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Ecco la vera portata della lettera di Bruxelles che bistratta la legge di bilancio del governo Conte

Il commento dell'economista Giorgio La Malfa, ex ministro delle Politiche comunitarie

Dunque la lettera della Commissione europea che denuncia il progetto di bilancio italiano è arrivata. È una lettera molto dura, ma argomentata. È una brutta batosta per l’Italia, largamente dovuta al modo approssimativo con cui è stata predisposta la legge di bilancio.

Bisogna augurarsi che il Governo prenda molto sul serio la situazione e non pensi che sia materia che possa essere liquidata con un’altra bordata di polemiche contro le istituzioni europee.

L’errore non è di avere cercato di scrivere una manovra più espansiva, ivi incluso un deficit più elevato di quello a suo tempo concordato con la Commissione europea e riconfermato tra l’altro – come rivela la lettera della Commissione – dall’attuale governo nel giugno scorso.

L’errore, ormai largamente irrimediabile, è stato di non avere né saputo, né, forse, voluto presentare la manovra in termini costruttivi, cioè come un’operazione in grado di realizzare l’obiettivo di una riduzione del rapporto debito pubblico- Pil, che è la preoccupazione di fondo dell’Europa, attraverso una maggiore crescita del reddito nazionale. Per farlo bisognava dare un elenco di progetti di investimento capaci di suscitare una maggiore crescita e non semplicemente aumenti di spese correnti per le pensioni o per i sussidi di povertà. E bisognava rendere note assai per tempo le cifre finali.

L’Europa si è ormai resa conto, almeno in alcuni paesi fra i quali forse vi è anche la Germania della cancelliera Merkel, che l’austerità fine a sé stessa non regge. Non avere capito da parte dei leader politici italiani che questo creava uno spazio di dialogo è stato un grave errore.

Il tono giusto è quello che ha usato ieri il presidente del Consiglio a Bruxelles, ma evidentemente era troppo tardi dopo le urla e gli insulti di queste settimane. Si sarebbe dovuto cercare un colloquio con Bruxelles al quale è stata invece preferita la sfida e la polemica.

Il nostro suggerimento al Governo è di cambiare radicalmente strada. Ammettere che la preparazione della legge di bilancio è stata deficitaria e riscrivere bene le cifre. Può farlo il governo? Difficile dirlo. Ma se non lo fa la china imboccata sarà sempre più scivolosa e pericolosa.

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