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Stellantis cda

Come sarà davvero l’azionariato del gruppo Fca-Psa

La famiglia Peugeot potrebbe salire dal 6% all'8,5% nella nuova casa auto Psa-Fca. Fatti, numeri e scenari

La famiglia Peugeot non si accontenterà del 6% della nuova casa auto che nascerà dalla fusione Psa-Fca. Concluse tutte le operazioni e completato il matrimonio finanziario, la famiglia Peugeot eserciterà il diritto all’acquisto del 2,5% ulteriore del capitale, come ha rivelato Jean-Philippe Peugeot, rappresentante della holding di famiglia, a L’Est Républicain.

I PIANI DI PEUGEOT

“Sì”, ha risposto Jean-Philippe Peugeot alla domanda del giornalista Alexandre Bollengier se la possibilità di acquisire quell’ulteriore 2,5% delle quote azionarie, concesso nell’ambito delle linee guida della fusione, nei prossimi sette o otto anni costituisse per un “obiettivo principale” del gruppo.

LE DICHIARAZIONI DELLA FAMIGLIA PEUGEOT

“Per ottenere questa possibilità – ha anche rivelato Jean-Philippe Peugeot – il negoziato è stato complesso e il risultato non era scontato. Appena sarà completata la fusione la mia famiglia darà segnali di interesse”.

LO STATO FRANCESE ANDRÀ VIA DAL CAPITALE?

Mentre Peugeot aumenta, qualcuno potrebbe scendere nel capitale. È il caso dello Stato francese, azionista tramite il suo braccio finanziario Bpifrance, “La mia famiglia lo ringrazia per essere stato presente nel 2013-2014, quando il PSA era in difficoltà, ma probabilmente non resterà per sempre nell’azionariato perché quella non è la sua vocazione”.

Jean-Phillipe Peugeot, infatti, è convinto che lo Stato “rimarrà indubbiamente nel capitale della nuova società solo il tempo necessario per assicurarsi che l’occupazione venga preservata in modo stabile”, come riporta Tribune.

IL NUOVO AZIONARIATO

Ma allora, come sarà il nuovo azionariato della società paritetica Psa-Fca? I tre azionisti attuali di Psa, la famiglia Peugeot, lo Stato francese (Bpifrance) e il socio cinese Dongfeng, vedranno scendere la loro quota dal 12% al 6%. Dimezzata sarà anche la quota di Exor, primo azionista di Fca, che passerà dal 28,9% al 14%.

Ma le quote non resteranno così per molto tempo: il socio cinese, che non ha firmato la clausola di lock-up, che obbliga alcuni azionisti a non cedere, in tutto o in parte, le azioni detenute, per un determinato periodo successivo alla conclusione dell’offerta, dovrebbe scendere subito al 4,5% (l’1,5% sarà venduto al Gruppo Psa, con contestuale annullamento delle azioni). Nessuna clausola di lock up nemmeno per lo Stato francese, che dovrebbe scendere in tempi brevi al 3,5%. La famiglia Peugeot, invece, dovrebbe raggiungere l’8,5%, ma può acquistare solo dai cinesi, dallo Stato francese e dal mercato. Insomma, le quote francesi potrebbe oscillare, come ipotizza il Sole 24 Ore, tra il 12%, se la famiglia Peugeot acquistasse dallo Stato, e il 14,5%, se la la famiglia rastrellasse sul mercato e lo Stato restasse al 6%.

L’OSTACOLO ANTITRUST

I giochi però non sono ancora fatti. E la fusione deve ancore ricevere l’ok delle autorità Antitrust europee ed americane. Su questo, però, la famiglia Peugeot, nonostante la preoccupazione non manchi, si dice tuttavia fiduciosa, perché “lo Stato francese e l’Europa vogliono che la fusione abbia successo”.

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