L’elezione di Donald Trump a prossimo presidente degli Stati Uniti e le sue nomine alla Sanità (RFK Jr. in primis) hanno fatto tremare le Big Pharma, i cui titoli nei giorni scorsi sono crollati per il timore di ripercussioni sui propri conti. Ora però, nel clima apparentemente distensivo del pre-insediamento, il tycoon sta rassicurando alcuni tra coloro che sembravano essere in cima alla lista dei suoi bersagli.
Tra questi, anche Pfizer, il cui Ceo, Albert Bourla, sostiene di non aspettarsi modifiche sostanziali alla politica sui vaccini. Motivo per cui il colosso farmaceutico prevede addirittura una crescita maggiore delle attese per l’utile del 2025.
MR PFIZER A CENA CON TRUMP E RFK JR.
“Non voglio parlare dei dettagli di ciò che abbiamo discusso durante quella cena per rispetto della privacy, ma abbiamo sviluppato un buon rapporto con Kennedy”. È quanto detto da Bourla agli investitori rassicurandoli riguardo alla promessa di Robert F. Kennedy Jr. di dichiarare guerra ai vaccini e ai farmaci in generale. Nei giorni scorsi anche Trump aveva voluto ridimensionare la questione: “[RFK Jr.] Sarà molto meno radicale di quanto si possa pensare. Penso che abbia una mente molto aperta, altrimenti non l’avrei messo lì”. Lo stesso Trump, tuttavia, ha recentemente ipotizzato di eliminarne alcuni per i bambini.
Il Ceo di Pfizer, senza commentare il pensiero di RFK Jr. si è invece concentrato sul suo “rapporto di lunga durata” con Trump, e ha aggiunto di non aspettarsi uno sconvolgimento delle politiche sui vaccini il prossimo anno.
È importante considerare che una parte importante dell’attività di Pfizer è basata proprio sui vaccini già disponibili e su quelli in arrivo. “Nei primi nove mesi del 2024 – si legge su Fierce Pharma -, la famiglia di vaccini contro lo pneumococco Prevnar è stata il terzo franchise di Pfizer, generando vendite per 4,85 miliardi di dollari. Il vaccino anti-Covid Comirnaty, di cui fa parte BioNTech, ha contribuito con 1,97 miliardi di dollari nel periodo, posizionandosi al sesto posto nel portafoglio dell’azienda” e il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv) Abrysvo è al suo debutto.
ANCHE ELI LILLY PRESENTE AL BANCHETTO
Nella residenza di Mar-a-Lago, alla cena con il presidente eletto e il futuro capo del dipartimento della Salute, erano presenti anche l’amministratore delegato di PhRMA, Stephen Ubl, e quello di Eli Lilly, David Ricks, il quale pochi giorni fa ha dichiarato che uno dei punti chiave per ridurre il costo dei farmaci negli Stati Uniti è quello di aumentarne il costo in altri Paesi e che tale strategia è uno degli obiettivi della prossima amministrazione Usa. Inoltre, ha affermato che un altro argomento chiave sarà “la situazione normativa, che credo si sia evoluta per noi, nel nostro settore, in modo negativo negli ultimi quattro anni”.
Tuttavia, Trump non è mai stato chiaro sulla politica sanitaria che intende intraprendere.
Ricks, come Bourla, non ha rivelato molto di ciò che è stato discusso durante la cena di quasi tre ore, ma ha suggerito che il tono è stato positivo e costruttivo. Inoltre, sui farmaci anti-obesità, il Ceo di Eli Lilly, attualmente principale competitor di Novo Nordisk, si è detto ugualmente fiducioso: “Credo che sia i nostri farmaci che quelli dei nostri concorrenti saranno senza dubbio i più venduti negli Stati Uniti il prossimo anno”.
LE ROSEE PREVISIONI DI PFIZER
Non vedendo all’orizzonte grandi scombussolamenti, ieri Pfizer ha previsto utili per il 2025 più o meno in linea con le stime, “offrendo un po’ di sollievo agli investitori dopo che il produttore di farmaci era stato messo sotto tiro dagli azionisti, tra cui l’hedge fund Starboard, per la sua strategia di rilancio”, scrive Reuters. In ottobre, infatti, Starboard ha accusato il management di Pfizer di aver speso troppo in grandi acquisizioni e di non essere riuscito a produrre nuovi farmaci redditizi da queste operazioni o dalla ricerca e sviluppo interni.
Ieri le azioni del colosso farmaceutico sono salite del 3,7% a 26,20 dollari nelle prime contrattazioni, dopo che la società ha dichiarato di aspettarsi che nel 2025 le vendite del vaccino anti-Covid e del farmaco Paxlovid saranno in linea con i livelli dell’anno in corso. Ma, come ricorda l’agenzia di stampa, quest’anno le azioni sono scese di quasi il 12% e sono scambiate a meno della metà del loro valore rispetto al picco toccato durante la pandemia. Inoltre, nelle ultime settimane gli analisti hanno tagliato le stime sugli utili di Pfizer.
L’azienda, intanto, ha previsto per il 2025 un fatturato compreso tra 61 e 64 miliardi di dollari rispetto alle precedenti stime di 63,26 miliardi di dollari. Le previsioni sui ricavi del 2025, afferma Teleborsa, “prendono in considerazione l’impatto netto sfavorevole previsto sui ricavi di circa 1 miliardo di dollari, anno su anno, correlato alle modifiche alla riprogettazione della Parte D dell’Inflation Reduction Act (IRA) che entreranno in vigore nel 2025”.