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Fa troppo caldo al Sole 24 ore?

Tutte le beghe interne al quotidiano confindustriale Il Sole 24 ore

 

Nuvoloni neri oscurano il Sole 24 Ore, dove il quieto vivere (tagli e prepensionamenti permettendo) è minacciato da vere e proprie faide interne, con il comitato di redazione in rotta con la direzione e diversi redattori in opposizione rispetto alla posizione intransigente del CdR. Insomma, non ci si capisce davvero più nulla al quotidiano confindustriale diretto da Fabio Tamburini (nella foto con l’amministratrice delegata del gruppo editoriale).

IL TAGLIO AI COMPENSI, DALL’OGGI AL DOMANI

Che non fosse un bel periodo per il quotidiano di Confindustria lo si era capito anche sul fronte economico, con la decisione unilaterale dell’editore di tagliare i compensi dei propri collaboratori. Una decisione comunicata nel peggiore dei modi, come spiega Assostampa, con una mail nella tarda mattinata del 31 luglio in cui si annunciava che il taglio del 20% sarebbe scattato dal 1° agosto. Se già i tempi della missiva erano irrispettosi, il contenuto non era da meno: al collaboratore veniva infatti chiesto di «continuare ad aiutarci in questo percorso con il Suo prezioso contributo».

BAGATELLE SU MARIA LATELLA

L’episodio non era stato brandito subito dal CdR ma solo un mese esatto dopo, nella violenta protesta delle firme del Sole che ha portato allo sciopero del 31 agosto come atto di protesta contro l’intervista alla premier Giorgia Meloni realizzata da Maria Latella, giornalista di lungo corso, spesso in sintonia con gli inquilini di Palazzo Chigi e collaboratrice del quotidiano di Confindustria.

“Ieri – faceva sapere il CdR del Sole – abbiamo appreso con sconcerto dell’intervista di due pagine alla premier che oggi ha aperto il giornale, firmata da una collaboratrice esterna”. Le autorevoli firme del quotidiano economico sono forse invidiose dello spazio reclamato da Latella? Loro assicuravano di no, ma intanto sottolineavano come “abbiamo una redazione fatta da colleghi che seguono la politica e una collega, in particolare, che si occupa proprio della presidenza del Consiglio, eppure si preferisce affidarsi a un esterno”.

A SOLE 72 ORE LA NUOVA LAGNANZA: LE NOMINE

Nei primissimi giorni di settembre il CdR del Sole tornava all’attacco, questa volta sul dossier delle nomine, assunzioni e promozioni: “intervenire nel merito di un ordine di servizio in larga parte dedicato al riconoscimento di promozioni non si può. Oltre che inelegante sarebbe sindacalmente incomprensibile”, provava a smarcarsi il comitato, che poi di lato trovava comunque il modo di attaccare a testa bassa le scelte fatte sul punto: “Contestare invece le logiche che lo motivano e gli effetti che produrrà purtroppo oggi si deve.”

[…] “Il nostro parere sugli interventi prospettati dal direttore è fortemente negativo, perché non orientati a un principio di corretta ed equilibrata gestione del lavoro in redazione. Ci sembra evidente che lo strumento delle promozioni abbia quasi totalmente perso la sua funzione premiante, disincentivando la maggior parte dei colleghi a fare ogni giorno al meglio il proprio lavoro”.

Quindi l’affondo: “La nostra valutazione nasce dalla semplice constatazione che, a fronte di promozioni ripetute in un breve arco di tempo per alcuni colleghi, vengono totalmente ignorate da anni intere redazioni. E alcune di queste redazioni sistematicamente dimenticate sono state, negli anni e in maniera paradossale, oggetto di lodi da parte della stessa direzione e dell’azienda, colpevolmente inerte su questa deriva. A questo aggiungiamo come vengano da parecchio tempo ignorate, in questo come in altri ordini di servizio, molte situazioni di evidente squilibrio tra funzioni svolte e gradi di servizio, costringendo sempre più spesso i colleghi a fare ricorso a cause, nelle quali quasi sempre il gruppo risulta (in modo significativo) soccombente, con costi che ricadono poi sui nostri bilanci. Sebbene la direzione rivendichi un ritrovato ordine nel nostro organigramma, segnaliamo poi come restino da anni redazioni senza desk e redazioni senza un responsabile operativo a titolo definitivo: su questi problemi l’ordine di servizio non accenna a intervenire.
Infine, censuriamo la pratica, perpetuata anche in questo ordine di servizio, di attribuire ai colleghi mansioni che non vengono accompagnate da promozioni, contribuendo al disordine della nostra organizzazione.”

“Tutto ciò – concludeva il CdR – accade in un clima già teso, a causa delle recenti decisioni del direttore, sempre più mortificanti per i giornalisti del Sole 24 Ore, come dimostrano le ultime scelte volte a privilegiare l’utilizzo di collaboratori esterni, al posto dei redattori del giornale”.

IL CDR SFASCIA LA REDAZIONE

Rivendicazioni importanti su temi altrettanto scottanti. Anche per questo, visto il clima, ci si aspetterebbe unità d’intenti nelle rivendicazioni al direttore. Invece non è così, perché alcune firme di spicco (Stefano Biolchini, Marialuisa Colledani, Antonio Criscione, Giulia Crivelli, Maria Carla De Cesari, Isabella Della Valle, Paola Dezza, Rita Fatiguso, Laura Di Pillo, Alessandro Galimberti, Laura Galvagni, Alberto Grassani, Lucilla Incorvati, Roberto Iotti, Laura La Posta, Marigia Mangano, Gianfranco Ursino) hanno preso carta e penna per dissociarsi dal CdR.

“Desideriamo – si legge nella missiva – esprimere tutto il nostro disagio per le vostre uscite di comunicazione erga omnes – che danneggiano ormai la professionalità di noi tutti – ispirate alla visione pretestuosa e manichea della redazione di cui siete da tempo promotori e paladini e che vi conduce solo a distinguere furiosamente tra buoni (i seguaci) e cattivi (i non allineati).”

“Siamo stanchi – denunciano – del clima di guerriglia che da tempo e ostinatamente seminate. Continuate a scrivere comunicati che danneggiano ovunque la nostra immagine e professionalità. Con i vostri comunicati stilate le pagelle dei colleghi. Da tempo i giudizi sui vostri promossi e bocciati sono usciti dalle conventicole degli angoli di corridoio per arrivare ai comunicati pubblici. Vi arrogate il compito di pubbliche pagelle sui nuovi assunti o sui promossi trincerandovi, in modo vergognoso, dietro la funzione sindacale. La vostra azione è solamente a protezione degli amici, nulla di sindacale. Alimentate con pervicacia un clima di divisione, seminate discredito sulla redazione. Danneggiate anche all’esterno il nostro lavoro e la nostra professionalita’ con danni alla nostra immagine e possibili conseguenze anche dal punto di vista economico. Ogni espressione di dissenso viene impedita e tacitata dalla claque delle vostre assemblee. Cui prodest?” E nel caso in cui non fossero stati abbastanza chiari, la lettera si conclude con l’imperativo e irrituale “Basta, non ci rappresentate!”

Insomma, sono mesi che in quella redazione tutti litigano con tutti. E lo fanno con lettere pubbliche. Alla luce del Sole.

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