Gli Stati Uniti ostacolano gli sforzi della Cina nel collaborare con l’Europa e altri partner internazionali nei progetti spaziali riguardo la Luna e non solo.
È l’accusa lanciata da Wu Weiren, progettista capo del programma cinese di esplorazione lunare, secondo cui Washington tenta di interferire nei tentativi di Pechino di cooperazione internazionale.
Sia la Cina che gli Stati Uniti hanno in programma di inviare esseri umani sulla superficie lunare. Wu ha affermato che la Stazione Internazionale di Ricerca Lunare (Ilrs), un’iniziativa guidata da Russia e Cina per stabilire una base permanente sulla Luna entro il 2035, si sta sviluppando bene, con 17 paesi e organizzazioni internazionali già iscritti come membri.
Dall’altra parte ci sono gli Usa con il programma Artemis, della Nasa, volto a stabilire una presenza umana duratura sulla Luna come punto di appoggio per future missioni di esplorazione interplanetaria. Ad oggi gli Accordi Artemis contano oltre 50 firmatari, compreso il nostro paese, tra i primi otto firmatari nel 2020.
Inoltre l’alto funzionario spaziale cinese ha criticato anche la prospettiva di un cambiamento delle priorità spaziali degli Stati Uniti, rileva Bloomberg.
Tutti i dettagli.
LA CORSA ALLO SPAZIO TRA USA E CINA
La competizione tra Stati Uniti e Cina nello spazio si sta intensificando e i prossimi anni potrebbero determinare quale paese otterrà un vantaggio.
La missione Artemis I ha inviato una navicella spaziale con equipaggio per un volo di prova attorno alla Luna nel 2022. Lo scorso dicembre la Nasa ha posticipato Artemis II, la prima missione con equipaggio che dovrebbe portare quattro astronauti in orbita attorno alla Luna, rinviandola da settembre 2025 ad aprile 2026.
Dopo aver inviato un veicolo spaziale in orbita attorno alla Luna nel 2007 e di nuovo nel 2010, la Cina ha fatto atterrare la navicella spaziale Chang’e-3 nel 2013, diventando la prima nazione ad effettuare un atterraggio morbido sulla superficie lunare dopo quelli compiuti da Stati Uniti e Unione Sovietica cinquant’anni fa.
All’inizio del 2019, la Cina è diventata il primo paese a far atterrare un veicolo spaziale sul lato nascosto della Luna. E nel 2020 ha riportato campioni dalla superficie lunare.
La Cina ha dichiarato di voler stabilire una base vicino al polo sud lunare, dove c’è acqua sotto forma di ghiaccio nei crateri permanentemente in ombra. Il Polo Sud è anche il luogo in cui la Nasa intende andare come parte del suo programma Artemis. Pechino ha anche annunciato l’obiettivo di far sbarcare i taikonauti sulla Luna entro la fine di questo decennio.
L’ATTENZIONE DI WASHINGTON ALLA LUNA (O A MARTE?)
Al momento però l’impegno di Washington per la Luna come pilastro centrale delle sue ambizioni di esplorazione spaziale umana rimane una questione aperta, sottolinea Bloomberg.
Per mesi, l’agenzia spaziale e i suoi partner commerciali e internazionali hanno dovuto affrontare l’incertezza su come l’amministrazione Trump potrebbe cercare di riallineare le missioni della Nasa per concentrarsi su Marte, piuttosto che sulla Luna. Senza dimenticare che il pianeta rosso è obiettivo dichiarato di Elon Musk, consigliere di Trump in questa amministrazione.
“Quando cambia il presidente, cambiano anche le sue politiche”, ha dichiarato Wu Weiren, durante un evento a Shanghai in occasione della Giornata dello Spazio, celebrazione annuale del Paese, riporta ancora Bloomberg.
ILRS VS ARTEMIS
Wu ha dichiarato a Reuters che la Cina ha perseguito una politica di diplomazia spaziale aperta, in contrasto con gli Stati Uniti, e che rimane aperta alla cooperazione nell’esplorazione lunare con i paesi in via di sviluppo e sviluppati.
“Ilrs è l’unica missione al mondo che offre pari opportunità a qualsiasi paese di essere accettato e di partecipare attivamente proponendo carichi utili e satelliti”, ha affermato Hernan Merino Choque, ufficiale dell’Aeronautica Militare del Perù e vicedirettore dell’Organizzazione per la Cooperazione Spaziale Asia-Pacifico (ASP).
Le recenti missioni cinesi senza equipaggio sulla Luna, volte a gettare le basi per la futura costruzione di una base lunare con equipaggio, hanno trasportato carichi utili stranieri da paesi come Pakistan, Thailandia, Italia e Francia, accrescendo il prestigio della diplomazia spaziale di Pechino, sottolinea ancora Reuters.
L’INTERFERENZA DI WASHINGTON
Proprio Wu ha suggerito che la Cina non sia stata in grado di attrarre tanti partner per il progetto lunare quanto gli Stati Uniti a causa dell’interferenza statunitense, sebbene non abbia fornito dettagli.
“Il trend di sviluppo dell’ILRS è molto buono, ma rispetto agli Accordi Artemis degli Stati Uniti, il nostro è molto più limitato in termini di paesi perché gli Stati Uniti interferiscono costantemente nella nostra cooperazione con altri paesi, inclusa l’Europa”, ha dichiarato Wu.
Il funzionario spaziale cinese ha ribadito le critiche cinesi a una politica statunitense di lunga data che limita la capacità della Nasa di coordinarsi con le sue controparti in Cina.
“Accogliamo con favore gli scambi con la Cina e gli Stati Uniti, giusto? Vogliamo comunicare, ma lui non è disposto a farlo ora”, ha detto Wu, ripreso da Bloomberg. “La nostra porta è aperta, ma la loro è chiusa”.
SPRINTA LA COLLABORAZIONE SPAZIALE TRA MOSCA E PECHINO
Nel frattempo, ricorda ancora Reuters, la diplomazia spaziale tra Stati Uniti e Cina risulta limitata dall’emendamento Wolf, una legge statunitense approvata nel 2011 che vieta alla Nasa di collaborare con “la Cina o qualsiasi azienda di proprietà cinese, a meno che tali attività non fossero specificamente autorizzate”.
Dall’altra parte “Cina e Russia collaborano al meglio ora”, ha affermato Wu, aggiungendo che Pechino auspica un’ulteriore cooperazione con Mosca sull’energia nucleare lunare.