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Usa contro Cina: chi sta vincendo la corsa alla fusione nucleare?

Stati Uniti e Cina gareggiano nella corsa alla fusione nucleare, una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria ma ancora distante dalla commercializzazione. Washington è avanti negli investimenti privati, Pechino in quelli pubblici (e punta sul dominio delle filiere dei materiali). Tutti i dettagli.

L’America e la Cina sono impegnate in una gara a chi realizzerà per prima una centrale elettrica alimentata a fusione, un processo per la produzione di energia nucleare che – semplificando molto – funziona all’opposto della fissione: non genera energia dalla rottura degli atomi pesanti (l’uranio), ma dall’unione di atomi leggeri (come il deuterio e il trizio, isotopi dell’idrogeno). La fusione richiede temperature molto elevate e promette di produrre enormi quantità di energia in maniera continuativa, senza emettere gas serra e senza creare scarti ad alta radioattività; tuttavia, è ancora lontana dalla commercializzazione per via delle difficoltà con il controllo e il mantenimento della reazione.

Sulla fusione nucleare – scrive Cnbc – gli Stati Uniti sono in vantaggio, ma la Cina sta recuperando terreno, spendendo il doppio e costruendo progetti a tempo di record.

LE TECNOLOGIE PER LA FUSIONE NUCLEARE

Le tecnologie più utilizzate per la produzione di energia da fusione sono due: un processo, detto “a confinamento inerziale”, prevede l’utilizzo di laser; un altro, detto “a confinamento magnetico”, impiega invece dei grandi magneti per il contenimento del plasma ad altissime temperature. Il procedimento a confinamento inerziale è quello che ha permesso, nel 2022, a un laboratorio californiano di produrre, per la prima volta, più energia dalla reazione di quanta ne era stata consumata: si parla, in gergo, di guadagno energetico netto. L’altro processo però, quello con i magneti, pare essere più vicino alla commercializzazione.

Gli Stati Uniti sono il paese con più centrali nucleari attive, tutte alimentate a fissione. La Cina, però, è il paese che sta costruendo più reattori nuovi. Pechino, inoltre, è entrata nella “corsa alla fusione” nei primi anni Duemila – cioè circa cinquant’anni dopo l’America, che peraltro nel 1952 testò la bomba all’idrogeno – attraverso la partecipazione al progetto internazionale Iter, in Francia.

IL PRIMATO AMERICANO NEGLI INVESTIMENTI PRIVATI

Gli Stati Uniti sono anche al primo posto nella classifica dei paesi con più investimenti privati nella fusione. Stando ai dati della Fusion Industry Association (un’associazione di settore), degli 8 miliardi di dollari di investimenti privati nella fusione a livello mondiale, 6 miliardi sono negli Stati Uniti.

COMMONWEALTH FUSION SYSTEMS E LE ALTRE AZIENDE AMERICANE

La principale startup americana di fusione è Commonwealth Fusion Systems, con quasi 2 miliardi di dollari raccolti e sostenuta da Eni in veste di azionista strategica: l’azienda promette di avviare una centrale di tipo commerciale negli anni 2030. Ci sono poi, nello stesso settore e sempre negli Stati Uniti, Tae Technologies (1,2 miliardi raccolti, sostenuta da Google) e Helion (1 miliardo, sostenuta da Sam Altman di OpenAi e partner di Microsoft).

LA CINA SUPERA L’AMERICA NEI FINANZIAMENTI PUBBLICI

Se l’America è al primo posto per investimenti privati nella fusione, però, la Cina è avanti per quanto riguarda i finanziamenti pubblici. Si stima infatti che Pechino investa nella fusione 1,5 miliardi all’anno, contro gli 800 milioni degli Stati Uniti: questa cifra potrebbe ridursi a seguito dei tagli alle agenzie federali operati dall’amministrazione di Donald Trump.

La Cina supera gli Stati Uniti anche per la dimensione dei reattori: a livello generale, più un reattore è grande e più è efficiente nel riscaldarsi e nel confinare il plasma, aumentando così le probabilità di raggiungere un guadagno energetico netto.

I PROGETTI CINESI

Stando alle immagini satellitari acquisite da Cnbc, nel 2024 in Cina è stato costruito un sito di fusione via laser di grandi dimensioni, circa il doppio della National Ignition Facility, la struttura di ricerca del laboratorio Lawrence Livermore dove è stato effettuato l’esperimento del 2022. Secondo gli esperti sentiti dalla Cnbc, quello cinesi è uno stabilimento ibrido fusione-fissione, che probabilmente non potrebbe venire costruito negli Stati Uniti per ragioni di sicurezza.

Il progetto statale sulla fusione a confinamento magnetico chiamato East ha stabilito un record per il tempo più lungo di confinamento del plasma all’interno di un reattore. Quest’anno dovrebbe venire ultimato il mega-progetto Craft, mentre nel 2027 si prevede il completamento di un nuovo macchinario (detto tokamak) per la fusione magnetica, dal nome Best.

LA CINA STA COPIANDO I PROGETTI AMERICANI? L’ACCUSA DI HELION

Helion ha accusato la Cina di stare copiando alcuni suoi design brevettati. “Stiamo assistendo a investimenti da parte delle agenzie statali in aziende che replicano i progetti delle aziende statunitensi”, ha dichiarato l’amministratore delegato David Kirtley.

Stando al Nikkei Asia, la Cina ha registrato più brevetti sulla fusione di ogni altro paese e può contare su un numero di dottorandi specializzati di dieci volte superiore a quello degli Stati Uniti. Il paese, inoltre, sta investendo nello sviluppo di materiali avanzati e nella creazione di filiere nazionale per i tutti i componenti necessari agli impianti di fusione, come i magneti ad alta potenza, i condensatori e i semiconduttori di potenza, in modo da velocizzare i progetti e ridurne i costi.

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