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Le news su Belloni, Dagospia, Lo Voi, Meloni, Mieli e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice su Belloni, Calenda, Dagospia, Lo Voi, Mieli e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

IL COMMENTO DI MIELI SUI CASINI POLITICO-GIUDIZIARI

 

 

LE RESURREZIONI SU DAGOSPIA

 

TANTO RUMORE PER NULLA (SECONDO IL CORRIERE DELLA SERA)

 

LA SOMMESSA OPINIONE DI UN DEM

 

L’ATTO DI LO VOI SECONDO LE CAMERE PENALI

 

UN MANIFESTO SPIAZZANTE SU LO VOI

 

CALENDA FONDA UN PARTITO CON FEDEZ?…

 

L’AMERICA CI GASA…

 

CARTOLINE DA BRUXELLES

 

 

 

CARTOLINA DALL’AMERICA

 

CARTOLINA DAL CONGO

 

QUISQUILIE & PINZILLACCHERE

 

PILLOLE SU DEEPSEEK

 

 

 

I TEMPI DELL’OPS DI MPS

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SU MEDIOBANCA E MPS:

«Un’offerta non concordata», quindi «ostile» e anche «fortemente distruttiva di valore — per gli azionisti di Mediobanca e per quelli di Mps — perché non ha una ragione industriale e finanziaria». È arrivata secca la risposta del cda di Mediobanca all’operazione pubblica di scambio da 13,3 miliardi annunciata dal Monte Paschi di Siena lo scorso venerdì sull’istituto milanese. Il cda ha difeso il piano One brand one culture e la strategia della banca: «I risultati 2023-24 hanno costituito un brillante avvio del piano confermandone gli obiettivi (ritorno sul capitale investito pari al 15%, 3,7 miliardi distribuiti agli azionisti in tre anni) e la traiettoria: sviluppo del wealth management, corporate & investment banking sempre più sinergico con il wealth, internazionale e a basso assorbimento di capitale».

Al momento del voto nel board si sono astenuti Sandro Panizza e Sabrina Pucci, i due consiglieri indicati da Delfin, che detiene una quota a ridosso del 20% della banca guidata da Alberto Nagel e il 9,9% di Mps. Nell’argomentare la bocciatura dell’offerta di Siena, il cda di Mediobanca ha toccato anche il punto dell’assetto societario. «L’operazione è caratterizzata dai rilevanti intrecci di Delfin e Caltagirone che sono presenti: in Mediobanca, dove Delfin detiene il 20% e Caltagirone il 7% (sulla base dello stacco del dividendo di novembre 2024), in Monte Paschi, dove Delfin è il primo azionista privato con il 10%, mentre Caltagirone detiene il 5% (oltre a possedere il 5% di Anima Holding che ha il 4% di Mps), in Generali, di cui Delfin detiene il 10% e Caltagirone il 7%», ha scritto la banca.

I consiglieri hanno poi sottolineato come l’ops pregiudicherebbe l’identità e il profilo di business di Mediobanca, focalizzata su segmenti a elevato valore aggiunto. «Distrugge valore per gli azionisti di Mediobanca e di Mps essendo facile prevedere una copiosa perdita di clienti in quelle attività che presuppongono l’indipendenza e la reputazione dei professionisti».

Poi il board ha puntato il dito sulla difficoltà a determinare il valore dell’azione di Mps che presenta «un patrimonio netto che fronteggia rilevanti attività fiscali, attività deteriorate e rischi di contenzioso (3,3 miliardi), indicatori peggiori rispetto alle altre banche italiane, rilevanti perdite pregresse, una marcata concentrazione geografica e di clientela, mancanza di fabbriche prodotto». Infine l’accento è sul prezzo dell’ops che includeva un premio del 5%. Un valore che ieri si è tradotto in uno sconto del 9,5%, malgrado Mediobanca abbia chiuso in calo (4,36%). L’ops del Monte è a sconto del 3% — dice Mediobanca — sulla base del prezzo di Mps del 27 gennaio e arriva al 28% su dodici mesi.

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