% rispetto all’anno precedente”.
E sempre secondo la newsletter economico-finanziaria, McDonald’s non è l’unica ad aver servito questa strategia ai suoi clienti. La tesi è che “l’inflazione – e il suo impatto sui costi – prima o poi scenderà” e “quando accadrà, alcune aziende dovranno abbassare nuovamente i prezzi per far tornare i clienti, mentre altre potranno fare a meno di mantenere i prezzi al loro livello e intascare la differenza”.
COSA SI OSSERVA NEI CLIENTI…
Secondo quanto osservato dall’amministratore delegato di McDonald’s, Chris Kempczinski, negli Stati Uniti è diminuito presso il fast food, ma non solo, il traffico di clienti con un reddito inferiore a 45.000 dollari. L’azienda, però, ha guadagnato quote di mercato tra i consumatori a medio e alto reddito, a dimostrazione del fatto che questi clienti stanno abbandonando le opzioni più costose.
…E NEGLI INVESTITORI
Per Finimize gli investitori sono forse “troppo cauti” nei confronti di McDonald’s perché probabilmente frenati sia dai salutisti che dal recente successo di farmaci utilizzati impropriamente per scopi dimagranti come Ozempic e Wegovy di Novo Nordisk.
Tuttavia, ricorda anche che McDonald’s è già sopravvissuto a varie vicissitudini e ha sempre trovato il modo di uscirne bene soprattutto a livello di reputazione perché come hanno dichiarato anche alcuni dirigenti, presentando i risultati trimestrali, la catena “continua a battere i rivali nella maggior parte dei suoi mercati più importanti quando si tratta di percezione del valore e dell’accessibilità da parte dei consumatori”.