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Ecco perché Nestlé, Coca-Cola, Danone e Unilever smetteranno (forse) di gonfiare i prezzi

Per mitigare gli effetti dell’inflazione, molte delle più grandi aziende, come Nestlé, Mondelez, Coca-Cola, Danone e Unilever, hanno iniziato ad aumentare i prezzi un anno e mezzo fa ma ora la loro strategia dovrà cambiare. Fatti, numeri e previsioni

 

Se fino a tre mesi fa l’aumento dei prezzi da parte di giganti quali Coca-Cola e McDonald’s per mitigare l’inflazione era stato digerito bene dai clienti e le entrate non ne avevano risentito, ora diverse multinazionali dell’alimentazione iniziano ad accusare il colpo.

Stando a El Pais, infatti, si inizia a osservare un rallentamento generalizzato dei volumi di vendita.

EFFETTI POSITIVI E NEGATIVI DEL RIALZO DEI PREZZI

La strategia del rialzo dei prezzi attuata dalle grandi aziende del settore alimentare, intensificata con la guerra in Ucraina a causa dell’aumento del costo delle materie prime, inizia a far sentire i suoi effetti negativi.

Sebbene la mossa abbia permesso di compensare alcuni rincari dello scorso anno e di attenuarne l’impatto sui margini, nella prima metà del 2023, e in particolare nel secondo trimestre, “l’effetto si è trasmesso ai volumi di vendita, con contrazioni generalizzate”, scrive il quotidiano spagnolo.

DI QUALI AZIENDE SI TRATTA

In particolare, tra le società citate ci sono i principali operatori mondiali del settore: Nestlé, Pepsico, Mondelez, Coca-Cola, Danone, Kraft, AB InBev, Heineken e Unilever.

Secondo i risultati, infatti, “nessuno di loro è migliorato nel secondo trimestre del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022. E solo due, Coca-Cola e Mondelez, hanno chiuso la prima metà dell’anno in territorio positivo, ma con chiare tendenze al ribasso”.

Come si vede dal grafico di El Pais, nonostante sembrino aver raggiunto il picco, cinque delle nove aziende elencate hanno comunque registrato una crescita delle vendite a due cifre per effetto dell’aumento dei prezzi (Mondelez, Pepsico, Kraft, Heineken, Coca-Cola) e le altre quattro (Nestlé, AB InBev, Danone, Unilever) hanno superato l’8%. In un articolo precedente dei primi di agosto, il quotidiano spagnolo riferiva infatti che l’aumento dei prezzi rappresentava l’80% della loro crescita dei ricavi.

Fonte: El Pais

COME CAMBIANO I COMPORTAMENTI DEI CONSUMATORI

Secondo l’analisi di due competitor come Pepsi e Coca-Cola, la strategia messa in campo dalle aziende sta producendo effetti sui comportamenti dei clienti, i quali per Ramón Laguarta, presidente di Pepsico, “fanno acquisti in più negozi rispetto al passato, cercano offerte migliori” e “stanno iniziando a cercare l’ottimizzazione”.

Anche per il suo omologo in Coca-Cola, James Quincey, “i consumatori sono sempre più attenti ai costi” e “fanno scorta di articoli a buon mercato”. Promette inoltre che la politica di aumento dei prezzi, nei mercati sviluppati dove è già in corso, “sarà moderata”.

COME SI MUOVERANNO LE AZIENDE

Quincey non è l’unico ad assicurare un cambio di passo per far crescere di nuovo i volumi di vendita. Heineken, per esempio, che nel secondo trimestre ha visto ridurre oltre il 7% le sue vendite, prevede che migliorino nella seconda metà dell’anno attraverso una politica dei prezzi più contenuta: “Sapevamo di aver bisogno di questi aumenti di prezzo. I volumi ne risentono, ma torneranno con uno o due trimestri di ritardo”, ha assicurato il presidente e amministratore delegato dell’azienda, Dolf van de Brink.

“I rialzi hanno raggiunto il picco, quindi con il tempo i prezzi si normalizzeranno, dato che i volumi cresceranno un po’”, ha affermato il Ceo di Danone, Antoine de Saint-Affrique, alla fine di luglio.

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