Arabia Saudita prossimo partner di Leonardo per rilanciare Aerostrutture, la divisione del gruppo colpita dalle difficoltà del primo committente Boeing a rischio scorporo?
Il 26 febbraio è prevista la visita di una delegazione saudita agli impianti di Leonardo di Nola, Pomigliano, Grottaglie e Foggia, ovvero i quattro siti che ospitano le attività della divisione Aerostrutture del gruppo guidata da Roberto Cingolani. Alla visita di due giorni che dovrebbe essere guidata da esponenti del governo di Riad sarà presente anche il vertice del gruppo aerospaziale.
Come riporta oggi Repubblica, Leonardo Aerostrutture cerca un nuovo partner industriale, con la possibilità di concludere l’accordo entro marzo, accelerato dalle difficoltà della divisione aerospazio legate alla crisi Boeing. «Stiamo guardando a partenariati finanziari e industriali, speriamo di avere qualche notizia entro la fine di marzo», ha confermato il presidente del gruppo Leonardo, Stefano Pontecorvo, ripreso dal quotidiano del gruppo Gedi. Solo lo stabilimento di Grottaglie – uno dei più impattati dalla crisi della pandemia sul settore aereo civile è stato proprio il sito monocommessa del capaluogo tarantino della divisione Aerostrutture di Leonardo, che produce le sezioni della fusoliera del Boeing 787 –, ricorda il presidente, perde attualmente 300 milioni l’anno sull’arco di 4 anni, quindi 1,2 miliardi.
Inoltre, la visita segue la sigla della firma di un MoU – in occasione di incontri bilaterali tra Italia e il Regno dell’Arabia Saudita – tra il Ministero degli Investimenti dell’Arabia Saudita (MISA), l’Autorità Generale per l’Industria militare (GAMI) e Leonardo con l’obiettivo di discutere, sviluppare e valutare una serie di investimenti e opportunità per espandere ulteriormente la collaborazione nei settori dell’aerospazio e della difesa. Come ricordava la nota della stessa Leonardo, “questo accordo segue il MoU firmato e annunciato all’inizio del 2024 che aveva quale obiettivo la valutazione ed esplorazione di molteplici aree di cooperazione: spazio, manutenzione/riparazione/revisione per aerostrutture, localizzazione per sistemi di guerra elettronica, radar e per l’assemblaggio di elicotteri”.
Senza dimenticare che, lo scorso anno, proprio il Regno aveva espresso interesse per aderire al Gcap, il programma congiunto di Regno Unito, Italia e Giappone per il sistema di combattimento aereo di sesta generazione in cui Leonardo è capofila industriale. In vista una collaborazione win-win tra Leonardo e il regno saudita?
Tutti i dettagli.
DAL GCAP LA COLLABORAZIONE SU EUROFIGHTER E NH90
Come spiegava di recente il co-direttore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, a Defense News, l’Arabia Saudita può acquisire il know-how industriale di cui ha bisogno per partecipare al programma Gcap, installando prima linee di assemblaggio per elicotteri NH90 ed Eurofighter.
“È necessario introdurre un lavoro intermedio e crediamo che alcuni programmi come Eurofighter possano essere la giusta via d’accesso a Gcap”, aveva spiegato Mariani.
Da capire se la visita della delegazione in Italia sarà anche funzionale al possibile investimento saudita nella divisione Aerostrutture per la quale Leonardo è alla ricerca di un partner: in occasione della presentazione dei risultati preliminari 2024, l’ad Roberto Cingolani ha affermato che il potenziale coinvestitore è stato individuato, segnala Radiocor.
LA RICERCA DI UN PARTNER PER AEROSTRUTTURE
Proprio riguardo la situazione delle Aerostrutture, il break even di queste attività arriverà “nel 2028 o nel 2029” anziché entro la fine del 2025 come inizialmente previsto, aveva spiegato lo scorso l’ad di Leonardo Cingolani, presentando agli analisti i conti dei primi 9 mesi.
Serve trovare delle “soluzioni con altri partner” perché un atteggiamento ‘inerziale’ fallirebbe comunque, secondo il numero uno di Leonardo.
La via, aveva aggiunto Cingolani, potrebbe riguardare uno scorporo delle attività “proteggendo il più possibile la forza lavoro” e la ricerca “di un partner forte”: “La partnership è molto importante”, ha proseguito aggiungendo però che nell’aviazione civile non è facile trovare un alleato perché “i margini sono bassi, la competizione è veramente difficile soprattutto nei Paesi con il costo del lavoro basso, i contratti sono di lunga durata e non flessibili”.
Il nuovo scenario sarà presentato, aveva detto Cingolani, in occasione dell’aggiornamento del piano industriale a marzo.
Quindi tra qualche settimana si conoscerà l’esito del sopralluogo della delegazione saudita agli impianti della divisione Aerostrutture.
CHE SUCCEDE ALLA DIVISIONE DI LEONARDO
All’inizio del 2022 il gruppo di Piazza Monte Grappa aveva annunciato il rilancio della divisione Aerostrutture — i cui quattro stabilimenti sono a Pomigliano D’Arco, Nola, Foggia e Grottaglie — con un piano di nuovi investimenti da 300 milioni di euro, partito nella seconda metà del 2023, finalizzato a consolidare la centralità del business attraverso l’aggiornamento tecnologico di programmi, stabilimenti e processi produttivi.
Tanto che nel piano industriale 2024-28, presentato lo scorso marzo, Leonardo aveva indicato per la divisione Aerostrutture una crescita di ordini e ricavi rispettivamente del 16% e 17%, “con il breakeven ebita entro la fine del 2025”. L’azienda si era mostrata quindi fiduciosa che riprendano gli ordini per i grandi produttori di aerei come Boeing e Airbus.
L’ANDAMENTO DI LEONARDO AEROSTRUTTURE NEL 2024
Ma come sta andando la divisione Aerostrutture?
La scorsa settimana il gruppo di Piazza Monte Grappa ha diffuso i risultati preliminari di Leonardo del bilancio 2024 esaminati dal cda presieduto da Pontecorvo.
La Divisione Aerostrutture ha riportato un margine operativo lordo negativo per 168 milioni nel 2024, inferiore rispetto a – 163 milioni nel 2023, “in quanto il maggior assorbimento per l’incremento delle ore di produzione ha parzialmente compensato i maggiori costi di produzione per fenomeni inflattivi” spiega la nota della società.
“Nonostante le difficoltà esogene alla divisione che continuano ad impattare la crescita del programma Boeing 787, nel 2024 è stata registrata una maggiore domanda degli OEM che ha determinato il progressivo incremento della produzione e delle consegne, anche grazie al graduale superamento delle difficoltà riscontrate a tutti i livelli della supply chain” prosegue la nota.
Per gli ordini, “si evidenzia una performance commerciale superiore al 2023 per le serie Boeing 787 in relazione all’attesa ripresa della demand di Boeing con un lieve incremento anche per i programmi con il consorzio GIE e con Airbus”.
Infine, i ricavi hanno registrato una crescita rispetto al 2023 (+17,3%), per effetto delle maggiori attività sui programmi B787 e A321.
Nel corso della presentazione dei conti agli analisti, Cingolani aveva affermato che Leonardo “ha identificato un potenziale coinvestitore” per dare vita al riassetto delle attività di produzione di Aerostrutture con cui sono “in corso trattative serrate”. Il numero uno di Leonardo non aveva voluto fornire ulteriori dettagli rimandando alla presentazione dell’aggiornamento del piano il prossimo 11 marzo.