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Perché sono necessari altri tagli dei tassi Bce

La decisione della Bce sui tassi e le prospettive. Il punto di Karsten Junius, CFA, Chief Economist di J. Safra Sarasin.

La BCE ha tagliato i tassi d’interesse di 25 punti base. La BCE ha affermato che le prospettive di un’ulteriore disinflazione sono migliorate, mentre quelle di crescita sono peggiorate a causa delle tensioni commerciali, dell’incertezza e del calo della fiducia dei consumatori. Inoltre, la maggiore volatilità dei mercati e gli spread creditizi, nonché l’andamento dell’euro, menzionato in particolare nel comunicato stampa, hanno determinato un inasprimento effettivo delle condizioni di finanziamento, che la BCE riuscirà a compensare solo in misura marginale con il taglio dei tassi odierno.

Nella conferenza stampa, la Presidente Lagarde ha sottolineato che le prospettive economiche sono offuscate da un’eccezionale incertezza che rischia di pesare sulla spesa per gli investimenti e per i consumi. Tuttavia, ha confermato che non si è discusso esplicitamente di una politica monetaria espansiva, ma solo del livello appropriato. Ha spiegato che il contesto politico potrebbe cambiare nuovamente e che non è in grado di stabilire se abbiamo raggiunto il picco di incertezza. Di conseguenza, la BCE dovrà prepararsi a scenari imprevedibili.

Ciò non esclude politiche espansive, ma in questa fase non le ritiene opportune. Finora ha spiegato che la guerra commerciale ha aumentato i rischi di rallentamento della crescita economica. Inoltre, le tensioni geopolitiche rimarrebbero una fonte importante di incertezza, mentre l’aumento della spesa per le infrastrutture e la difesa aumenterebbe la domanda aggregata. Infine, un euro più forte potrebbe determinare un calo delle esportazioni.

Concordiamo con la Presidente Lagarde sul fatto che un taglio dei tassi di 50 punti base non sarebbe stata la risposta migliore alla guerra commerciale e alle sue conseguenze. La guerra commerciale è uno shock politico al quale le banche centrali dovrebbero rispondere in modo diverso rispetto a un disastro naturale come la pandemia di COVID. In caso di shock politico, le banche centrali devono tenere conto del fatto che anche i policymaker potrebbero cambiare idea e invertire lo shock.

Potrebbero anche amplificarlo se, ad esempio, l’UE imponesse dazi di ritorsione sulle esportazioni statunitensi, provocando un aumento dell’inflazione anche nell’area dell’euro. Pertanto, l’approccio della BCE, basato sui dati e valutato riunione per riunione, non ha alternative reali. Prevediamo ulteriori tagli dei tassi di 25 punti base a giugno e settembre.

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