BlackRock, la più grande società di investimento al mondo, ha nominato nel proprio consiglio di amministrazione Amin Nasser, l’amministratore delegato di Saudi Aramco, la più grande compagnia petrolifera al mondo. È una mossa curiosa per BlackRock, che da qualche anno sta dando molta attenzione al rischio climatico e agli ESG, quei fattori che “misurano” la sostenibilità ambientale, sociale e di governance di un investimento.
IL SENSO DELLA MOSSA DI BLACKROCK
La nomina di Nasser, alla guida di Aramco dal 2015, segnala forse la volontà di BlackRock di riaffermare il proprio sostegno all’industria petrolifera e allontanare le critiche degli ambienti conservatori, che la accusano di stare boicottando il settore oil & gas (nel quale, in realtà, continua a investire massicciamente). L’amministratore delegato Larry Fink ha detto che l’ingresso di Nasser nel board darà a BlackRock una “prospettiva unica” su alcune questioni chiave per l’azienda e i suoi clienti.
LARRY FINK È TRA DUE FUOCHI
BlackRock si trova tra due fuochi. Viene attaccata, da un lato, dagli ambienti conservatori statunitensi ostili agli ESG e al cosiddetto “capitalismo woke” (cioè attivista e di sinistra radicale, semplificando) che la accusa di stare boicottando l’industria petrolifero e di dare più importanza a generiche garanzie di sostenibilità piuttosto che al ritorno economico degli investimenti. Ma BlackRock viene anche criticata, dall’altro lato, dal mondo progressista americano, che le chiededi abbracciare l’azione climatica con maggiore convinzione e ambizione: BlackRock continua infatti a investire in asset legati ai combustibili fossili, essendo azionista di grosse compagnie petrolifere come ExxonMobil, ConocoPhillips e pure della stessa Saudi Aramco (con una quota dal valore di 2,4 miliardi di dollari).
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NASSER, BLACKROCK E GLI ESG
Sasja Beslik, responsabile degli investimenti presso NextGen ESG, ha detto a Bloomberg che l’ingresso di Nasser nel consiglio di BlackRock “segnala in parte che abbiamo bisogno di petrolio e gas al tavolo se vogliamo che questa transizione funzioni”. Parallelamente, però, la mossa “protegge anche BlackRock dagli avvoltoi che mettono in discussione la sua posizione pubblica in materia di ESG, che in pratica non è mai stata rigida”, come visto.
A detta di Fink, Nasser ha “esperienza di leadership”; inoltre, “la sua comprensione del settore energetico globale e dei fattori che determinano il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio, nonché la sua conoscenza della regione del Medioriente, contribuiranno in modo significativo al dialogo nel consiglio di amministrazione di BlackRock”.
Nasser è peraltro molto critico sugli ESG. Lo scorso febbraio, per esempio, aveva detto che i fattori di sostenibilità hanno “un pregiudizio automatico contro tutti i progetti energetici convenzionali”, e che questo pregiudizio sarà la causa di un sottoinvestimento negli idrocarburi rischioso per la sicurezza energetica e l’economia globale.
È possibile che alcuni clienti di BlackRock, quelli più attenti alla sostenibilità climatica, non accolgano con favore la presenza di Saudi Aramco nel board e rivedere i loro investimenti. Ma la compagnia saudita sta già ricevendo investimenti ESG – non è chiaro se in maniera intenzionale – attraverso una complicata concatenazione di operazioni finanziarie che coinvolgono anche la stessa BlackRock.