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Ci vuole l’industria per salvare non solo la Sicilia, ma tutto il Paese

Non si può vivere di soli servizi. La Sicilia può essere l'hub di approvvigionamento energetico per l'intero Mediterraneo e la risorsa industriale per l'Italia

L’industria può salvare non solo la Sicilia, ma l’economia del Paese. E’ utile ricordare che l’Italia non è un membro del G7 per caso. Da un secolo, siamo tra i primi dieci produttori industriali al mondo. Nonostante le delocalizzazioni selvagge, frutto di una globalizzazione non gestita, il nostro paese continua ad avere asset, professionalità e cultura industriale di primo piano. L’idea che l’Italia si trasformi in un paese di soli servizi è sbagliata, non possiamo ridurci a un’imitazione delle Isole Cayman, sempre a inseguire gli altri, dobbiamo sfruttare la nostra capacità di ingegno, di produrre le cose belle che piacciono al mondo, dobbiamo tornare a valorizzare la nostra industria, ridurre la burocrazia e alleggerire le tasse per chi vuole fare impresa e per chi produce.

In questo ragionamento la Sicilia risulta centrale, con il suo apparato industriale importante, con la posizione geografica centrale sul mediterraneo, può giocare un ruolo da protagonista nel rilancio industriale del nostro paese. Nel settore dell’energia la Sicilia è tutt’oggi il volano dell’industria italiana, l’opportunità offerta dalla transizione energetica, se ben sfruttata, può consentire alla Sicilia di proporsi come modello di sviluppo. Purtroppo manca il supporto politico-istituzionale, l’ulteriore riduzione dei fondi che riguardano il PNRR ne è la dimostrazione. I siti industriali di Siracusa, Ragusa, Milazzo, Catania, Palermo, Porto Empedocle, Gela, hanno bisogno di supporto da parte di tutti i soggetti interessati, il loro rilancio, attraverso un massiccio piano di investimenti pubblici e privati, può rappresentare l’opportunità di sviluppo per l’isola.

Di contro, se non valorizzeremo il nostro assetto produttivo correremo il rischio di fermare le produzioni ed importare beni e servizi energetici. Fermare le raffinerie, le centrali elettriche ed importare prodotti raffinati ed energia elettrica dai paesi che si affacciano sul Mediterraneo, rappresenterebbe il tramonto del sogno industriale siciliano, quello che ha permesso alla Sicilia di non finire in coda alle classifiche produttive del mezzogiorno italiano. Questo è un pericolo da scongiurare, per queste ragioni, già dai primi mesi del 2024, ci metteremo al lavoro per cercare di fare rete coinvolgendo, attori sociali, politica ed istituzioni per elaborare un nuovo progetto industriale per la Sicilia, riaccenderemo l’attenzione su un tema che viene utilizzato solo strumentalmente in campagna elettorale, noi crediamo nel futuro industriale della nostra isola, noi crediamo nello sviluppo della Sicilia e siamo pronti a mettere in campo tutto ciò che serve per convincere chi ancora nicchia e non comprende la grande opportunità che abbiamo tra le mani.

Andrea Bottaro, segretario generale Uiltec Sicilia ed area Vasta

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