Caro direttore,
solo un artista – stavo dicendo un libero peccatore o battitore? – poteva affrontare una simile sfida: degustare, narrare la Commedia della vita di Silvio Berlusconi – Beato Lui – con prosa leggiadra e gioconda e solare, e con passo di danza.
Lui è Pietrangelo Buttafuoco, Beato Lui è Silvio Berlusconi: Beato Lui. Panegirico dell’Arcitaliano Silvio Berlusconi. “Come ha cambiato lui tutti, forse solo la minigonna di Mary Quant”. “La patria del melodramma ha trovato in Berlusconi, che è amico di tutti nemico di nessuno, il primo dei suoi amanti”.
Silvio è personaggio di una moderna, assai moderna Commedia dell’Arte: aneddoti veri o forse fallaci, forse immaginari o patafisici, lumeggiano il Beato Silvio, amante rigoroso della perfezione di ogni dettaglio.
“Silvio gode, infatti, il privilegio ambito da tanti: vivere la vita di Berlusconi”.
Come in una partitura musicale ricca di buone vibrazioni, il buon Buttafuoco – con ininterrotta ironia e fluido panegirico – leviga la saga e le avventure sterminate del Beato Silvio.
“Un vivere di luminescenza e fotogenia è quello di Berlusconi”.
Una vita come opera d’arte, non sempre impeccabile, direbbe un nostro postero.
“Come re Mida che tutto tocca per farne oro, così Silvio Berlusconi, avvoltolato nel suo accappatoio, fa favola di tutto ciò che incontra”.
Il Beato Silvio è storia, costume, spettacolo, sport, immaginario, carisma, attore che assomiglia a tutti gli uomini, ma alla fine è solo Lui: un grande Arcitaliano.
Così è, se vi pare.
Antonio de Grazia