Mentre tenta di riportare i clienti nei suoi fast food con menù a 5 dollari, negli Stati Uniti, McDonald’s è finito al centro di un’epidemia di Escherichia coli (E. coli) a causa di alcuni panini contaminati.
La Borsa non ha apprezzato e ieri le azioni della catena sono scese del 5%, annullando completamente il guadagno dell’azienda del 6% su base annua. Intanto, gli investitori cercano di determinare l’impatto della crisi.
I CASI DI E. COLI COLLEGATI A MCDONALD’S
I Center for Disease Control and Prevention (Cdc) degli Stati Uniti stanno indagando su un focolaio di infezioni da E. coli. e la maggior parte delle persone interessate ha dichiarato di aver mangiato l’hamburger Quarter Pounder di McDonald’s prima di ammalarsi.
Sebbene non si sappia ancora con certezza quale sia l’ingrediente contaminato, i maggiori sospetti sembrano ricadere sulle cipolle crude di un unico fornitore. L’azienda ne ha infatti interrotto l’uso in diversi Stati, così come per le polpette di manzo da un quarto di libbra, utilizzate solamente nei Quarter Pounder.
Finora i casi riscontrati dal 27 settembre all’11 ottobre sono 49, le ospedalizzazioni 10 e si registra anche un decesso, ma i Cdc si aspettano che i numeri aumentino anche perché ci vogliono dalle 3 alle 4 settimane per determinare se una persona malata fa parte di un’epidemia. Gli Stati coinvolti sono 10, con una particolare concentrazione di infezioni in Colorado e Nebraska.
SINTOMI E RISCHI DELL’E. COLI
Nonostante la maggior parte dei ceppi del batterio E. coli sia innocua, alcuni possono causare malattie intestinali di diversa gravità, che si possono manifestare con dolore addominale, vomito, diarrea con sangue e malattie extra-intestinali, come infezioni del tratto urinario, peritonite, setticemia, polmonite e meningite.
L’infezione da E. coli può derivare dall’ingestione di acqua contaminata; dal consumo di cibi contaminati, specialmente frutta e verdura cruda, latte non pastorizzato e carne non cotta; ma anche dal contatto da persona a persona, se i soggetti infetti non si lavano correttamente le mani.
FARMACI E ANTIBIOTICO RESISTENZA
Nessun farmaco è in grado di prevenire dall’infezione da E. coli e, anzi, negli ultimi anni si sta riscontrando una tendenza all’aumento di patologie legate a batteri resistenti agli antibiotici. Tra questi, l’E. coli, secondo un report del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), è quello responsabile del maggior numero di malattie.
Dunque tra i comportamenti da adottare per non incorrere nell’infezione ci sono: evitare cibi “a rischio” come carne non cotta a sufficienza e latte non pastorizzato; lavare accuratamente gli alimenti crudi con acqua considerata idonea per il consumo, così come gli utensili da cucina con acqua calda e sapone prima e dopo il contatto con gli alimenti, specialmente con la carne cruda. Utilizzare contenitori separati per ogni alimento e lavarsi bene le mani prima di cucinare, dopo essere stati in bagno, aver cambiato pannolini e toccato animali.
LE CONSEGUENZE IN BORSA
L’annuncio di un’indagine da parte dei Cdc, ieri, ha fatto scendere le azioni di McDonald’s del 5%. Intanto l’azienda ha dichiarato di aver ritirato gli hamburger da un quinto dei suoi oltre 13.000 ristoranti statunitensi e che potrebbero essere necessarie settimane per ripristinare i menu. Negli Stati Uniti, riferisce Bloomberg, “si vendono un milione di Quarter Pounders in un periodo tipico di due settimane, il che ne fa uno dei prodotti più venduti della catena”.
Nonostante McDonald’s abbia affermato che è troppo presto per determinare l’impatto dell’epidemia sulle vendite, Reuters osserva che casi come questo possono marchiare per anni un’azienda. Per esempio, nel 2015, un’epidemia di E. coli e norovirus aveva colpito le sedi di Chipotle Mexican Grill in diversi Stati, causando un drastico calo delle vendite, che hanno faticato a riprendersi.
McDonald’s, tuttavia, ritiene che il suo problema sia circoscritto, il che dovrebbe avere minori ricadute.
COSA NE PENSANO GLI ANALISTI
“L’impatto a lungo termine dipenderà da come McDonald’s gestirà la comunicazione relativa all’epidemia e da quali sistemi l’azienda metterà in atto per proteggere i propri clienti e il proprio marchio”, ha dichiarato David Maloni, presidente di Datum FS, una società di consulenza sulla catena di approvvigionamento alimentare.
Intanto però ieri almeno due analisti hanno abbassato il rating della catena dagli archi dorati, tra cui David Tarantino di Baird, secondo il quale l’epidemia rappresenta un “rischio elevato” per l’azienda e ha aggiunto che, “con l’incertezza che si sta insinuando in tutti i segmenti, è difficile prevedere un rialzo a breve termine per le azioni”.
Qualche informazione si potrà avere martedì prossimo quando McDonald’s presenterà i risultati trimestrali, ma alcuni analisti hanno indicato l’epidemia come un potenziale “duro colpo” in vista degli utili soprattutto se dovessero ammalarsi altre persone o risultassero coinvolti più ingredienti e/o fornitori.