Secondo il South China Morning Post, la multinazionale americana inizierà a partire da fine mese, lo smantellamento di un ufficio che conta 350 dipendenti. La voce pare sia stata confermata da un portavoce della compagnia. La sede in Cina era stata inaugurata nel 2009 ed era rimasta uno degli ultimi baluardi rimasti nel paese a seguito della progressiva ritirata seguita all’exploit del gigante cinese dell’e-commerce Alibaba nel 2005. L’azienda ha spiegato che “non offriamo attualmente prodotti locali ma l’ufficio serviva come centro di ricerca e sviluppo”. Alla fine del 2014 Yahoo aveva circa 12.500 lavoratori in tutto il mondo. La chiusura dell’ufficio, a dire della società, non sarebbe stata dettata dalle preoccupazioni suscitate dalle politiche del governo cinese.

La smobilitazione chiude un capitolo controverso per la società di Sunnyvale. I dirigenti Yahoo! sono stati oggetto di critiche da parte di attivisti per i diritti umani e legislatori dopo che la società ha girato informazioni al governo cinese sulla giornalista Shi Tao, che è stato poi condannato a 10 anni di carcere.
L’azione rientra in un’opera di riassetto globale: Solo il mese scorso Yahoo! ha tagliato circa l’1 per cento della sua forza lavoro, ovvero circa 125 persone compresa la redazione canadese. Negli ultimi mesi il colosso ha deciso di chiudere battenti ad Amman, in Giordania, e ha tagliato circa 400 posti presso la sua sede a Bangalore, in India.
Trai i grandi Yahoo non è la sola a ridimensionare l’impegno in Cina. Come riporta Ansa, lo scorso mese anche Microsoft ha annunciato un taglio di 9mila impiegati e la chiusura di due fabbriche. Adobe Systems ha chiuso un centro di ricerca lo scorso dicembre, mentre Zynga, specializzata in giochi per i social network (madre di Farmville) ha chiuso il mese scorso il suo studio dove lavoravano 71 persone.