Nel 2024 le importazioni di gas naturale in Italia sono diminuite del 4 per cento rispetto all’anno prima, dicono gli ultimi dati pubblicati dal ministero dell’Ambiente: dai 61,6 miliardi di metri cubi del 2023 si è passati a 59,1 miliardi. È diminuita anche, dell’1,6 per cento, la produzione nazionale, a 2,9 miliardi di metri cubi.
COME VANNO LE IMPORTAZIONI DI GAS DA LIBIA, ALGERIA, AZERBAIGIAN E NORD EUROPA
Le importazioni dalla Libia (nella tabella sono indicate come “Gela”, la città in Sicilia dove si trova il terminale di ricevimento del sistema GreenStream) sono crollate di oltre il 44 per cento. Gli acquisti dall’Algeria (“Mazara del Vallo”) sono calati dell’8,6 per cento e quelli dal Nord Europa dell’8,5 per cento (“Passo Gries”), mentre sono aumentate le importazioni dall’Azerbaigian (“Melendugno”, dove termina il Gasdotto Trans-Adriatico, o Tap).
AUMENTA IL GAS (RUSSO) DA TARVISIO E IL GNL DA PIOMBINO
Il dato più rilevante è stato il quasi raddoppio (+97,1 per cento) degli arrivi da Tarvisio, ossia il punto di ingresso del gas russo. Le importazioni di gas liquefatto da Piombino sono aumentate di quasi il 192 per cento nel 2024; sono scesi, invece, i volumi gestiti dai rigassificatori di Panigaglia e di Livorno per via degli interventi di manutenzione.
CROLLANO LE ESPORTAZIONI
Infine, nel 2024 le esportazioni di gas verso altri paesi sono diminuite di oltre il 76 per cento.
CONSUMI INTERNI STABILI
Nel 2024 i consumi italiani di gas sono stati praticamente uguali a quelli dell’anno precedente: l’aumento dello 0,6 per cento appena, a 61,8 miliardi di metri cubi, è legato principalmente alle temperature invernali più basse rispetto al 2023.
La produzione industriale italiana è in calo da ventitré mesi consecutivi, il che ha inciso sulla domanda energetica.
L’ANALISI PER SINGOLO SETTORE
Su Staffetta Quotidiana si legge che “la struttura dei consumi” italiani di gas è “ormai definitivamente mutata: una quota di domanda è scomparsa sotto i colpi sia di efficienza e rinnovabili che dei prezzi elevati, lasciando nel contempo spazio a un potenziale ruolo del nostro paese come riesportatore, col venir meno del gas russo”.
Analizzando la domanda gasifera per singolo settore, Staffetta sottolinea l’aumento dei consumi civili su base annua (+2,2 per cento, ma -11,8 per cento sulla media 2014-2023) e la leggera ripresa dell’industria (+1,6 per cento su base annua ma con quattro giorni lavorativi in più, a fronte di una diminuzione del 12,3 per cento sulla media decennale). La domanda termoelettrica è diminuita dell’1,4 per cento.
I valori dei consumi italiani di gas del 2024 sono “sui livelli più bassi da inizio secolo, al di sopra solo del 2023”.
CHE NE SARÀ DELL’HUB DEL GAS?
Tra i piani del governo di Giorgia Meloni, ereditati da Mario Draghi, c’è la trasformazione dell’Italia in un hub del gas, cioè in un centro di ricezione e distribuzione del combustibile tra la regione del Mediterraneo allargato e l’Europa settentrionale.
– Leggi anche: Hub del gas in Italia? Cosa pensano Eni, Snam e Terna
“Chi parla di ‘Italia hub del gas’ è sicuro di quel che dice?”, ha scritto su LinkedIn Nicola Armaroli, dirigente di ricerca presso il Cnr, secondo cui il calo dei consumi nazionali di gas testimonierebbe la crescente marginalizzazione di questa fonte energetico e dunque l’inutilità di fatto di un progetto del genere.
Opposta è invece l’interpretazione degli stessi dati da parte di Staffetta Quotidiana, secondo cui l'”attenuarsi del profilo dell’Italia come paese consumatore, può aprire spazi per un suo diverso ruolo di riesportatore, facendo leva da un lato sul nuovo fabbisogno dell’Europa Centro Orientale col venir meno da gennaio del gas russo in transito dall’Ucraina […] dall’altro sull’abbondante dotazione infrastrutturale”, tra rigassificatori (23 miliardi di metri cubi di capacità combinata) e condotte con l’Europa, il Nordafrica e l’Azerbaigian.