Umore cupo nell’industria chimica tedesca e non potrebbe essere altrimenti in tempi di crisi economica. Quella attuale peraltro, scatenata dal caro energia a seguito dell’attacco militare russo all’Ucraina, ha da subito colpito pesantemente il settore chimico, appesantendone le performance sin dai primi mesi del 2022.
Il clima è tuttavia ulteriormente peggiorato nel corso del 2023, fino a toccare un nuovo minimo nel mese di dicembre. L’indice Ifo sul clima aziendale del settore è sceso a meno 15,2 punti nell’ultimo mese dell’anno appena concluso, risultato che si somma al meno 13,0 di novembre.
LA CRISI DELL’INDUSTRIA CHIMICA TEDESCA
Gli analisti dell’autorevole centro di ricerca economica di Monaco non sono sorpresi, ma non nascondono neppure la preoccupazione per uno stallo dal quale le imprese stentato a riprendersi. “Anche se l’industria chimica sembra aver toccato il fondo, non ci sono ancora segnali di una ripresa nel prossimo futuro”, ha detto Anna Wolf, l’esperta del settore dell’Istituto Ifo a commento dei dati forniti. A dicembre, le aziende hanno valutato la situazione economica attuale in modo meno negativo rispetto al mese precedente, ha proseguito l’economista, tuttavia le aspettative di business sono peggiorate significativamente, passando a meno 14,6 punti da meno 6,5 punti di novembre.
Ha pesato una valutazione decisamente negativa del proprio portafoglio ordini da parte delle aziende. Negli ultimi tempi, le imprese avevano riposto le loro speranze in una ripresa del commercio con l’estero, tuttavia, queste speranze sono state apparentemente deluse, poiché le aspettative sugli ordini dall’estero sono peggiorate. Il pessimismo delle aziende si riflette anche nella pianificazione del personale, pochi investimenti e programmi di riduzione occupazionale sono all’ordine del giorno nelle discussioni strategiche delle industrie chimiche tedesche. Le aspettative sono al livello più basso dalla crisi finanziaria del 2008/2009. “L’industria chimica è minacciata da una riduzione ancora maggiore dell’occupazione”, ha confermato Wolf, completando il quadro fosco.
I NUMERI DELUDENTI DI BASF
Al rapporto Ifo si aggiungono i dati reali provenienti da Ludwigshafen, sede centrale del colosso chimico BASF, resi noti nel fine settimana scorso. L’azienda chimica ha mancato i suoi obiettivi per il 2023 e ha ottenuto un risultato inferiore alle aspettative del mercato. Un risultato dovuto alla persistente debolezza della domanda nei mesi di novembre e dicembre. Come comunicato dalla stessa azienda, con 3,8 miliardi di euro gli utili prima degli interessi e delle imposte (EBIT) e delle voci speciali sono stati inferiori all’obiettivo del Gruppo di 4,0-4,4 miliardi di euro. Ciò corrisponde a un calo degli utili del 45% rispetto all’anno precedente.
Gli analisti si aspettavano un risultato leggermente superiore, ha osservato l’Handelsblatt. Da Ludwigshafen hanno spiegato che “il calo è dovuto alla riduzione dei margini a causa della riduzione delle vendite, che non ha potuto essere compensato dalla riduzione dei costi fissi”.
Il quadro è stato lo stesso per le vendite: secondo i dati preliminari, la società quotata al DAX ha realizzato 68,9 miliardi di euro, rispetto agli 87,3 miliardi di euro del 2022. Ciò è dovuto in parte al forte calo dei prezzi dei prodotti chimici e delle materie plastiche. Anche in questo caso le previsioni dell’azienda sono state disattese: gli analisti si aspettavano un fatturato di 70,6 miliardi di euro.
Nell’ambito della pubblicazione dei dati relativi al terzo trimestre, BASF aveva già annunciato l’intenzione di ridurre i costi nei prossimi anni in maniera più incisiva di quanto previsto in precedenza e di tagliare gli investimenti. L’Handelsblatt riporta tuttavia che “in termini di flusso di cassa l’azienda chimica è riuscita a guadagnare punti nonostante la continua debolezza della domanda”. Il flusso di cassa libero è stato di 2,7 miliardi di euro. E sebbene anche questo dato sia inferiore a quello dell’anno precedente, molti esperti si aspettavano un risultato nettamente inferiore.
Questo dovrebbe garantire il pagamento del dividendo per il 2023, conclude il quotidiano economico: BASF punta a un dividendo stabile anche per questo esercizio finanziario. Di recente, l’azienda ha versato agli azionisti 3,40 euro per azione.
L’UMORE NERO DEGLI IMPRENDITORI
L’Ifo ha infine sfornato altri dati sull’umore tra gli imprenditori, negativi pure questi, che riguardano settori diversi della manifattura. “Il clima aziendale è peggiorato anche in altri settori ad alta intensità energetica”, è scritto nel rapporto dell’istituto bavarese: nella produzione e lavorazione dei metalli, l’indicatore è sceso a meno 44,9 punti, da più 2,6. E l’indice del clima aziendale è sceso significativamente anche nell’industria della carta, nella cokeria e nella lavorazione degli oli minerali, nonché nell’industria del vetro e della ceramica e nella lavorazione della pietra e della terra. Insomma per il momento continua a piovere sul bagnato.