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Come le banche fronteggeranno la pandemia negli sportelli. Accordo Abi-sindacati

Che cosa prevede l'intesa fra Abi e sindacati dei bancari a tutela dei dipendenti contro la pandemia. Tutti i dettagli

Continua il confronto tra l’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e i sindacati di categoria Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin sulla situazione che si è creata a causa della pandemia e sulle conseguenze per i dipendenti del settore. Al termine di un confronto che si è svolto ieri le parti hanno siglato un verbale che va a integrare il protocollo del 28 aprile scorso con le misure di prevenzione, di contrasto e di contenimento della diffusione del Covid-19.

LE INTESE RAGGIUNTE DA ABI E SINDACATI

Durante la riunione Abi e sindacati si sono trovati d’accordo sull’esigenza di monitorare le misure prese a favore del settore bancario secondo i differenti scenari di rischio del Paese. “Il proficuo confronto con i Segretari Generali ha confermato l’importanza della costante e costruttiva interlocuzione avviata tra le Parti fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria per coniugare la prioritaria sicurezza delle persone e la garanzia dei servizi a supporto dell’economia e delle famiglie, valorizzando la positiva esperienza fin qui maturata” ha commentato Salvatore Poloni, presidente del Comitato Affari Sindacali e del Lavoro di Palazzo Altieri. Poloni ha ricordato che nel verbale di riunione le parti si sono trovate d’accordo di incontrarsi a gennaio prossimo “per valutare, alla luce dell’evoluzione dei provvedimenti legislativi in materia, le esigenze di particolari categorie di personale, quali i genitori con figli fino a 14 anni la cui attività didattica in presenza sia sospesa, ovvero i soggetti c.d. ‘fragili’”. Durante l’incontro si è raggiunto un altro importante obiettivo ossia quello di “rendere effettivo il diritto alle assemblee del personale anche nell’attuale situazione di limitazione agli spostamenti delle persone”. Dunque, con uno specifico verbale di riunione, sono state individuate, per la prima volta con regole a livello di settore, “idonee soluzioni operative” in modo che siano possibili – in via sperimentale fino al 31 marzo 2021 – assemblee sindacali “in remoto”.

IL PROTOCOLLO DEL 28 APRILE SCORSO

Grazie al protocollo siglato ad aprile per garantire l’erogazione dei servizi del settore bancario, l’Abi e le organizzazioni sindacali ne normativa connessa a ogni fase dell’emergenza Covid-19 hanno adeguato le misure di sicurezza del settore alla luce del provvedimento emanato dal governo il 26 aprile. “Nel corso del confronto – informava una nota di Palazzo Altieri – è stato in primo luogo considerato il complesso quadro di riferimento in cui le Banche – infrastruttura centrale a sostegno delle imprese e delle famiglie – continuano ad essere chiamate ad assicurare la continuità dei servizi, così come previsto fin dall’inizio dell’emergenza nei provvedimenti delle Autorità competenti, attraverso lo straordinario impegno e senso di responsabilità delle persone che lavorano in banca”. “Il Protocollo condiviso del 28 aprile 2020 – aveva rilevato Poloni – rappresenta per i servizi bancari, alla luce delle proprie peculiarità di settore, il riferimento delle regole di prevenzione essenziali per l’operatività al pari di quanto previsto dalle altre Associazioni imprenditoriali e le Confederazioni sindacali il 24 aprile 2020 per le imprese produttive industriali e commerciali”. Per questo era stato trasmesso al presidente del Consiglio, ai ministri dei dicasteri competenti, al presidente del Comitato di esperti in materia economica e sociale e alle altre Autorità competenti.

FABI: TUTELA SALUTE LAVORATRICI E LAVORATORI È PRIORITARIA

Per Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi – il primo sindacato di settore – “quello bancario è il primo settore che, grazie all’accordo (di ieri, ndr) tra tutte le organizzazioni sindacali e l’Abi, dà il via alle assemblee da remoto, in via sperimentale fino al 31 marzo, assicurando alle lavoratrici e ai lavoratori delle banche la possibilità di essere sempre ascoltati dai rappresentanti sindacali”. Per Sileoni “lavoratrici e lavoratori restano dunque al centro delle nostre priorità, così come la loro tutela e la loro salute: perciò oggi abbiamo concordato, inoltre, che nelle ‘zone rosse’ del Paese, pure nell’interesse della clientela, torna l’obbligo di appuntamento per entrare in filiale, lasciando a eventuali accordi di gruppo la possibilità di estendere questa e altre misure anche nelle zone gialle e arancioni. Abbiamo anche ribadito – conclude il segretario della Fabi – che il lavoro agile o smart working verrà utilizzato come strumento di prevenzione, in questa fase di emergenza, per favorire il distanziamento ed evitare, quindi, l’affollamento nei luoghi di lavoro”.

GLI ULTIMI DATI SU BANCHE E INTERNET

Intanto gli istituti di credito continuano e anzi aumentano gli investimenti tecnologici. Come emerge dall’ultimo studio sulla sicurezza di ABI Lab, il Consorzio per la Ricerca e l’Innovazione per la banca promosso da Palazzo Altieri, la maggior parte delle realtà analizzate ha indicato per il 2020 un incremento degli investimenti per la protezione dei canali remoti utilizzati dalla clientela. Dunque, i volumi di spesa previsti per la sicurezza IT rispetto al totale del budget IT sono passati dal 7% del 2019 al 12% del 2020. Il budget di sicurezza IT si divide tra interventi per incrementare i livelli di sicurezza dei servizi (31%), interventi per l’evoluzione del servizio offerto alla clientela, anche in ottica di business (30%) e interventi per l’adeguamento alle normative di sicurezza (39%).

La forte attenzione del mondo bancario per Internet e per il Mobile Banking trova conferma anche nelle previsioni di spesa formulate per il 2020: l’87% delle banche rispondenti ha segnalato una crescita o una forte crescita degli investimenti sul Mobile. I dati arrivano da un’indagine contenuta nel Rapporto annuale realizzato sempre da Abi Lab, che fa il punto sullo sviluppo e sulle potenzialità del Digital Banking Anche per l’Internet Banking si nota che il 65% delle banche aumentano lo sforzo economico. Le aree di maggiore attenzione sui canali digitali sono la cybersecurity, l’efficientamento dei sistemi e la specializzazione del personale. Nello studio si evidenzia che le aree di lavoro principali cui le banche si stanno dedicando per lo sviluppo dei canali digitali nel corso del 2020 sono le interfacce di programmazione delle applicazioni aperte (open API) (indicate dall’81% delle banche intervistate per il Mobile Banking e il 76% per l’Internet Banking), l’estensione delle funzionalità connesse ai pagamenti e il potenziamento delle modalità per la sottoscrizione di documenti. Inoltre, la collaborazione con le Fintech per lo sviluppo dell’offerta sui canali digitali è già una realtà per oltre la metà delle banche rispondenti e in futuro lo sarà per circa 3/4 degli istituti di credito.

 

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