Skip to content

crisi bancarie

Ecco le capriole (anti Italia) di Bruxelles sulle crisi bancarie

La Commissione Ue ha annunciato una “disciplina meno rigida per la gestione delle crisi bancarie, che lasci più spazio all’utilizzo preventivo o alternativo dei fondi di garanzia dei depositi”. Esattamente ciò che la Commissione Ue vietò all’Italia nel caso Tercas tra 2014 e 2015. Il commento di Giuseppe Liturri

Si riaprono vecchie ferite nei rapporti tra Italia e Ue relativi alla gestione delle crisi bancarie. Ieri abbiamo appreso dalle pagine del Sole 24 Ore che il Commissario UE ai mercati finanziari, Mairead McGuinness (nella foto), ha inviato una lettera ai vertici dell’ABI per annunciare una “disciplina meno rigida per la gestione delle crisi bancarie, che lasci più spazio all’utilizzo preventivo o alternativo dei fondi di garanzia dei depositi”.

IL CASO TERCAS

Esattamente ciò che la Commissione UE vietò all’Italia nel caso Tercas tra 2014 e 2015, precedente che costrinse il governo Renzi a varare in un drammatico weekend di novembre la risoluzione di quattro banche (tra cui Banca Etruria) sperimentando per la prima volta gli effetti del bail-in, cioè la partecipazione alle perdite anche degli obbligazionisti e probabilmente decretando la fine del suo governo. In quel caso, piccoli risparmiatori a cui incauti  e disattenti regolatori avevano lasciato acquistare titoli potenzialmente rischiosi. Seguirono 6 mesi di crollo degli indici di Borsa del settore ed altre cinque gravi crisi bancarie (Veneto Banca, Popolare di Vicenza, MPS, Banca Carige e Popolare di Bari).

Questo tsunami che, a suo tempo, abbiamo documentato passo passo su questo sito, è stato incredibilmente definito da Laura Serafini sul Sole, “una fase critica”. Da non credere ai propri occhi. Una serie di eventi che già da allora gridavano vendetta per la manifesta illogicità e negazione del più elementare buon senso, prima ancora che delle stesse norme UE, è stato derubricato a “fase critica”.

Siamo quasi alla sindrome di Stoccolma, con i rapiti che simpatizzano con i rapitori. Che nel frattempo sono stati pure condannati. Perché si deve ricordare che l’illegittimità delle decisioni della Commissione è stata sancita sia da una prima sentenza del Tribunale Ue che dalla definitiva sentenza della Corte di Giustizia.

Arrivate nel 2019, con il governo dell’epoca (Conte 1) che si trovò pure nella materiale impossibilità (o mancanza di volontà) di richiedere un risarcimento degli enormi danni subiti dal nostro sistema bancario.

LA CONSULTAZIONE TRA L’ABI E LA COMMISSIONE

Ora l’Abi, memore di quel disastro, ha avviato una consultazione preventiva con la Commissione per far rilevare che la nuova proposta di direttiva della Commissione estende la risoluzione (e quindi il sacrificio di obbligazionisti e depositanti) anche alle banche di minori dimensioni. Per le quali finora valgono le procedure nazionali, cioè la liquidazione coatta amministrativa. E la Commissione in risposta ha evidenziato che la risoluzione non è l’unico strumento possibile ma “la riforma intende promuovere un uso più efficiente, sotto il profilo dei costi, dei fondi finanziati dal settore bancario per prevenire le crisi”. Varrà il principio del minor costo (per i risparmiatori, ovviamente).

A questo fine, interverrà per chiarire i criteri di intervento di questi strumenti. La Commissione ha pure colto l’occasione per annunciare che sta effettuando una valutazione della disciplina degli aiuti di Stato per le banche, che dovrebbe essere completata nel primo trimestre 2024. Si accoglie così la necessità di coordinare norme per la risoluzione e per gli aiuti di Stato. Proprio quelle che coinvolte nell’errore marchiano della DG Concorrenza del Commissario Margrethe Vestager nel 2014-2015. Magra consolazione quella di vedere forse accolto in un testo normativo quanto è stato sentenziato dalle Corti ormai 5 anni fa.

È doveroso rimarcare che tutto questo armamentario è in palese contrasto con i principi statuiti dall’articolo 47 della Costituzione. Ma se il Presidente della Corte Costituzionale ritiene che il diritto Ue debba prevalere su quello nazionale, che ve lo diciamo a fare?

Torna su