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Cosa c’entra Macron con la cessione di Bolloré Africa a Msc di Aponte

Per quale motivo Bolloré ha ceduto gli asset di logistica in Africa a Msc, la compagnia di trasporto marittimo della famiglia Aponte? Secondo Limes, l'intervento di Macron è stato fondamentale: ecco perché.

 

Il mese scorso la compagnia di trasporto marittimo Mediterranean Shipping Company (MSC), fondata da Gianluigi Aponte, ha completato l’acquisizione di Bolloré Africa Logistics, la divisione africana della società di logistica Bolloré Transport & Logistics che fa capo all’imprenditore francese Vincent Bolloré.

L’operazione ha un valore di 5,7 miliardi di euro.

Su Limes la giornalista Fiorina Capozzi – che da tempo segue tra l’altro la galassia societaria che fa capo all’imprenditore francese – si è però posta una domanda in merito all’accordo: “perché mai un industriale e finanziere bretone come Vincent Bolloré, proprietario di Vivendi e profondo conoscitore dell’Africa”, scrive, “avrebbe dovuto disfarsi di un business strategico, anche per il proprio paese, che macina utili operativi al ritmo del 32% annuo?”.

COSA NON TORNA DELLA CESSIONE DI BOLLORÉ AFRICA LOGISTICS

Secondo Capozzi, la cessione di Bolloré Africa Logistics non avrebbe senso né da un punto di vista economico, dato che le attività nel continente garantivano entrate importanti alla società, né da un punto di vista politico: fino alla presidenza di Nicolas Sarkozy – sostiene la giornalista -, Vincent Bolloré era l'”orecchio dello Stato francese nelle ex colonie” africane.

Inoltre, “l’idea che la famiglia Bolloré voglia concentrare i suoi investimenti su un solo business”, quello dei media, “non torna affatto” con il pensiero dell’uomo d’affari, da sempre attento alla diversificazione.

“Qualcosa sfugge”, aggiunge Capozzi, “del senso della cessione di Bolloré Africa Logistics, che fa di Msc il padrone indiscusso del traffico merci da e per l’Africa. Continente da sempre considerato dall’Eliseo e dalla Francia terreno di conquista, se non colonia”.

I RAPPORTI TRA MACRON E BOLLORÉ

Secondo Limes, Bolloré avrebbe deciso di cedere gli asset di logistica africani non per particolari difficoltà di business, ma a causa della sua “difficile relazione” con il presidente francese Emmanuel Macron.

Che tra i due non ci sia una particolare sintonia è testimoniato anche dal finanziamento che Bolloré ha offerto a Éric Zemmour, un politico di estrema destra, alle ultime elezioni presidenziali: “Macron invece è stato riconfermato e per la famiglia Bolloré il clima è diventato ancora più pesante […]. È in questo contesto di continuo contrasto con l’Eliseo”, e più in generale con le élite liberali che sostengono Macron, “che Bolloré ha maturato la decisione di abbandonare la logistica africana”.

IL RUOLO DI KOHLER

La cessione a MSC – scrive Capozzi – è stata guidata direttamente dall’amministrazione Macron e in particolare da Alexis Kohler, il segretario generale della presidenza che è peraltro indagato per un presunto conflitto di interessi legato ai suoi legami con la compagnia di Aponte e con la stessa famiglia: “sua madre, Sola Hakim, […] è la cugina di Raffaela Diamant, figlia di Régine Hakim e del banchiere svizzero Pinhas Diamant, nonché moglie dell’armatore sorrentino Gianluigi Aponte”.

Kohler è il consigliere più vicino a Macron e che ha più influenza su di lui.

Stando alla ricostruzione della giornalista, dunque, Kohler avrebbe fatto pressione su Bolloré per convincerlo a uscire dalla logistica africana e a vendere queste attività “a qualcuno ritenuto più affidabile per gli interessi dell’Eliseo”: ovvero agli armatori di MSC, che “sono diventati leader mondiali nella logistica internazionale via mare e che già conoscono bene il continente africano”, con una presenza che risale a decenni fa.

MSC È L’ALLEATO PERFETTO DI MACRON

Per la sua presenza infrastrutturale – che non si limita al trasporto marittimo, ma comprende anche porti, chiatte e ferrovie – MSC è “il nuovo grande alleato che Macron desiderava in Africa sia sotto il profilo delle relazioni geopolitiche sia sotto quello più propriamente industriale, anche per gestire la rete di amicizie che da sempre fanno la forza delle imprese francesi in Africa”.

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