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Ecco come la Germania si interroga su Unicredit-Commerzbank

Non si placano reazioni e commenti del mondo politico e imprenditoriale tedesco dopo la mossa di Unicredit su Commerzbank.

“Il governo federale analizzerà a fondo la situazione che si è venuta a creare e prenderà decisioni su come procedere a tempo debito”. La strategia del governo di Berlino, la cui quota di azioni in Commerzbank è scesa al 12%, ma resta sempre il primo azionista, è affidata alle parole di una portavoce del ministero delle Finanze, guidato dal liberale Christian Lindner e sembra venire incontro a quello che Handelsblatt ha definito “il grido d’aiuto” lanciato il giorno prima da Bettina Orlopp, direttore finanziario di Commerzbank.

Orlopp che aveva chiesto al governo di mantenere per il momento la quota di azioni in suo possesso. E il ministero ha di fatto smentito la notizia diffusa da alcuni media, secondo cui il governo federale avrebbe intenzione di vendere rapidamente altre azioni di Commerzbank.

“Abbiamo bisogno prima di tutto di calma”, aveva sottolineato Orlopp martedì scorso a Berlino, a margine del vertice del governo tedesco sulle start-up, “siamo stati tutti molto sorpresi dal processo”.

Sorpreso il vertice dell’istituto di Francoforte, sorpreso il governo a Berlino, come confermano le reazioni raccolte dalla stampa tedesca e internazionale negli ambienti finanziari e politici informati. “Mercoledì sera della scorsa settimana, le linee telefoniche tra Berlino e Francoforte sono andate letteralmente a fuoco”, racconta la Neue Zürcher Zeitung, “improvvisamente tutti gli interessati si sono resi conto che l’annunciata vendita di un blocco di azioni Commerzbank da parte del governo federale stava andando in una direzione inaspettata e, soprattutto, indesiderata. Ma a quel punto era già troppo tardi”.

La ricostruzione del quotidiano svizzero è chiara: “Secondo diversi osservatori che non desiderano essere citati, il governo tedesco si è lasciato ingannare dai banchieri d’investimento italiani nella vendita”. Quel che è accaduto “sarebbe stato facilmente evitabile se il governo tedesco avesse escluso la vendita in blocco e avesse venduto solo blocchi dello 0,5% o dell’1%” riprende la Neue Zürcher, “e non sarebbe stato un problema dal punto di vista legale. Tuttavia, non ci si aspettava l’accesso dell’Italia o della Francia”. “È stata un’ingenuità”, conclude il quotidiano di Zurigo, “l’azione potrebbe non essere stata percepita come ostile a Berlino e Francoforte, ma è stata chiaramente un’azione ostile, anche se Orcel ha immediatamente cercato di appianare le cose. Ora Unicredit sta puntando a Commerzbank, il che probabilmente infastidirà enormemente il Consiglio di amministrazione di Commerzbank e getterà Berlino in un dilemma”.

“Rivale” è d’altronde l’aggettivo che Handelsblatt usa per definire l’istituto guidato da Andrea Orcel. “Il governo tedesco si è sentito preso alla sprovvista”, prosegue il quotidiano economico, “la sua decisione di ridurre ulteriormente la sua partecipazione in Commerzbank è ancora formalmente in sospeso. Tuttavia, l’improvviso ingresso degli italiani ha cambiato la situazione, motivo per cui, secondo gli ambienti governativi, per il momento non sono previste ulteriori vendite”. Dopo la prima asta, il governo tedesco si era comunque impegnato a rispettare un periodo di attesa di novanta giorni prima di collocare altre azioni sul mercato.

Unicredit è ora il secondo maggiore azionista di Commerzbank, con il nove per cento,  seguito da Blackrock e Vanguard. E l’amministratore delegato Orcel ha chiarito di puntare alla banca di Francoforte, ma senza ricorrere a un’Opa (come ha detto oggi al quotidiano romano Il Messaggero) . In una nuova intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, Orcel ribadisce oggi che la sua preferenza sarebbe quella di integrare Commerzbank nel “modello federale” della banca italiana, perché anche il mercato bancario tedesco ha bisogno di maggiore concorrenza. Ma avverte anche che sul tappeto ci sono varie opzioni: “Possiamo vendere di nuovo le azioni della Commerzbank”, dice il ceo di Unicredit, frase che la Frankfurter utilizza per il suo titolo.

Handelsblatt scrive che il governo tedesco prova a prendere tempo. “Secondo gli ambienti finanziari di Francoforte, il governo federale deve innanzitutto fare ordine e questo include anche la questione se ci siano altre opzioni per il futuro di Commerzbank oltre all’acquisizione da parte di Unicredit o all’indipendenza. Al momento, tuttavia, non sembra esserci alcun cavaliere bianco, cioè un altro offerente in vista per Commerzbank”.

Deutsche Bank fa sapere – almeno ufficialmente – attraverso il suo amministratore delegato Christian Sewing di non essere interessato alla partita: “Ci stiamo concentrando su Deutsche Bank”, aveva detto all’inizio del mese. Deutsche Bank e Commerzbank avevano negoziato una fusione nel 2019, sotto impulso del governo tedesco di allora, ma i colloqui si erano arenati.

E anche dalle sponde francesi sembrano arrivare più rifiuti che interessi. Sempre Handelsblatt sonda le ipotesi e individua nella banca francese Bnp l’unico candidato credibile per l’acquisto di Commerzbank. “Da anni si parla di Bnp come possibile acquirente, ma la banca ha sempre respinto queste speculazioni”, aggiunge però il quotidiano, e Bnp stessa “non desidera commentare ufficialmente gli attuali sviluppi. Tuttavia, secondo nostre informazioni, la posizione attuale non è cambiata nemmeno dopo le avances di Unicredit”.

Handelsblatt osserva che le fusioni bancarie transfrontaliere nell’Unione europea sono viste “con scetticismo da Bnp”, soprattutto perché “manca un quadro normativo europeo adeguato”: “il consolidamento è concepibile, se mai lo sarà, solo dopo la creazione di una vera e propria unione bancaria e dei mercati dei capitali”.

Molti all’interno di Commerzbank hanno “una visione critica dei piani di Unicredit”, scrive ancora il quotidiano di Düsseldorf, secondo il quale l’istituto tedesco “sta ora valutando la possibilità di sostituire prematuramente” il suo amministratore delegato Manfred Knof (che aveva annunciato di voler lasciare alla fine del suo mandato l’anno prossimo) in vista dell’offerta di acquisto di Unicredit. Orlopp è considerata la favorita per la successione a Knof e il percorso potrebbe essere definito già nella riunione strategica del Consiglio di amministrazione e del Consiglio di sorveglianza all’inizio della prossima settimana.

Ancora la Neue Zürcher nota però come “in borsa la mossa di Unicredit è stata accolta con favore”. Mentre le azioni della Commerzbank, obiettivo dell’acquisizione, sono salite del 23% dopo l’annuncio, anche quelle di Unicredit sono aumentate del 3%. “A quanto pare, anche gli azionisti vedono un vantaggio per la banca italiana nella prevista acquisizione”, aggiunge il quotidiano svizzero, e sottolinea che gli analisti finanziari della banca d’investimento Keefe, Bruyette & Woods, analizzando le ultime performance di Unicredit, ritengono che l’istituto italiano “abbia trovato una ricetta di successo che potrebbe funzionare anche per altre banche tedesche”. Unicredit, d’altronde, è già rappresentata sul mercato tedesco da Hypovereinsbank (HVB), che la banca italiana ha acquisito quasi vent’anni fa, osserva la Neue Zürcher, “l’operazione avviata da Unicredit ha quindi un carattere nazionale e internazionale”. E in chiusura lancia un segnale al governo tedesco e all’intera Unione europea: “Se Berlino dovesse ostacolare attivamente l’acquisto di Commerzbank da parte di Unicredit, mentre allo stesso tempo Lufthansa ha recentemente rilevato il successore di Alitalia, Ita, questo sarebbe probabilmente un segnale eloquente – a favore di una parità di condizioni in Europa e per il completamento dell’unione bancaria e dei mercati dei capitali”.

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