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Birkenstock farà le scarpe alla concorrenza anche in Borsa?

Dopo l'offerta pubblica iniziale, la negoziazione di Birkenstock ha raggiunto gli 8,6 miliardi di dollari. L'analisi di Simone Di Biase, Head of Relationship Management realizzato per BG SAXO.

Birkenstock è un’iconica azienda tedesca di sandali e scarpe, l’ultima IPO in ordine d’arrivo dopo le recenti di Arm e Instacart. Il prezzo di quotazione è stato fissato a $ 46 per azione, alla metà della forchetta proposta e che porta la società ad una valutazione di $ 8,6 miliardi, raccogliendo di fatto $ 1,5 miliardi. Birkenstock ha iniziato a negoziare nella seduta di ieri sul NYSE con il ticker BG SAXO BIRK:xnys.

Seppure la chiusura sia stata a 40,20 dollari (in calo del 13% rispetto all’Ipo), la società è convinta che l’”appetito” degli investitori per Birkenstock resti solido tanto che la holding familiare del presidente di LVMH Bernard Arnault punta molto sull’azienda e ha indicato che è disposta ad aumentare ulteriormente i suoi investimenti. Questo è visto da molti osservatori come un buon segno per le prospettive di Birkenstock, in quanto LVMH è il principale conglomerato del lusso al mondo.

LA FORZA DEL BRAND BIRKENSTOCK

È un brand con una forte notorietà negli Stati Uniti e un’elevata disponibilità al riacquisto, infatti ogni cliente statunitense possiede più di tre paia di sandali o scarpe Birkenstock.

La società ha, inoltre, ampliato con successo la sua attività direct-to-consumer al 38%, che è stato un fattore chiave della recente espansione del margine EBITDA dal 27% nel FY20 (terminato il 30 settembre 2020) al 35,5% previsto nel FY23 (fino al 30 settembre 2023). I ricavi nel FY23 dovrebbero essere di circa 1,5 miliardi di dollari, in aumento del 21% a/a, ma è probabile che questa crescita diminuisca poiché la spesa globale dei consumatori si sta normalizzando dopo la pandemia.

Va inoltre segnalato che la crescita futura di Birkenstock è prevista al di fuori del Nord America e dell’Europa che oggi rappresentano il 90% del fatturato. Un altro fattore di fondo positivo per le prospettive è che i ricavi sono quasi equamente bilanciati in tutte le fasce d’età, suggerendo che il marchio Birkenstock attrae anche i giovani e quindi, su questa base, si può fare affidamento sul futuro. Inoltre, la base di clienti è prevalentemente costituita da persone con alto reddito e quindi l’azienda è in grado di vendere i suoi sandali e scarpe a prezzi alti migliorando di conseguenza la redditività del business.


GLI ASPETTI NEGATIVI


Ci sono, ovviamente, anche alcune cose negative da evidenziare sul business di Birkenstock. Con circa 4 miliardi di dollari di capitale distribuito nel business, il ritorno sul capitale investito dovrebbe essere migliore rispetto a circa l’8% previsto per il FY23. Probabilmente, anche in ragione di questa quotazione in Borsa, è possibile che questa sarà una priorità chiave in futuro.

Altra cosa da considerare: Birkenstock ha un’alta concentrazione di redditività da alcuni prodotti, infatti il 75% del fatturato provenie da soli cinque articoli. In termini di valutazione azionaria Birkenstock sembra dirigersi sui livelli di Adidas.

Birkenstock è valutata a un multiplo EV/EBITDA FY24, circa 18x rispetto ad Adidas che staziona a circa 15,3x, questo perché Birkenstock ha anche un profilo di crescita più elevato a causa dei bassi ricavi in Asia e del maggiore potenziale di penetrazione sul direct-to-consumer.

 

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LE PERFORMANCE POST-IPO DI ARM, KLAVIYO E INSTACART

Birkenstock è la quarta importante IPO di quest’anno, facendo tornare in auge l’interesse sulle quotazioni. Questo in quanto gli investitori sono ora più disposti a investire dato che le prospettive nell’ultimo periodo sono cambiate e si è passati da un sentiment che vedeva la certezza di recessione ad una possibile crescita robusta.

Delle tre recenti IPO di Arm, Klaviyo e Instacart, le prime due infatti hanno registrato guadagni mentre Instacart è l’unica ad aver registrato un calo.

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