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Tesla è nei guai per le emissioni inquinanti

Nuova grana ambientalista per la Casa di auto elettriche di Elon Musk, già alle prese con altre accuse analoghe. A inizio anno Tesla ha accettato di pagare 1,5 milioni di dollari per chiudere un procedimento in 25 contee della California che riguardava la cattiva gestione dei rifiuti negli stabilimenti.

Per una Casa automobilistica le cui vetture non hanno mai avuto il tubo di scappamento essere accusata di inquinamento ambientale per emissioni fuori dalla norma è certo un paradosso. Accade però a Tesla, che rischia di essere trascinata in tribunale dal gruppo ambientalista Environmental Democracy Project, in quanto fermamente convinto che l’azienda di Elon Musk abbia violato la legge sulle emissioni statunitense nota come Clean Air Act.

LE ACCUSE A TESLA (E NON È LA PRIMA VOLTA)

Secondo l’Edp Tesla avrebbe oltrepassato i limiti sulle emissioni “centinaia di volte dal gennaio 2021, emettendo inquinamento dannoso nei quartieri circostanti lo stabilimento”, esponendo così residenti e dipendenti a “quantità eccessive” di particelle inquinanti, tra cui “ossidi di azoto, arsenico, cadmio e altre sostanze chimiche”.

L’organizzazione intende ottenere dai giudici un’ingiunzione per fermare l’inquinamento eccessivo dell’impianto californiano di Fremont e invoca l’applicazione delle sanzioni fino a 121.275 dollari al giorno per la violazione del Clean Air Act.

COS’È E COSA FA L’EDP

L’Environmental Democracy Project – si legge sul sito ufficiale – è un’organizzazione no-profit per la giustizia ambientale che opera nell’East Oakland e che si propone di educare, difendere e far valere i diritti dei membri della comunità nera e marrone sulle ingiustizie ambientali. Edp è supervisionata da un consiglio di amministrazione indipendente e da un direttore esecutivo.

“Crediamo che il livello di degrado ambientale senza precedenti e l’avvelenamento diffuso degli esseri umani a causa dell’inquinamento agricolo e industriale siano incompatibili con i principi fondamentali della democrazia”. “I membri più vulnerabili della nostra società – dicono dall’Edp -sono i più colpiti dall’inquinamento causato da società ricche, come l’agroalimentare e l’industria dei combustibili fossili. Siamo impegnati a lottare – si legge nelle loro dichiarazioni di intenti – per la democrazia ambientale a nome del 99%. Ci impegniamo inoltre a combattere il greenwashing dei prodotti di consumo da parte di aziende che cercano di sfruttare il desiderio del pubblico di prodotti biologici, sani ed ecologici”.

TUTTI GLI ALTRI GUAI AMBIENTALI DI TESLA

Non è la prima volta che la gigafactory di Fremont deve fare i conti con le norme sull’inquinamento. Nel febbraio del 2022 l’agenzia governativa Epa ha elevato all’azienda una sanzione da 275 mila dollari per livelli eccessivi di inquinamento nel reparto verniciatura della fabbrica.

L’agenzia – si legge nei documenti – ha accusato la Casa californiana di non essere riuscita a “sviluppare e/o implementare un programma di pianificazione delle attività lavorative in grado di ridurre al minimo le emissioni di inquinanti atmosferici pericolosi, prodotti dallo stoccaggio e dalla miscelazione di liquidi usati nelle operazioni di verniciatura dei veicoli”. Inoltre, la Tesla ha trascurato di misurare le emissioni totali del reparto e non ha rispettato l’obbligo normativo di raccogliere i relativi dati e di compilare appositi registri.

Non bisogna poi dimenticare che all’inizio di quest’anno Tesla ha accettato di pagare 1,5 milioni di dollari per chiudere un procedimento avviato da 25 contee della California per la cattiva gestione di rifiuti in diverse strutture, con l’accusa di aver smaltito materiali pericolosi in luoghi non autorizzati e non adeguatamente attrezzati.

UN ALTRO FRONTE, STESSE ACCUSE

Inoltre, ricorda Reuters, l’azienda di auto elettriche guidata da Elon Musk è stata accusata anche dal Bay Area Air Quality Management District, che, sulla base di 112 avvisi di violazione ricevuti dal 2019, sostiene che l’azienda sia responsabile di “emissioni senza sosta” evitabili in quanto legate a continui guasti nel reparto verniciatura, non riparati anche per le mancate attività di verifica e controllo da parte del personale interno.

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