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Giorgetti Meloni

Il governo segherà anche Generali-Natixis con il golden power?

Gli scenari sul progetto Generali-Natixis alla luce dell'intervento del governo su Unicredit-Banco Bpm. Il punto di Luca Picotti, avvocato esperto di golden power

Il Golden Power su Unicredit non può che preoccupare Generali e il progetto di joint venture con i francesi di Natixis.

La joint venture Generali-Natixis sarà una delle operazioni più delicate del 2025 e non a caso è entrata sin da subito nell’orbita dello sguardo attento dello Stato Panottico. Si pensi ai vari comunicati, interviste e Faq di Generali per spiegare la bontà dell’operazione, tanto inusuali quanto emblematici.

I NODI DELLA JV GENERALI-NATIXIS

In particolare, ad attirare l’attenzione sono state, da un lato, la nazionalità della controparte, francese, dall’altro la sensibilità dell’oggetto, il risparmio, anch’esso connotato attraverso il ricorso alla bandiera: chi deciderà sul risparmio italiano? Sarà investito in Italia o all’estero? Quanti i Btp?

L’INTERVENTO INAUDITO DEL GOVERNO CONTRO UNICREDIT

Ebbene, l’intervento del governo su UniCredit rappresenta un precedente abbastanza pericoloso in termini di ingerenza nell’attività di impresa. Un vincolo di portafoglio – ad esempio nell’acquisto o detenzione di titoli italiani – problematico sotto molto aspetti, già solo per una realtà come Anima. Figurarsi per una operazione ambiziosa e con ordini di grandezza ben maggiori come quella tra Generali e Natixis.

IL GOVERNO INTERVERRA’ ANCHE CONTRO GENERALI?

Il governo che si interpone nella gestione del risparmio tra mandante e mandatario, peraltro nella cornice di un accordo di co-partecipazione con la parte francese, rischia di compromettere la bontà dell’operazione in radice.

GLI INTERROGATIVI

Ora si vedrà che ne sarà dell’Ops Unicredit-Banco Bpm – se andrà avanti, se ci sarà un irrituale passo indietro del governo, se il provvedimento sarà impugnato.

PRESCRIZIONI AMBIGUE

Rimane il fatto che sono state sdoganate delle prescrizioni ambigue, in un settore già molto regolamentato, che risponde ad interessi di stabilità finanziaria e sana e prudente gestione, e che vanno ad incidere sulla libertà di impresa, nonché, forse, sulla qualità stessa del servizio di gestione del risparmio offerto.

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