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Workplace

Lo sapete che Meta ha rottamato Workplace?

Il gruppo Meta chiude la divisione adibita al software aziendale Workplace che dal 2016 aveva raggiunto oltre sette milioni di utenti, senza riuscire a competere con rivali del calibro di Microsoft e Slack. Per una fonte interna Meta preferisce concentrarsi su metaverso (gulp) e Intelligenza artificiale

Forse ai più il nome Workplace non dirà nulla. Ed è probabilmente il motivo alla base della decisione di Meta di abbandonare il software aziendale al proprio destino, chiudendo la relativa divisione.

COS’È META WORKPLACE

Workplace ha rappresentato il tentativo per la realtà di Mark Zuckerberg di mettere piede negli uffici e nelle imprese e di darsi un tono come produttrice di software aziendali. “La piattaforma di comunicazione aziendale all-in-one di Meta – si legge sul sito ufficiale – combina in modo sicuro chat, video, gruppi e la tua intranet con gli strumenti di lavoro che usi già. Pensa a Facebook, ma per la tua azienda”.

Sebbene Meta sostenga di essere riuscita a raggiungere, col proprio software concesso in abbonamento alle imprese, oltre sette milioni di utenti, la piattaforma, che in origine si chiamava Facebook @ Work (poi diventata Meta for Work, come riporta la relativa pagina sul social del gruppo), non è mai riuscita realmente a competere con software house che offrono i principali servizi verticali come Microsoft e Slack.

IL POSTO DI LAVORO DI META CHIUDE

Per questo, come si legge su TechCrunch, testata che per prima ha riportato la notizia, la multinazionale guidata da Zuckerberg ha deciso di chiudere la divisione, in un evidente tentativo di perseverare con l’ottimizzazione delle spese avviata a fine pandemia. Questo nonostante l’ultima trimestrale superiore alle attese (oltre 36 miliardi di fatturato, quasi +30% rispetto all’anno precedente).

A fine 2022 Menlo Park aveva annunciato 11mila esuberi seguiti, nel marzo del 2023, da altri 10mila tagli di posti di lavoro che si accompagnavano alla chiusura di 5mila ruoli aperti per persone ancora non assunte. A inizio 2024 si era parlato anche di licenziamenti, molto contenuti, nel settore dei responsabili dei programmi tecnici di Instagram.

Nel 2023 in Italia la holding che controlla Facebook, Instagram e Meta, aveva raggiunto un accordo con i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs in merito alle ripercussioni nazionali del piano di riorganizzazione a livello mondiale prevedendo la fuoriuscita di 12 dipendenti rispetto ai 23 iniziali.

LICENZIAMENTI PER WORKPLACE?

Non sono ancora chiari gli impatti occupazionali di tale decisione. Il solo dato definito riguarda la exit strategy delineata dal Gruppo per abbandonare il mondo dei software aziendale: Workplace non chiuderà subito, rimanendo operativo per i clienti fino al 31 agosto 2025 e dal settembre 2024 sarà perfino previsto uno sconto del 50%, una sorta di liquidazione totale, per chi vorrà utilizzare il sistema di comunicazione aziendale nella consapevolezza che dovrà però migrare i propri dati entro maggio 2026, dopo un periodo di tempo in cui si potrà accedere al programma soltanto in modalità lettura.

LA STRATEGIA DI META

“Stiamo abbandonando Workplace per poterci concentrare sulla costruzione di tecnologie AI e di metaverso che riteniamo possano rimodellare radicalmente il modo in cui lavoriamo. Nei prossimi due anni offriremo ai clienti la possibilità di passare al prodotto Workvivo di Zoom, l’unico partner privilegiato di Meta per la migrazione”, ha fatto sapere una fonte anonima interna al gruppo alla testata.

I CONTI DEL GRUPPO

La fissa di Meta per il metaverso è ben nota (tanto da aver comportato il rebranding societario) e anche questa piattaforma era corsa ad abbracciarne le potenzialità, consentendo all’utente di sfruttare i relativi visori. Nei giorni scorsi Menlo Park aveva comunicato che si aspettano ancora perdite operative in arrivo dal fronte Reality Labs, la divisione al lavoro sull’Oculus che ha bruciato 16 miliardi di dollari nel 2023.

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