La pizza napoletana viene candidata dall’Italia, nell’anno di Expo 2015, nella lista del Patrimonio culturale immateriale 2015/2016 Unesco ma in Italia quattri pizzaioli su dieci sono stranieri e ci sono ben sei mila posti vacanti. Il dato viene reso pubblico da Coldiretti proprio nel giorno in cui decolla la candidatura dell’ “Arte dei pizzaiuoli napoletani” presso l’Unesco. Tutti a sperticarsi sui giornali a dire la propria, “è un grande riconoscimento”, “convinceremo l’Unesco”, “nell’anno dell’Expo non poteva esserci notizia migliore”, e via dicendo.
In Italia, sono almeno 100 mila i lavoratori fissi nel settore della pizza ai quali – sottolinea la Coldiretti – se ne aggiungono altri 50 mila nel fine settimana, secondo i dati dell’Accademia pizzaioli. Di questi, 65 mila sono italiani, mentre tra gli stranieri a prevalere sono i circa 20 mila egiziani e gli oltre 10 mila marocchini.
Ogni giorno si sfornano circa 5 milioni di pizze per un totale di un miliardo e mezzo all’anno secondo la Fipe. Anche se – conclude la Coldiretti – i maggiori mangiatori sono diventati gli Stati Uniti che fanno registrare il record mondiale dei consumi con una media di 13 chili per persona all’anno, quasi il doppio di quella degli italiani che si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili.
In Italia non mancano solo pizzaioli ma mancano parecchi lavoratori nel settore dell’artigianato e del terziario, non vogliamo riportare a tal proposito nessuna statistica. Si perdono le tradizioni, e in un paese che pensa a sfornare laureati – lamentandoci allo stesso tempo che i laureati in Italia sono meno che negli altri paesi – una notizia come questa serve a far riflettere sul valore della tradizione del lavoro che rimane sempre attuale.