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Come andranno le economie dei paesi emergenti

Il successo di DeepSeek e la riduzione dei rischi geopolitici sono fatti positivi per i mercati emergenti, ancora alle prese con tassi d’interesse elevati e l’incertezza legata ai dazi Usa. L'analisi a cura del team di Franklin Templeton Emerging Markets Equity.

Tre spunti di riflessione:

La Cina cerca di stare al passo: La startup cinese DeepSeek ha dato luogo a un’ondata di rinnovato ottimismo nei confronti dei titoli tecnologici del paese. La Cina continua a compiere progressi verso l’indipendenza tecnologica nonostante le venga negato accesso ai chip avanzati. I prezzi dei titoli azionari delle società cinesi di internet hanno reagito positivamente agli annunci di sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale (IA). L’attenzione è tornata ad accendersi anche a breve distanza da un incontro del presidente cinese con le grandi società tecnologiche del paese. Questi eventi sembrano segnare un dietrofront rispetto alla stretta normativa nei confronti delle aziende tecnologiche di quattro anni fa.

Tensioni geopolitiche europee in un limbo: Il presidente statunitense Donald Trump ha tentato di spingere per una risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina; ne è però seguito un acceso scambio di vedute con il presidente ucraino. Al momento della scrittura di quest’articolo l’Unione Europea (UE), il Regno Unito e l’Ucraina stanno elaborando un piano di pace. Queste vicende arrivano mentre i rappresentanti di Israele e Hamas stanno negoziando per far proseguire il cessate il fuoco.

Un attimo di respiro per i titoli indiani legati ai consumi: Negli ultimi mesi il rallentamento dei consumi ha pesato sulle azioni indiane del settore. Queste hanno però messo a segno un rally dopo l’annuncio della legge di bilancio, che ha avuto l’effetto positivo complessivo di rafforzare i consumi urbani. Il nuovo bilancio sembra centrare l’obiettivo di favorire la crescita in India, che negli ultimi trimestri è stata più lenta del previsto.

Prospettive

Sulla scia della debolezza del mercato azionario brasiliano, alcuni gestori di portafoglio di Franklin Templeton hanno visitato il paese. Il gruppo ha incontrato il management di alcune aziende con sede in Brasile, ma ha anche raccolto qualche spunto interessante al di fuori degli impegni di lavoro.

I tassi d’interesse in Brasile sono oggi a livelli più elevati di quelli previsti collettivamente dai nostri gestori uno o due anni fa. Da un incontro con alcuni trader e con un economista presso una banca d’investimento brasiliana è emerso un parere analogo. Secondo questi addetti ai lavori le sfide economiche con cui è alle prese il paese si potrebbero risolvere facilmente. Piuttosto che convincere gli investitori della sostenibilità e credibilità delle finanze pubbliche brasiliane, però, il governo ha creato più timori sulla loro traiettoria. Ciò ha dato luogo all’attuale quadro sul fronte dei tassi.

Nel corso della nostra visita, tuttavia, ci siamo resi conto che non ci sono segni evidenti di un allentamento della domanda, fatto che si verifica normalmente in periodi di tassi d’interesse elevati. Questa anomalia è dovuta alla spesa pubblica e a un basso tasso di disoccupazione. I dati sugli scambi commerciali lo confermano: nel 2024 le importazioni brasiliane sono cresciute del 9% rispetto all’anno precedente, grazie a una forte domanda interna e a un aumento degli investimenti. A contribuire a questo incremento della domanda sono stati anche gli stranieri, dato lo stress subito dal real brasiliano. Uno dei gestori di portafoglio, che opera da Edimburgo, ha commentato che, rispetto alle sue precedenti visite in Brasile, le sue esperienze (cibo, hotel) gli sono sembrate meno costose.

Nel complesso, il gruppo ha concluso dalla propria visita che il Brasile è lontano da una crisi economica, ma che i tassi d’interesse devono restare più alti più a lungo. Tassi elevati possono infatti contribuire a combattere l’inflazione. Ciò può creare uno scenario in cui la banca centrale del paese potrebbe in seguito cercare di ridurli nei sei mesi prima delle elezioni del 2026, creando così un vantaggio politico.

Analisi di mercato: febbraio 2025

A febbraio 2025 le azioni dei mercati emergenti (ME) hanno evidenziato un lieve rialzo. Il mese è stato fortemente caratterizzato da notizie sul fronte geopolitico e dei dazi. Il presidente statunitense ha annunciato l’intenzione di imporre dazi aggiuntivi e si è dato da fare per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina, sebbene il raggiungimento di un accordo di pace resta al momento incerto. Nel corso del mese l’indice MSCI EM ha guadagnato lo 0,50%, mentre l’indice MSCI World ha ceduto lo 0,69%.

La regione dell’Asia emergente ha evidenziato un andamento positivo. Le azioni cinesi hanno registrato buone performance nonostante la possibilità che gli Stati Uniti impongano dazi aggiuntivi. I progressi nel campo dell’intelligenza artificiale (IA) in Cina, nonostante gli sforzi USA per limitare lo sviluppo di tecnologie sofisticate nel paese, hanno dato luogo a un’ondata di ottimismo nei confronti della capacità cinese di innovare. Ad annunciare piani di sviluppo nel campo dell’IA sono state anche diverse società di internet. La discesa dell’azionario indiano è proseguita nonostante la riduzione a lungo attesa dei tassi d’interesse nel paese, la prima dal 2020, a causa dei timori degli investitori legati ai dazi statunitensi e all’incertezza sui futuri tagli dei tassi d’interesse negli Stati Uniti. I titoli azionari indiani legati ai consumi hanno però reagito positivamente all’annuncio della legge di bilancio da parte del governo indiano.

Le azioni di Corea del Sud e Taiwan hanno perso terreno a causa delle nuove minacce di dazi giunte dagli Stati Uniti. Le quotazioni dei produttori di acciaio sudcoreani, in particolare, sono scese dopo l’annuncio di dazi su tutte le importazioni della materia prima da parte degli Stati Uniti. Le banche centrali di entrambi i paesi hanno rivisto al ribasso le proprie previsioni sulla crescita economica per il 2025.

Le azioni dei mercati emergenti europei, del Medio Oriente e dell’Africa hanno evidenziato un rialzo. A fornire sostegno è stata la possibilità iniziale di una de-escalation delle tensioni geopolitiche, stavolta creata da una possibile tregua in Ucraina, in grado di ridurre i prezzi delle materie prime e le pressioni inflazionistiche. Le azioni dell’Arabia Saudita hanno tuttavia registrato perdite a causa di utili aziendali deboli.

Le azioni dei mercati emergenti dell’America Latina hanno ceduto terreno. Le banche centrali di Brasile e Messico hanno tagliato le proprie previsioni di crescita per il 2025. Le due economie stanno anche sperimentando contesti inflazionistici simili, con un rallentamento dei tassi d’inflazione annui a gennaio rispetto al mese precedente. La banca centrale messicana ha inoltre rivisto al ribasso il proprio tasso d’interesse di riferimento. Gli Stati Uniti hanno confermato che i dazi nei confronti del Messico entreranno in vigore a inizio marzo; l’aliquota non è stata ancora decisa.

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