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A che punto è il piano Ue per le munizioni all’Ucraina?

I Paesi membri stanno risolvendo le specifiche legali sulla parte relativa agli acquisti comuni del piano Ue per inviare 1 milione di munizioni in Ucraina. Tutti i dettagli

 

Il piano dell’Ue per l’acquisto di munizioni da inviare in Ucraina incontra i primi ostacoli.

Lo scorso 20 marzo diciotto paesi membri dell’Ue hanno siglato l’accordo di progetto dell’Agenzia europea per la difesa (Eda) per l’approvvigionamento di munizioni da inviare all’Ucraina e ricostituire le scorte nazionali degli Stati membri.

Il piano prevede l’utilizzo di 2 miliardi di euro da un fondo congiunto, l’European Peace Facility (EPF), e arriva in risposta alle richieste di Kiev per proiettili da 155 mm e altre forniture di artiglieria richiesti dall’Ucraina per difendersi dall’offensiva russa.

Dunque, secondo il piano concordato a Bruxelles, 1 miliardo di euro sarà utilizzato per la consegna immediata di munizioni provenienti da scorte esistenti o ordini già approvati. Un altro miliardo di euro sarà utilizzato per sottoscrivere acquisti congiunti di nuove munizioni per l’Ucraina fino alla fine di settembre.

Ed è proprio su questa seconda parte che il piano incontra i primi nodi da sciogliere.

“Se il mese scorso gli Stati membri hanno concordato di procurarsi congiuntamente munizioni per l’Ucraina, non hanno ancora deciso i dettagli legali, come ad esempio a chi dovrebbero essere assegnati i contratti”, segnala Euractiv.

Gli ambasciatori presso l’Ue si sono incontrati il 5 aprile per discutere la questione, ma non sono riusciti a compiere progressi significativi su una delle questioni chiave, secondo diversi diplomatici a conoscenza dei negoziati, riporta Politico.

Tuttavia, diplomatici e funzionari — sottolinea Reuters — hanno espresso fiducia che i paesi dell’Ue finalizzeranno un accordo dopo le vacanze di Pasqua.

Tutti i dettagli.

I NODI DA SCIOGLIERE PER L’APPROVVIGIONAMENTO DI MUNIZIONI

Secondo i resoconti dei media, gli ambasciatori dell’Ue si sono incontrati mercoledì per discutere i dettagli legali del piano di approvvigionamento di munizioni ma non sono riusciti a finalizzare i dettagli legali anche per la seconda parte del piano, che prevede che Bruxelles utilizzerà un altro miliardo di euro per ordinare proiettili da 155 millimetri per l’Ucraina come parte di appalti congiunti per stimolare le imprese ad aumentare la produzione interna.

LA FRANCIA SPINGE PER UNA CLAUSOLA BUY EUROPEAN

In particolare, gli Stati membri devono ancora concordare se i contratti di approvvigionamento di munizioni andranno esclusivamente alle società dell’Ue (e come definirli legalmente) o saranno aperti a produttori esterni.

La Francia sta spingendo affinché i soldi rimangano all’interno dei confini dell’Ue esortando una clausola “Buy european”, riferiscono fonti diplomatiche. Anche la Grecia e Cipro hanno sostenuto Parigi, una mossa che secondo alcuni diplomatici è legata al loro desiderio di evitare contratti con produttori turchi, rivela Politico.

IL TOUR DELLA DIFESA DI BRETON PER CAPIRE LA CAPACITÀ PRODUTTIVA DELL’INDUSTRIA EUROPEA

Oltre alla questione della definizione degli appalti, ci sono preoccupazioni che l’industria della difesa dell’Ue non abbia la capacità di produrre rapidamente la quantità desiderata di proiettili.

Ciò è dovuto in parte anche al fatto che le informazioni sull’attuale volume delle scorte di munizioni dei singoli Stati membri dell’UE sono considerate riservate e raramente condivise pubblicamente, ricorda Euractiv. Gli Stati membri si aspettano che la Commissione europea presenti un quadro più chiaro della capacità produttiva esistente all’interno dell’Ue prima di approvare il testo legale.

Nelle ultime settimane il commissario per il mercato interno Thierry Breton ha intrapreso un tour dei Stati membri dell’Ue dove ha visitato i loro siti industriali. Breton ha affermato che con le sue visite intende “capire come aumentare le capacità nei piani, valutare la loro credibilità e quindi assicurarsi che saremo in grado di fornire supporto finanziario e anche supporto logistico per aumentare la capacità dell’Ue di produrre ciò che è necessario per l’Europa”.

Ma i problemi di produzione tra cui la carenza di materie rischia di vanificare l’intento europeo. Le scarse forniture di polvere da sparo e tritolo ritarderanno il passaggio alla “produzione bellica su larga scala”, secondo i rappresentanti dell’industria della difesa ripresi dal Financial Times. (Qui l’approfondimento di Startmag sul perché gli Stati dell’Ue hanno un grosso problema di munizioni).

Entro la fine del mese Bruxelles dovrebbe quindi presentare una proposta per la terza traccia del piano. Quest’ultima ha lo scopo di esplorare i modi per aumentare la capacità dell’Europa di fabbricare le armi e le munizioni necessarie che sarebbero necessarie a lungo termine.

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