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prezzi prodotti alimentari

Come vanno i prezzi dei prodotti alimentari?

Ecco quali sono i prezzi dei prodotti alimentari che salgono o scendono secondo l’indice FAO. Fatti, numeri e previsioni della Banca Mondiale

 

A livello globale, i prezzi delle materie prime dei prodotti alimentari a maggio sono scesi per il secondo mese consecutivo. Ad affermarlo è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).

Tuttavia, non si stratta di un vero sospiro di sollievo dato che l’indice mondiale dei prezzi alimentari della FAO continua a rimanere vicino al livello raggiunto a marzo che, con lo scoppio della guerra in Ucraina, ha toccato il picco dal 2011.

I DATI DELL’INDICE FAO

L’indice mondiale dei prezzi alimentari della FAO – che misura la variazione mensile dei prezzi medi di carne, latticini, cereali, oli vegetali e zucchero – è sceso dello 0,6% a maggio rispetto al mese precedente. Ad aprile il calo era stato dello 0,8%.

Secondo l’Organizzazione, la diminuzione è dovuta al calo dei prezzi dell’olio vegetale.

Fonte: FAO

IL CALO DEI PREZZI DELL’OLIO VEGETALE

A maggio l’indice FAO dei prezzi degli oli vegetali è diminuito del 3,5% rispetto ad aprile, pur rimanendo nettamente superiore al livello dell’anno precedente.

In particolare, sono scesi i prezzi degli oli di palma, girasole, soia e colza principalmente per due motivi: l’Indonesia ha revocato il divieto di esportazione dell’olio di palma e la domanda di importazioni globali di oli di soia e colza è stata scarsa a causa dei costi elevati degli ultimi mesi.

“Le restrizioni all’esportazione creano incertezza sul mercato e possono provocare picchi di prezzo e una maggiore volatilità dei prezzi; il calo dei prezzi dei semi oleosi dimostra quanto sia importante quando vengono rimosse e permettono alle esportazioni di fluire senza problemi”, ha dichiarato il capo economista della FAO, Máximo Torero Cullen.

LA GUERRA DEL GRANO CONTINUA

Prosegue, invece, la guerra del grano. L’indice dei prezzi dei cereali della FAO è, infatti, aumentato del 2,2% rispetto al mese precedente, trainato dai prezzi del grano, che sono cresciuti del 5,6% rispetto ad aprile e del 56,2% rispetto al valore corrispondente di un anno prima.

I prezzi internazionali del grano – in media solo l’11% al di sotto del massimo storico raggiunto nel marzo 2008 – sono aumentati in risposta al divieto di esportazione annunciato dall’India e alle preoccupazioni per le condizioni dei raccolti in molti dei principali Paesi esportatori, nonché alle difficoltà a liberare il grano ucraino dai porti caduti nelle mani dei russi, che ne impediscono il trasporto.

La Spagna, a causa dei proibitivi prezzi del grano, è arrivata a usare i cereali da foraggio per colmare le lacune nella produzione di farina.

Negli Stati Uniti, i prezzi dei futures del grano sono aumentati del 48% dall’inizio del 2022.

CEREALI SECONDARI E RISO

La FAO riferisce poi che anche i prezzi internazionali del riso sono aumentati in modo generalizzato, mentre i prezzi dei cereali secondari sono diminuiti del 2,1%, con un calo ancora più marcato dei prezzi del mais, in seguito al leggero miglioramento delle condizioni dei raccolti negli Stati Uniti, alle forniture stagionali in Argentina e all’imminente inizio del principale raccolto di mais in Brasile.

RECORD CARNE

Nuovo massimo storico per l’indice FAO dei prezzi della carne, che è aumentato dello 0,6% a maggio, nonostante i prezzi mondiali della carne bovina siano rimasti stabili e quelli della carne suina siano scesi.

L’aumento, spiega il report, è stato determinato da un forte incremento dei prezzi internazionali della carne di pollame, che riflette le continue interruzioni della catena di approvvigionamento in Ucraina e i recenti casi di influenza aviaria, in concomitanza con un’impennata della domanda in Europa e Medio Oriente.

IN CONTROTENDENZA I PRODOTTI LATTIERO-CASEARI…

Diminuiscono, invece, i prezzi dei prodotti lattiero-caseari. L’indice FAO indica una diminuzione del 3,5% rispetto al mese precedente.

Calano soprattutto i prezzi del latte in polvere a causa delle chiusure in Cina che hanno ridotto la domanda, mentre le solide vendite al dettaglio e l’elevata domanda da parte dei ristoranti dell’emisfero settentrionale hanno impedito ai prezzi del formaggio di scendere in modo significativo, nonostante l’indebolimento della domanda globale di importazioni.

…E ANCHE LO ZUCCHERO

L’indice FAO dei prezzi dello zucchero, riferisce il report, è diminuito dell’1,1% rispetto ad aprile, a causa di un raccolto abbondante in India che ha favorito le prospettive di disponibilità a livello mondiale.

Anche l’indebolimento del real brasiliano rispetto al dollaro americano, insieme al calo dei prezzi dell’etanolo, ha fatto scendere i prezzi dello zucchero a livello mondiale.

Fonte: FAO

LE PREVISIONI DELLA BANCA MONDIALE

Non sono rosee nemmeno le previsioni della Banca Mondiale, la quale ritiene che “i prezzi del comparto del food and beverage saliranno quest’anno del 23% (su una media mondiale), sulla scia della crescita del 31% nel 2021”, secondo quanto riferito da Milano Finanza.

A pesare sono e saranno l’aumento dei costi delle materie prime come carburante, elettricità e fertilizzanti, ma anche i modesti rendimenti agricoli e ovviamente il proseguire dell’invasione russa in Ucraina, che ha un impatto sia sulla fornitura di generi alimentari che sui prezzi dei prodotti sostitutivi.

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