Quando è scoppiata la crisi internazionale “l’Europa era impreparata, la Bce era impreparata. Draghi ha fatto il Quantitative easing solo nel 2012, quattro anni dopo l’inizio della crisi. Questa è la mia critica, non sono contro l’Europa ma (le istituzioni, ndr) non sono state dotate degli strumenti giusti”.
E’ quello che ha detto oggi Paolo Savona, presidente della Consob, intervenendo al Meeting di Rimini (qui lo speciale di Start Magazine con tutti i nomi delle aziende che sostengono la kermesse di Comunione e liberazione), sottolineando che le istituzioni Ue sono “incomplete”.
Per Savona “serve una banca centrale che ha il potere di intervenire sulla speculazione ma non nel modo in cui ha fatto Draghi”. Infatti, Savona ha spiegato che la Bce “interviene sul debito pubblico italiano che ne ha bisogno, perché è oggetto di speculazione, ma poi interviene anche su quello tedesco che non ne ha bisogno” e in questo modo “gli interventi della banca centrale calmierano ma non risolvono”.
In realtà – nota Radiocor – il quantitive easing fu annunciato tre anni dopo, nella riunione di gennaio 2015 del comitato direttivo della Bce a Francoforte e attivato ufficialmente due mesi dopo, subito dopo la riunione esterna della Bce a Cipro. Il programma prevedeva all’inizio acquisti di titoli di debito per 60 miliardi di euro al mese fino al settembre 2016 incluso.
Il programma venne poi esteso e modificato secondo le esigenze del momento per poi essere terminato lo scorso dicembre. Va peraltro ricordato che il Qe venne fortemente osteggiato dai paesi nordici, in particolare la Germania che ne mise in dubbio la costituzionalità.
Il “bazooka”, come venne ribattezzato, dovrebbe ora essere riattivato in occasione della riunione del 12 settembre per fronteggiare un continuo e progressivo peggioramento delle prospettive di inflazione.