A margine della conferenza OMC Med Energy di Ravenna, l’amministratore delegato di Eni ha ammesso che ci sono delle “difficoltà” con il riempimento degli stoccaggi di gas naturale fino ai livelli richiesti dalla Commissione europea. Si tratta, ha spiegato, di “un punto molto serio e molto importante, molto critico, perché adesso siamo andati a un minimo di stoccaggio”.
I livelli delle scorte, cioè, sono intorno al 40 per cento, circa quindici punti percentuali in meno rispetto all’anno scorso. La percentuale, tuttavia, include “anche lo stoccaggio strategico, quindi lo stoccaggio reale è ancora meno del 40 per cento”.
L’OBIETTIVO EUROPEO SUL RIEMPIMENTO DEGLI STOCCAGGI DI GAS
Con l’obiettivo di tutelare la sicurezza energetica dell’Unione, la Commissione europea vuole mantenere fino al 2027 l’obiettivo di riempimento degli stoccaggi di gas al 90 per cento entro il 1 novembre di ogni anno. La richiesta, però, non è stata ben accolta da tutti gli stati membri – come la Germania e i Paesi Bassi, ad esempio – perché considerata responsabile dell’aumento dei prezzi del combustibile nei mesi estivi, quando generalmente i prezzi sono più bassi per via della domanda inferiore.
A marzo gli stoccaggi europei di gas erano pieni, in media, al 38 per cento: è un livello molto lontano dal 62 per cento di un anno prima. C’entrano le temperature più basse dello scorso inverno rispetto al precedente e anche l’azzeramento delle forniture di gas russo passanti per l’Ucraina dal 1 gennaio scorso (valevano il 5 per cento del fabbisogno europeo).
IL PROBLEMA DEI PREZZI, SECONDO DESCALZI
“Dobbiamo considerare che il prezzo del gas è sceso ma sta risalendo”, ha detto Descalzi alla OMC Med Energy Conference. Per riempire gli stoccaggi nazionali “ci vogliono circa 11 miliardi di metri cubi. I prezzi non tendono a scendere: vuol dire che bisogna avere un bel po’ di soldi e di investitori perché non può farlo il Gse o Snam. E con questi prezzi penso che non sia semplice, ma non per l’Italia, ma per tutta l’Europa”.
In Italia il livello delle scorte di gas è al 48 per cento circa, al di sopra della media europea.
COSA FARE CON IL GAS AMERICANO
Quanto alla possibilità di acquistare gas (liquefatto) dagli Stati Uniti, una mossa che peraltro soddisferebbe il presidente Donald Trump, Descalzi ha ricordato che “se non aumenta la produzione di gas negli Stati Uniti, difficilmente potrà arrivare in Europa”.
Quanto ai nuovi dazi del 20 per cento e all’eventualità di contro-tariffe europee, l’amministratore delegato di Eni – come riportato dall’agenzia di stampa Energia Oltre – ha detto che “non possiamo innescare una spirale che peggiori ulteriormente la situazione. Deve essere un dialogo prima di tutto politico”. E ancora: “bisogna trovare una soluzione, prima di tutto bisogna essere freddi e riflessivi ed avere un colloquio a livello europeo. Serve però una posizione comune”.
Lunedì Trump ha dichiarato che l’Unione europea dovrebbe importare energia dagli Stati Uniti per un valore di 350 miliardi di dollari, in modo da azzerare il suo surplus commerciale nei confronti dell’America. Come scritto però da Startmag mesi fa, non è chiaro se i produttori americani siano in grado di fornire ai paesi europei volumi ulteriori di gas liquefatto né se la capacità di esportazione degli Stati Uniti sia sufficiente.