Pur essendo lontani i tempi d’oro conosciuti nel periodo del Covid-19, Instacart, un’app per la consegna di generi alimentari negli Stati Uniti e in Canada, si quota oggi al Nasdaq di New York.
Dopo un inizio d’anno lento dovuto a incerte prospettive economiche, l’annuncio di Instacart non è l’unico dell’ultimo periodo. Si calcola infatti che in poco più di due settimane, le IPO statunitensi abbiano incassato finora oltre 5 miliardi di dollari.
Si stanno davvero scongelando i mercati Usa?
CHI HA FONDATO INSTACART
Fondata nel 2012 da Apoorva Mehta, Max Mullen e Brandon Leonardo, Instacart ha sede a San Francisco.
Mehta, oggi presidente della società, è nato in India, ha vissuto in Libia e a 14 anni si è trasferito in Canada, dove si è laureato in ingegneria. Ha lavorato presso Blackberry e Qualcomm prima di entrare in Amazon nel 2008 come ingegnere della supply chain.
Dopo aver lasciato il colosso di Jeff Bezos, tra il 2010 e il 2012 ha lanciato circa 20 startup. Tutte fallite. Ma con Instacart è diventato miliardario all’età di 33 anni.
COSA FA INSTACART
Instacart, la cui amministratrice delegata è Fidji Simo (ex manager di Facebook), è considerata una pioniera nella consegna di generi alimentari online. Dalla baia di San Francisco, negli anni, si è espansa in 10 grandi città statunitensi, tra cui New York e Los Angeles, fino a sbarcare in Canada. Oggi conta più di 500mila clienti.
La sua particolarità sta nell’aver introdotto un nuovo modello di spesa online e di consegna a domicilio. A disposizione dei clienti, che possono visualizzare, scegliere e acquistare prodotti da una selezione di negozi tramite sito o app, c’è anche un personal shopper che effettua la spesa. L’utente paga e sceglie una fascia oraria, uno shopper ritira gli articoli e li consegna.
Instacart però non offre l’accesso solo a negozi di alimentari ma anche a farmacie, grandi magazzini, catene di rifornimento per animali domestici e rivenditori di articoli per ufficio.
Dopo un periodo di prova gratuito, le spese di consegna partono da 3,99 dollari per ordini in giornata con un valore superiore a 35 dollari.
LA IPO
A quasi tre anni dall’avvio dei preparativi per la quotazione in Borsa, Instacart è pronta a sbarcare a New York, fissando a 30 dollari il prezzo delle azioni per la sua IPO. Tra i maggiori investitori, secondo quanto riportato nel documento depositato alla Securities and Exchange Commission (SEC), figurano Sequoia Capital e D1 Capital Partners.
“A 30 dollari per azione – scrive Bloomberg – l’IPO di Instacart raccoglierebbe 660 milioni di dollari e la società avrebbe una valutazione di 9,9 miliardi di dollari”.
“Si tratta di un brusco calo rispetto alla valutazione di 39 miliardi di dollari ottenuta in un round di finanziamento del 2021, quando la sua attività era in pieno boom tra le chiusure per pandemia, ma è comunque una delle più grandi aziende che si sono quotate in Borsa quest’anno”, osserva la testata economica.
La scorsa settimana Quartz affermava che sebbene il servizio di consegna fosse “sopravvissuto alla transizione verso un’economia post-Covid, questo non significa che la redditività futura di Instacart sia garantita”. Tuttavia, proseguiva, “gli investitori cercheranno di far decollare rapidamente il titolo grazie al rimbalzo del settore tecnologico dopo un anno di riduzione del rischio”.
LE ALTRE IPO NEGLI USA
La IPO di Instacart arriva infatti a pochi giorni da quella della società britannica di microchip Arm. Oggi, inoltre, è attesa anche la quotazione in Borsa dell’azienda Usa di automazione del marketing Klaviyo e pochi giorni fa la tedesca Birkenstock ha presentato la sua IPO.
Per Bloomberg, l’offerta di Instacart “sta dando ai mercati dei capitali azionari il sollievo di cui hanno bisogno dopo la più lunga siccità dal 2009, nel pieno della crisi finanziaria” e “in quanto startup di consumo sostenuta da venture, il successo nel suo debutto in Borsa potrebbe aprire il mercato delle IPO ad altre aziende che desiderano quotarsi”.
Stando ai dati della piattaforma di mercati finanziari Dealogic riportati da Reuters, nelle ultime due settimane le IPO statunitensi hanno raccolto più di 5 miliardi di dollari, rendendo settembre il secondo mese più importante del 2023.