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aziende chimiche

Cercansi nuove competenze nelle aziende chimiche per transizione ecologica

Federchimica, Farmindustria, Filctem, Femca e Uiltec, per un patto sociale aperto a tutti gli attori, pubblici e privati, della formazione che condividono la necessità di ridurre il deficit di competenze richieste per affrontare le transizioni in atto. L'intervento di di Antonello Di Mario

“Affrontare le sfide presenti e quelle future condividendo un Patto di sistema volto alla formazione, all’orientamento, alla cultura d’azienda per accrescere le competenze e garantire lo sviluppo” Lo ha detto Daniela Piras, Segretaria generale Uiltec, a Milano nel corso della tavola rotonda “Il ruolo delle parti sociali per lo sviluppo delle competenze”.

Il dibattito si è svolto presso la sala di rappresentanza del Rettorato dell’Università degli studi di Milano. Federchimica ha attivato un progetto di ricerca congiunto con l’Ateneo meneghino riguardante “Le competenze per la ‘Twin Transition’; un Patto per le nuove professionalità nella transizione digitale ed ecologica”. I lavori sono stati introdotti dalla rettrice dell’Unimi, Marina Brambilla, e dal presidente di Federchimica, Francesco Buzzella; mentre il rapporto, relativo all’analisi tra le imprese del settore chimico-farmaceutico su competenze e ruoli emergenti per la suddetta transizione, è stato presentato dai docenti universitari Alessandro Missale ed Edoardo Della Torre.

Il 70% delle aziende del comparto chimico ricerca nuovi ruoli con competenze specifiche per gestire la transizione ecologica e digitale. Le principali competenze? Machine learning, robotica e automazione, misurazione e comunicazione dell’impatto ambientale, gestione dei rifiuti e ottimizzazione dei processi produttivi. È quanto emerge dallo studio ‘Competenze e ruoli emergenti per la transizione digitale ed ecologica’ presentato oggi a Milano, realizzato dal centro Milan Economic Impact Evaluation Center della Statale di Milano, in collaborazione con Federchimica.

Tra i ruoli emergenti legati alla transizione digitale rientrano: ingegneri dell’automazione e della robotica per i processi produttivi; production data analyst e-Business analytics manager per l’elaborazione dati; digital campaign manager e E-Key account manager per i nuovi canali di comunicazione e gestione dei clienti; innovation leader e digital business partner per la gestione del cambiamento. Per la transizione ecologica sono richiesti in particolare life cycle assessment specialist e specialisti di riciclo e riutilizzo prodotto; carbon neutrality manager e sustainability manager.

E serve una formazione adeguata. Per questo, Federchimica, Farmindustria e le organizzazioni sindacali di settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, lanciano un patto sociale aperto a tutti gli attori, pubblici e privati, della formazione che condividono la necessità di ridurre il deficit di competenze richieste per affrontare le transizioni in atto.

“Sono evidenti – ha ribadito la leader della Uiltec, Piras-le diseguaglianze tra le esigenze aziendali e quelle di chi lavora in ambito di competenze. Occorre colmare questo divario determinando i processi utili alle necessità attuali. Sono necessarie competenze trasversali, relazionali e digitali. Si tratta di un percorso da realizzare con la giusta sinergia tra le parti sociali e quelle datoriali. Il sistema di relazioni industriali tra noi, Federchimica e Farmindustria, si muove in tal senso. La ricerca presentata in data odierna dimostra e identifica una serie di profili che sono richiesti o che evolvono nel perimetro aziendale delle imprese chimiche. La contrattazione di primo e secondo livello può garantire un sostanziale supporto alla ricerca in questione”.

Per la rettrice dell’Università degli Studi di Milano, Marina Brambilla, “la sfida al centro di questa transizione è quindi capire in profondità come si stanno modificando ed evolvendo le competenze necessarie per superare lo skill mismatch che nel nostro Paese si continua a registrare anche nei settori industriali più avanzati. La formazione deve, quindi, continuamente dialogare con l’indagine scientifica, con il mondo aziendale e delle istituzioni” e “in questo contesto, il carattere multidisciplinare della Statale è indubbiamente un punto di forza, un luogo e un’opportunità unica per superare visioni parziali, sviluppando quella sinergia tra ambiti diversi, premessa necessaria a soluzioni e risposte sistemiche e trasversali”.

Per il presidente di Federchimica Francesco Buzzella “la carenza di competenze, tema prioritario a livello europeo, è avvertita anche nel nostro settore, nonostante le retribuzioni siano tra le più alte nel manifatturiero, gli ambienti di lavoro sempre più inclusivi e i sistemi di welfare di altissimo livello. Conoscenze ed esperienze devono essere messe a fattor comune, rafforzando le sinergie tra mondo del lavoro, della formazione e delle istituzioni con l’obiettivo di dotare di competenze adeguate e attrarre sempre più talenti verso un settore che, per sua natura, è votato all’innovazione e alla ricerca di altissimo livello ed è, storicamente, all’avanguardia nella gestione e nello sviluppo delle relazioni industriali”.

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