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arnese

Meno Rossi e più verde in Tim, dossier Cinecittà, sassate sul duo Guerini-Fioroni, babele M5s

Cdp, Tim, Cinecittà, Intesa Sanpaolo, M5s, il ministero della Difesa, Guerini, Fioroni e non solo. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Startmag

 

PREZZO MASCHERATO PER LE FFP2

 

NUMERETTI NO VAX

 

MEDICI IRPINI NO VAX

 

SMART WORKING IN INTESA SANPAOLO

 

BABELE M5S

 

NELLE ANALISI SIAMO BRAVISSIMI, AD ACCIUFFARE GLI HACKER MOLTO MENO

 

LA SASSATA DI GUIDO PAGLIA SU GUERINI E FIORONI

 

NUOVO VERTICE IN TIM, ACCORDO CDP-VIVENDI?

 

DOSSIER CINECITTA’

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ESTRATTO DEL COMMENTO DI ALESSANDRO PENATI SU CINECITTA’ PER IL QUOTIDIANO DOMANI:

È vero che il ritorno degli investimenti in cultura non si misura in punti percentuali, ma Cinecittà Spa ha dichiaratamente l’obiettivo di generare ricavi e utili operando nel mercato delle produzioni audiovisive che è di grandi dimensioni (circa 1,3 miliardi quest’anno), in forte crescita, redditizio, concorrenziale e per lo più composto da società private.

Assimilare dunque Cinecittà Spa a un museo o a un Ente Lirico mi sembrerebbe una forzatura a essere generosi. Che poi lo stato si indebiti con la Commissione europea (perché il Pnrr per la maggior parte è debito) per dare capitali a una società di cui è l’unico azionista (tramite Mef), che in parte li girerà alla Cdp, di cui è pure azionista di controllo, affinché entri a sua volta nel capitale di Cinecittà lascia perplessi.

A completare il quadro di questo giro dell’oca, lo stato è l’unico azionista di Cinecittà (direttamente con il Mef e domani anche tramite Cdp), ma ne delega la gestione al ministero della Cultura, che la considera il proprio “braccio operativo”. L’unica spiegazione possibile è che si sia voluto dare un contentino a un ministero che faceva la figura del parente povero nella spartizione dei fondi del Pnrr.

È indubbio che la cultura abbia bisogno di risorse, e che il cinema sia cultura, ma questo utilizzo del Prnn assomiglia a un sussidio a un’impresa pubblica che altrimenti non riuscirebbe a sopravvivere in un mercato concorrenziale. Non il modo migliore di usare risorse che andranno ad aumentare la montagna del nostro debito pubblico.

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