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Fincantieri, che diavolo succede nei subappalti?

Al via a Venezia il processo per sfruttamento degli operai, subappalti sotto prezzo ed episodi di corruzione intorno al sistema degli appalti di Fincantieri. Circa duemila lavoratori sfruttati secondo i risultati delle indagini della Guardia di Finanza 

 

I subappalti di Fincantieri finiscono nel mirino delle Fiamme gialle per sistema di sfruttamento della manodopera.

Il 28 marzo la Guardia di finanza ha annunciato la scoperta di quasi duemila lavoratori impiegati nell’indotto dei cantieri navali di Fincantieri che sarebbero stati retribuiti in maniera irregolare e spesso privati dei più elementari diritti sanciti dai contratti collettivi. La notizia sulle indagini degli organi ispettivi e di controllo, coordinate dalla Procura di Venezia, riguarda la gestione delle buste paga.

“Apprendiamo dagli organi d’informazione che sono in corso indagini della Guardia di Finanza sulle aziende nell’ambito degli appalti dei cantieri navali anche di Fincantieri. Il quadro che sta emergendo desta preoccupazione”, ha commentato Samuele Lodi, coordinatore Fincantieri per la Fiom Cgil nazionale, rimarcando che “il processo in corso, scaturito dall’inchiesta della Procura di Venezia sulle irregolarità nel sistema degli appalti di Marghera, ha visto costituirsi parti civili Fiom Venezia, Fiom Veneto e Cgil Venezia”.

Al momento sono 33 le persone imputate tra cui 13 tra dirigenti, quadri e dipendenti di Fincantieri, e i titolari di alcune ditte che avevano preso in appalto lavori di carpenteria nei cantieri navali di proprietà di Fincantieri. Nel 2018, infatti, proprio la Fiom aveva presentato alla procura veneziana un esposto, dal quale era partita l’indagine, della durata di 5 anni e che ha portato, nel frattempo, ad ulteriori 3 processi.

Tutti i dettagli.

SFRUTTAMENTO DELLA MANODOPERA SECONDO LA GUARDIA DI FINANZA

Lo scorso 28 marzo la Guardia di Finanza di Venezia, all’esito di pregressa attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Venezia riguardo l’esistenza di sistematiche condotte di sfruttamento della manodopera all’interno dei cantieri navali di Venezia, ha individuato quasi 2.000 lavoratori, per lo più bengalesi e dell’Europa dell’est, retribuiti con paghe irregolari e spesso privati dei più elementari diritti sanciti dai contratti collettivi.

AL CENTRO IL MECCANISMO DELLA “PAGA GLOBALE”

Al centro dell’indagine il sistematico ricorso, da parte delle imprese appaltatrici, al meccanismo della c.d. “paga globale”, in virtù del quale il lavoratore è retribuito, a prescindere dalle previsioni del contratto collettivo nazionale di settore, con una paga oraria forfettaria, parametrata esclusivamente alle ore lavorate.

Tale paga lorda veniva riconosciuta a fronte della predisposizione di una busta paga fittizia, recante l’indicazione di voci artificiose – quali “anticipo stipendio”, “indennità di buono pasto”, “c.d. bonus 80 euro”, “indennità di trasferta” e “anticipazione TFR” – di fatto mai erogate al lavoratore dipendente e preordinate a sottrarre a ritenuta fiscale, previdenziale e assistenziale gli emolumenti corrisposti, spiega la nota della Guardia di Finanza.

A far scattare le indagini della Gdf proprio le segnalazioni della Fiom Cgil.

COLLEGATO ALL’INCHIESTA SUGLI APPALTI FINCANTIERI

Come sottolinea il Corriere “Tutta l’attività si collega a un’inchiesta ampia sugli appalti Fincantieri, che vede ancora in corso quattro processi, per uno dei quali la prossima udienza è prevista il 24 maggio. Sono indagati una quindicina di dirigenti Fincantieri ai quali la procura contesta di aver posto condizioni talmente strette nelle gare da non poter non immaginare che le ditte vincenti avrebbero pagato di conseguenza stipendi da fame. Ma il nocciolo duro dell’inchiesta, dal punto di vista penale, riguarda i regali e i soldi che queste figure dirigenziali si facevano pagare dalle aziende in appalto, per chiudere gli occhi di fronte alle irregolarità”.

LA RICHIESTA DELLA FIOM

Pertanto, proprio la Fiom ha chiesto a ieri a Fincantieri l’apertura di una discussione sugli appalti con le organizzazioni sindacali.

La federazione e i propri delegati rivendicano da anni la necessità di aprire un “vero confronto” con Fincantieri per affrontare il nodo degli appalti. “Le condizioni di lavoro e retributive dei dipendenti delle ditte in appalto nei cantieri della controllata pubblica – spiegano – sono molto spesso non rispettose delle norme contrattuali e di legge”. I metalmeccanici evidenziano che “il fenomeno delle cosiddette paghe-globali è solo la punta dell’iceberg e deve essere superato”. E chiedono di “sostanziare la responsabilità sociale d’impresa di Fincantieri, pretendendo il rispetto delle leggi e dei contratti da parte delle imprese in appalto”.

LA POSIZIONE DI FINCANTIERI

“Fincantieri investe la massima attenzione sulla sicurezza e il benessere della sua comunità” precisa l’azienda guidata da Pierroberto Folgiero in una nota. “L’azienda sottolinea che il processo di fornitura è costantemente monitorato da procedure vincolanti in materia di diritti dei dipendenti. I fornitori di primo e secondo livello, infatti, sono tenuti a garantire ai propri lavoratori il corretto trattamento in termini di retribuzione e riconoscimento di tutti i diritti garantiti dalla legge, compresi i contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi, che devono essere correttamente e puntualmente versati”.

“In relazione alle notizie emerse oggi sulla stampa, — prosegue la nota della società — relative a un’indagine di cui Fincantieri è venuta a conoscenza nel 2019 e in cui emerge come parte lesa, l’azienda ribadisce il proprio impegno a favore della legalità, come dimostra il Protocollo Quadro Nazionale sottoscritto direttamente con il Ministero dell’Interno nel 2017, e la piena collaborazione con la magistratura e con le forze dell’ordine. Fincantieri, emittente quotato, si riserva quindi eventuali azioni legali e iniziative a tutela anche della propria immagine”.

Pertanto, “Fincantieri adotta gli standard più elevati di compliance operativa e normativa, improntando costantemente la propria azione a principi etici e di massima trasparenza” conclude la nota dell’azienda.

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