Le recenti elezioni tedesche in Assia e Baviera hanno confermato due cose: da un lato, il momento difficile per i partiti al governo federale e, dall’altro, l’ascesa dell’estrema destra dell’AfD. Start Magazine ha discusso del voto in Baviera e delle sue conseguenze per l’intera Germania con Francesco Galietti, esperto di scenari strategici e fondatore di Policy Sonar.
Galietti, quali sono le principali novità emerse dalle elezioni in Baviera?
Le elezioni regionali in Baviera sono state un’importante cartina di tornasole. Hanno confermato prima di tutto la condizione di discreta salute della Csu, cioè dei cugini dei democristiani tedeschi, senza però aprire un fronte interno al centro tedesco. Il governatore bavarese Markus Söder, infatti, è confermato nel ruolo, ma la sua affermazione non è abbastanza netta da impensierire Friedrich Merz, segretario generale della Cdu e probabile candidato alla carica di cancelliere federale della Cdu/Csu.
Qual è il profilo politico di Merz e chi lo ha ostacolato finora?
Merz non è una figura carismatica, ma rimane un politico di lungo corso. È anche un avvocato d’affari molto vicino all’establishment tedesco e ai grandi nomi della finanza a stelle e strisce, con cui si è consolato nei lunghi anni di attesa prima dell’ascesa al vertice della CDU.
A ostacolare il cammino di Merz, per molti anni, c’è stata l’ingombrante leadership di Angela Merkel. Uscita di scena quest’ultima, per Merz la strada è stata tutta in discesa. Annegret Kramp-Karrenbauer, imposta da Merkel al vertice della CDU, ha tolto quasi subito il disturbo.
Com’è andata invece per il governatore Söder?
Per molti aspetti, le elezioni bavaresi rappresentano una tessera del mosaico di Merz. Söder era infatti rimasto l’unico vero politico in grado, per carisma e forza politica, di sbarrare il passaggio a Merz. Ma il governatore bavarese si è fermato al 37% alle elezioni regionali. Non solo: per governare, Söder deve fare affidamento sui Freie Wähler, indispensabili per arginare l’avanzata di AfD in Baviera ma con lo sparato della camicia non proprio immacolato. Mi riferisco ai sospetti di antisemitismo che hanno inseguito Hubert Aiwanger, il vice governatore della Baviera e capo dei Freie Wähler, e che Söder ha dovuto sostenere per un banale calcolo di convenienza.
Quindi cosa farà Söder?
Söder non sarà forse cancelliere, ma continuerà a far sentire il suo peso fuori dai confini della Baviera. Lo sanno anche a Roma: è stato Söder infatti a sabotare gli sforzi del suo ex delfino Manfred Weber, oggi al vertice del PPE e a lungo impegnato a corteggiare Giorgia Meloni per un’inedita alleanza PPE-ECR.
Quali saranno le conseguenze dell’ottimo risultato dell’AfD?
Merz deve fare i conti con lo spauracchio dell’AfD, che nella Germania Est veleggia sopra il 30%. Adam Tooze, lo storico economico britannico firma del Financial Times, scrive che in Germania esiste uno zoccolo duro di tedeschi di estrema destra pari al 14% della popolazione. Una cifra ragguardevole, che negli ultimi tempi è ulteriormente aumentata per via della crisi economica. L’unico possibile antidoto, sostiene Tooze, è quello di varare un vigoroso programma di investimenti pubblici per ricucire gli squarci nel tessuto sociale tedesco e riportare i prezzi nell’edilizia a livelli normali.