Sull’autostrada del domani, che in gran parte è già realtà, non corrono solamente le autovetture, ma anche i dati. Tantissimi dati, che Aspi raccoglie da oltre 20 anni e ha iniziato a analizzarli in maniera sistematica dal 2020, ovvero, per usare le parole di Danilo Gismondi, chief information and digital transformation officer di Autostrade per l’Italia, “da quando il Gruppo si è guardato dentro per definire il livello di copertura digitale di ogni processo aziendale e avviare la propria trasformazione interna prima che esterna”. Lo scopo è sfruttarli e combinarli con tutte le moderne tecnologie, dai droni agli algoritmi di intelligenza artificiale, per aumentare la qualità del viaggio, ridurre i disagi che possono occorrere nel tragitto, aumentare la sicurezza, avere informazioni sullo stato di salute delle infrastrutture in tempo reale e, soprattutto, farci dimenticare una volta per tutte l’espressione inflazionata “giornata da bollino nero” che si sente in tutti i servizi giornalistici durante l’estate, dato che l’obiettivo del Gruppo è fornire previsioni accurate in modo da ridurre le code e consentire una programmazione intelligente del viaggio.
Molto di tutto questo, si diceva, è già realtà, tanto altro lo sarà a breve ed è in via di sperimentazione. Non tutti sanno, per esempio, che da diversi mesi sono entrate in esercizio le prime Smart Roads, strade intelligenti realizzate attraverso la collaborazione tra Autostrade per l’Italia, la sua controllata Movyon e Volkswagen Group Italia che, dopo un periodo di sperimentazione, sono ormai pienamente operative. L’attivazione interessa il tratto autostradale tra Firenze Sud e Firenze Nord in entrambe le direzioni e diversi chilometri sul nodo urbano di Bologna. Su queste percorrenze Movyon ha realizzato il sistema di comunicazione tra veicolo e infrastruttura (V2I) che permetterà di fornire informazioni agli utenti in tempo reale relative a incidenti, code, veicoli fermi o contromano, strada sdrucciolevole, presenza di persone o ostacoli su strada, presenza di cantieri, eventi meteo. L’obbiettivo, dicono dal Gruppo, è arrivare a un futuro prossimo in cui le vetture potranno essere in grado di recepire le informazioni per prendere decisioni in autonomia durante la guida, come frenare davanti ad un ostacolo, scegliere percorsi alternativi in base al traffico e agli eventi su strada, offrendo al viaggiatore anche suggerimenti su servizi disponibili lungo il tragitto (parcheggi, limitazione di accessi, rifornimenti, etc). Ma quanto manca alla realizzazione di simili scenari? Start Magazine ha incontrato Danilo Gismondi, Direttore IT e Digital Transformation Officer, per capire a che punto è la profonda rivoluzione tecnologica messa in atto da Aspi e cosa ci aspetterà nel prossimo futuro varcando i caselli. Magari già per le ferie di questa estate.
Ci parli del programma Mercury.
Con questo programma il Gruppo Autostrade per l’Italia lavora alla costruzione di un grande polo unitario e coordinato per l’innovazione tecnologica, al fine di garantire infrastrutture più sicure e partecipare da protagonisti alla rivoluzione che decarbonizzazione, digitalizzazione e nuovi servizi di trasporto stanno apportando a tutti i sistemi di mobilità. Mercury coinvolge tutte le società controllate di Aspi, già impegnate nel piano di ammodernamento e manutenzione della rete previsto nel Piano Industriale da oltre 21 miliardi di euro: Amplia, Movyon, Tecne, Free To X e Elgea.
Big data, IA, droni: può raccontare quali saranno gli ambiti di applicazione di queste nuove tecnologie?
Su questo fronte c’è tantissimo fermento. Sono numerosi gli ambiti toccati dalla nostra rivoluzione tecnologica iniziata sul finire del 2020, quando abbiamo capito che il volume dei dati in nostro possesso era notevole e poteva essere sfruttato per migliorare la qualità del servizio offerto. Abbiamo così creato un ambiente in cui trattare dovutamente il dato, un data lake, su cui sono stati innestati tutti gli oltre 100 progetti avviati, come quelli che coinvolgono i droni per il monitoraggio delle infrastrutture, parte del programma sperimentale Falco, l’analisi dinamica delle immagini sulle opere d’arte che compongono la nostra rete autostradale e il machine learning. L’obiettivo anzitutto è avere informazioni sulla sicurezza in tempo reale, anche grazie a telecamere intelligenti, montate persino su mezzi in movimento, in grado di rilevare eventuali anomalie o difetti. Tutto ciò fa perno sul digital twin dell’infrastruttura, un “catasto digitale” delle nostre opere che consente di avere sempre sott’occhio la mappatura della rete.
Parliamo di guida autonoma. Sono stati condotti già alcuni test, giusto? Che risultati stanno dando?
I test sul campo sono molto incoraggianti. A oggi sono già state effettuate due sperimentazioni: sia in ambiente protetto, sia in un tratto autostradale, più precisamente nella Galleria “Le Croci”, posizionata fra Calenzano e Barberino, un fornice attualmente chiuso per la riqualificazione della tratta. I test proseguiranno sulla A8 e sulla A26 con la prima sperimentazione della guida autonoma su un tratto aperto al traffico. Grazie all’utilizzo di sistemi C-ITS è possibile garantire lo scambio continuo di dati tra i mezzi e l’infrastruttura. in questo modo le auto possono comunicare tra loro V2V o Vehicle to Vehicle e con la sede autostradale, V2I o Vehicle to Infrastructure, per incrementare la sicurezza e la fluidità del traffico. Questo permette soprattutto di oltrepassare il problema delle zone d’ombra satellitari garantendo comunque un flusso di informazioni costante e ininterrotto. Questo è solo un primo passo, infatti nel prossimo futuro lo sviluppo delle infrastrutture sarà fondamentale per rendere la guida autonoma ancora più efficiente, sicura e confortevole. I veicoli potranno comunicare con l’infrastruttura grazie all’innovazione tecnologica che Movyon sta portando sulla rete autostradale e che un domani potrebbe essere estesa anche nei centri urbani.
Ha accennato a Movyon. Tutte queste novità hi-tech che state sperimentando passano da questa realtà. Potete spiegarci cos’è?
Movyon, che proprio sul fronte della guida autonoma di cui abbiamo appena parlato ha avviato una collaborazione col Politecnico di Milano, è una società del Gruppo e rappresenta il centro di ricerca operativa di Aspi, ma non si limita a ciò, sviluppando e distribuendo le tecnologie abilitative che stiamo implementando in ogni settore.
Per la trasformazione digitale Aspi ha stanziato 200 milioni entro il 2024: come cambierà il modo di viaggiare nel prossimo futuro?
Tre anni fa Aspi si è guardata dentro per definire il livello di copertura digitale di ogni processo aziendale: non ci può essere trasformazione tecnologica rivolta al cliente se prima non si rivoluziona l’azienda al proprio interno. È stato, quindi, avviato un programma ambizioso che, insieme al team IT, sta coinvolgendo oltre 1800 risorse del Gruppo nello sviluppo e adozione di soluzioni digitali innovative. Solo offrendo servizi realmente validi a noi stessi questi potranno esserlo anche nei confronti dei clienti. A questo proposito non c’è stata branca del Gruppo che non sia stata soggetto di ammodernamento. Un cambio che si è accompagnato a una trasformazione culturale aziendale. Sul fronte del nostro rapporto con la clientela, sono tre le direttrici della trasformazione: l’elettrificazione, i servizi digitali per la mobilità e il tema della connettività e della guida autonoma.
Può spiegarci brevemente i vari punti?
Per quanto riguarda il primo, il piano di Autostrade per l’Italia, attraverso la società del Gruppo, Free To X, che si occupa dello sviluppo di servizi avanzanti per la mobilità, prevede entro la fine dell’estate l’istallazione di 100 stazioni di ricarica fast, con una distanza massima di 50 chilometri, per viaggi realmente full electric. questo permetterà nella nostra rete in gestione di effettuare viaggi senza la necessità di uscire dall’autostrada, programmando le soste e le ricariche. Quanto ai servizi digitali, gli algoritmi di IA che abbiamo sviluppato, studiando lo storico e i dati in tempo reale, riescono a combinarli così da prevedere l’impatto dei cantieri sui tempi di percorrenza. In tal modo vogliamo aiutare a programmare quelle “partenze intelligenti” che la nostra società, imponendo routine di lavoro e giorni di vacanza uguali per tutti, con milioni di utenti che si mettono in marcia nelle stesse ore, non ha mai permesso di realizzare. Fino a ora. Infine, sul versante della connettività, sarà essenziale avere un numero crescente di informazioni in “real time” per garantire all’utenza viaggi sicuri e di qualità, come quelle che apriranno la strada alla guida autonoma o assistita. L’infrastruttura di rete dati giocherà, in questo ambito, un ruolo fondamentale.
Quali novità saranno presto tangibili per tutta l’utenza?
Già oggi i nostri clienti possono sfruttare i nostri canali digitali di contatto, app o sito internet, per pianificare i propri viaggi nel dettaglio, migliorando la qualità degli stessi. Inoltre, i pagamenti sono compatibili con ogni nuova forma di transazione cashless, che sia contactless o attraverso service provider autorizzati. E algoritmi di intelligenza artificiale stanno aiutando, in forma prototipale, nel fornire supporto ai caselli che assistono l’utenza in caso di eventuali problemi. È già realtà anche il cashback che scatta in caso di ritardi di nostra responsabilità dovuti ai cantieri, così come stiamo sperimentando diversi meccanismi di dialogo hi-tech coi mezzi pesanti, quali ad esempio la peasa dinamica. Tutte tecnologie che trai vari benefici si pongono l’obiettivo di decongestionare il traffico. Non da ultimo, stiamo investendo anche nella fase del post viaggio per aumentare l’automazione e ridurre i tempi nel dialogo coi clienti per la gestione dei pagamenti, dei rimborsi o semplicemente per l’assistenza post viaggio. L’autostrada del futuro sarà sempre più digitale, sicura e sostenibile, dove le persone potranno sperimentare il comfort del viaggio. Un’infrastruttura capace di dialogare con i veicoli, dove auto e rete saranno completamente interconnesse. Le nostre autostrade sono un campo di prova perfetto in cui l’innovazione diventa protagonista e le nuove tecnologie potranno essere applicate nella vita di tutti i giorni. Questo è il futuro che immaginiamo.