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I dazi di Trump minacciano anche i ristoranti e Walmart

I dazi di Trump sul Canada e il Messico, previsti per il 4 marzo, non danneggeranno solo l'industria automobilistica: anche il settore della grande distribuzione e i ristoranti sono preoccupati. Tutti i dettagli.

A meno che non venga raggiunto un nuovo accordo, il 4 marzo entreranno in vigore i dazi statunitensi sulle importazioni dal Canada e dal Messico: l’aliquota sarà del 25 per cento, fatta eccezione per il petrolio canadese, che sarà soggetto a un’imposta inferiore, del 10 per cento. Le tariffe sono rilevanti non solo per la loro entità, ma anche perché Canada e Messico sono due dei più importanti partner commerciali degli Stati Uniti e fanno parte di un accordo di libero scambio regionale – l’Usmca – che era stato rinegoziato proprio dalla precedente amministrazione di Donald Trump.

NON SOLO L’AUTOMOTIVE: I DAZI COLPIRANNO ANCHE LA RISTORAZIONE

Una guerra commerciale con i due soci nordamericani, quindi, potrebbe rivelarsi dannosa per le imprese e i consumatori negli Stati Uniti: nel 2023 il paese ha importato beni dal Messico per 475 miliardi di dollari e per quasi 420 miliardi dal Canada. Il settore che accuserà di più l’impatto dei dazi sarà probabilmente quello automobilistico, visto il profondo grado di integrazione regionale della filiera. Ma le tariffe potrebbero assestare un duro colpo anche all’industria della ristorazione: come fa notare Quartz, l’aumento dei costi di importazione di cibo e bevande potrebbero costare al settore 12 miliardi di dollari.

L’IMPATTO SUI RISTORANTI

Secondo la National Restaurant Association, un’associazione di categoria, un dazio del 25 per cento sulle importazioni di cibo e bevande dal Messico e dal Canada causerà un aumento dei prezzi sui menù dei ristoranti che si ripercuoterà sui consumatori, disincentivandoli dal pranzare o cenare fuori casa. L’aumento dei costi delle forniture, inoltre, ridurrà i margini già ristretti dei ristoratori (attualmente sono compresi tra il 3 e il 5 per cento). In media, stando l’associazione, i ristoranti hanno disponibilità di cassa per soli sedici giorni.

La National Restaurant Association ha invitato l’amministrazione Trump “a esentare i prodotti alimentari e le bevande [dai dazi, ndr] per ridurre al minimo l’impatto sui ristoratori e sui consumatori. Questo aiuterà a mantenere stabili i prezzi dei menù”: i ristoranti “non possono continuare ad aumentare i prezzi per compensare i costi più elevati”.

L’associazione ha voluto poi specificare che le importazioni alimentari dal Canada e dal Messico sono essenziali per soddisfare la domanda statunitense, visto che la produzione alimentare nel paese è limitata dalle condizioni climatiche. Inoltre, ha sottolineato che le importazioni di cibo e bevande non contribuiscono in maniera significativa al deficit commerciale degli Stati Uniti, che Trump intende ridurre attraverso i dazi.

L’IMPATTO SULLA GRANDE DISTRIBUZIONE

A essere preoccupato per i dazi è anche il settore della grande distribuzione. La National Retail Federation stima che i consumatori americani potrebbero perdere tra i 47 e i 78 miliardi di dollari all’anno in potere d’acquisto a causa delle tariffe.

Le società statunitensi attive nella vendita al dettaglio, come Walmart, Target e Costco, hanno menzionato la possibilità che l’aumento dei costi di approvvigionamento venga scaricato sui consumatori e il rischio di carenze di alcuni prodotti.

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