Skip to content

apple meta ue

Perché l’Antitrust Ue ha multato Apple e Meta

Apple ha ricevuto una multa di 500 milioni di euro e Meta di 200 milioni di euro dall'autorità antitrust dell'Ue che ha imposto le prime sanzioni ai sensi del Digital Market Act (Dma). Tutti i dettagli

 

Multa totale 700 di milioni dall’Antitrust Ue per i colossi tech statunitensi Apple e Meta.

Mercoledì il colosso di Cupertino ha ricevuto una multa di 500 milioni di euro mentre il gigante di Menlo Park di 200 milioni di euro comminate entrambe dall’autorità antitrust dell’Unione europea. Si tratta delle prime sanzioni ai sensi del Digital Market Act (Dma), la legge Ue entrata in vigore nel 2024 per contrastare le pratiche sleali e l’abuso di posizione dominante delle Big Tech sui mercati digitali.

In caso di violazione del Dma, le sanzioni arrivano fino al 10% del fatturato totale della società a livello globale, che può salire al 20% in caso di violazione reiterata. Dunque potenziali miliardi di euro per big tech.

Nello specifico, la Commissione europea ha stabilito che Apple ha violato il suo obbligo di anti-steering ai sensi del Digital Markets Act (Dma) e che Meta ha violato l’obbligo del Dma di offrire ai consumatori la possibilità di scegliere un servizio che utilizzi meno dati personali, indica una nota di Bruxelles.

Sanzioni relativamente modeste emesse mentre i funzionari cercano di evitare l’escalation delle tensioni con la Casa Bianca, osserva il Financial Times. Secondo Reuters, le sanzioni dell’Ue potrebbero alimentare tensioni con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha minacciato di imporre dazi contro i paesi che penalizzano le aziende statunitensi.

Sempre oggi la Commissione ha anche annunciato la chiusura di altre due indagini su Apple e Meta senza ulteriori sanzioni.

Tutti i dettagli.

LA MULTA INFLITTA AD APPLE

Le sanzioni fanno seguito a un’indagine durata un anno da parte della Commissione europea per verificare se le aziende rispettino il Digital Markets Act.

La Commissione europea ha accertato che Apple ha violato il suo obbligo anti-steering ai sensi del Dma. La clausola anti-steering stabilisce che gli sviluppatori di app che distribuiscono le proprie app tramite l’App Store di Apple dovrebbero essere in grado di informare gratuitamente i clienti di offerte alternative esterne all’App Store, indirizzarli verso tali offerte e consentire loro di effettuare acquisti.

L’azienda non è riuscita a dimostrare che tali restrizioni siano oggettivamente necessarie e proporzionate, precisa Bruxelles aggiungendo che la sanzione inflitta ad Apple tiene conto della gravità e della durata della non conformità.

Pertanto le autorità di regolamentazione hanno multato il produttore di iPhone per 500 milioni di euro e le hanno ordinato di rivedere le sue regole dell’App Store entro due mesi, a seguito di un’indagine volta a verificare se le regole di Apple impedissero agli sviluppatori di app di indirizzare i consumatori verso offerte esterne alla sua piattaforma.

Se l’azienda non ottempera, la Commissione può multarla per ogni giorno aggiuntivo di violazione della legge, specifica Politico.

LA SANZIONE COMMINATA A META

Allo stesso tempo, Bruxelles ha imposto una multa di 200 milioni di euro a Meta sostenendo che il gruppo tecnologico fondato da Mark Zuckerberg deve modificare il suo modello “consenso o pagamento”, che obbliga gli utenti a consentire il tracciamento dei dati o a pagare una quota di abbonamento per un’esperienza senza pubblicità.

In base al Dma, i gatekeeper devono richiedere il consenso degli utenti per combinare i loro dati personali tra i servizi. Gli utenti che non acconsentono devono avere accesso a un’alternativa meno personalizzata ma equivalente.

Nel novembre 2023, ricorda la nota di Bruxelles, Meta ha introdotto un modello pubblicitario binario “Consenso o pagamento”. In base a questo modello, gli utenti dell’Ue di Facebook e Instagram potevano scegliere tra acconsentire alla combinazione dei dati personali per la pubblicità personalizzata o pagare un abbonamento mensile per un servizio senza pubblicità.

AL CENTRO IL MODELLO “CONSENSO O PAGAMENTO” DEL GRUPPO SOCIAL DI ZUCKERBERG

La Commissione ha ritenuto che questo modello non sia conforme al Dma, in quanto non offriva agli utenti la possibilità di scegliere un servizio che utilizzasse meno dati personali ma che fosse comunque equivalente al servizio di “pubblicità personalizzata”. Il modello di Meta, inoltre, non consentiva agli utenti di esercitare il diritto di acconsentire liberamente alla combinazione dei propri dati personali.

LE MOTIVAZIONI DI BRUXELLES

Le due decisioni, indica Bruxelles, “sono state prese dopo un ampio dialogo con le aziende interessate, che ha consentito loro di presentare in dettaglio le proprie opinioni e argomentazioni”.

“Abbiamo intrapreso azioni di contrasto ferme ma equilibrate contro entrambe le aziende, basate su regole chiare e prevedibili”, ha dichiarato Teresa Ribera, responsabile della concorrenza dell’Ue. “Tutte le aziende che operano nell’UE devono rispettare le nostre leggi e i valori europei”.

DOPO IL BASTONE, LA CAROTA

Oltre alle decisioni di non conformità, sia Meta che Apple hanno ricevuto un incentivo, constata Politico.

La Commissione europea ha annunciato infatti di aver chiuso un’indagine sulla conformità di Apple alle norme del Dma su browser e app predefinite a seguito delle modifiche che hanno aiutato concorrenti come Mozilla ad affermarsi sui dispositivi iOS. Inoltre sempre oggi la Commissione ha stabilito che il servizio di intermediazione online di Meta, Facebook Marketplace, non dovrebbe più essere designato ai sensi del Dma.

La decisione fa seguito a una richiesta presentata da Meta il 5 marzo 2024 di riconsiderare la designazione di Marketplace. A seguito di un’attenta valutazione delle argomentazioni di Meta e a seguito delle ulteriori misure di controllo e monitoraggio continuo adottate da Meta per contrastare l’utilizzo di Marketplace da parte delle aziende al consumatore, la Commissione ha rilevato che Marketplace aveva meno di 10.000 utenti business nel 2024. Pertanto, non soddisfa più la soglia rilevante che dà origine a una presunzione che Marketplace sia un importante punto di accesso per gli utenti business per raggiungere gli utenti finali.

LA POSIZIONE DEL GIGANTE DI CUPERTINO

Non ci sta la società guidata da Tim Cook. Apple ha dichiarato che presenterà ricorso, proseguendo al contempo le discussioni sulla conformità.

La portavoce di Apple, Emma Wilson, ha aggiunto in una nota che le decisioni dell’esecutivo dell’Ue sono “l’ennesimo esempio di come la Commissione europea prenda di mira ingiustamente Apple con una serie di decisioni che danneggiano la privacy e la sicurezza dei nostri utenti, i nostri prodotti e ci costringono a distribuire gratuitamente la nostra tecnologia”. “Nonostante innumerevoli riunioni, la Commissione continua a spostare i paletti a ogni passo”, ha aggiunto Wilson.

E QUELLA DEL COLOSSO DI MENLO PARK

Anche Meta ha affermato in una dichiarazione che la Commissione stava cercando di “ostacolare le aziende americane di successo, consentendo alle aziende cinesi ed europee di operare secondo standard diversi”.

“La commissione che ci obbliga a cambiare il nostro modello di business impone di fatto una tariffa multimiliardaria a Meta, obbligandoci a offrire un servizio di qualità inferiore”, ha commentato Joel Kaplan, Chief Global Affairs Officer di Meta, sostenendo che la decisione equivale di fatto a un “dazio multimiliardario” che danneggerebbe anche le imprese e le economie europee. “La Commissione europea sta cercando di ostacolare le imprese americane di successo, consentendo al contempo alle aziende cinesi ed europee di operare secondo standard diversi”, ha concluso il rappresentante di Meta.

E ora i due colossi americani hanno tempo 60 giorni per conformarsi alle decisioni di Bruxelles: tra due mesi infatti l’esecutivo europeo dovrà nuovamente decidere se le aziende hanno fatto abbastanza per conformarsi alla legge o se imporre loro sanzioni periodiche.

Torna su