Con l’uscita di scena del petrolio russo dal mercato europeo a causa delle imminenti sanzioni assisteremo, spiega Reuters, a uno dei più grandi rimescolamenti dei flussi energetici della storia recente, con un reindirizzamento di milioni di barili ad altre destinazioni che provocherà serie difficoltà al comparto dello shipping.
L’embargo
Il bando alle importazioni del petrolio russo nell’Ue entrerà in vigore il 5 dicembre, quello sui prodotti derivati il 5 febbraio. Il G7 ha introdotto un price cap che, se impedirà ai prezzi di impennarsi, continuerà a rendere accessibile ad altri Paesi il greggio russo.
Le nuove destinazioni del petrolio russo
Secondo il CEO di Vitol, Russell Hardy, il petrolio russo sarà reindirizzato in Asia e in Medio Oriente, mentre, a causa dei cambiamenti nei flussi globali, la produzione dell’Asia prenderà la via dell’Europa
Problemi per il comparto shipping
Saranno 2 i milioni di barili al giorno, cui va aggiunto 1 milione di barili di prodotti derivati, a transitare dalla Russia fuori dall’Europa, in uno sforzo che, a detta del Global Head of Research di Vitol, Giovanni Serio, metterà a dura prova il settore dello shipping.
Infatti, se il viaggio medio per le esportazioni russe in Europa dura sette giorni quello per raggiungere le destinazioni asiatiche può toccare i 21 giorni. Questo, osserva Serio, corrisponde a un incremento di circa il 3% dell’attività di shipping misurata in tonnellate per miglio.
Un altro problema per il comparto deriva dalla carenza delle navi Aframax necessarie per caricare il petrolio dai porti russi. Secondo Serio il numero di queste navi dovrà necessariamente aumentare di circa il 10%, ossia di 70 unità.
Ulteriori problemi sorgeranno dalle sanzioni stesse che impediscono alle Società di navigazione, alle Compagnie di assicurazione e ai fornitori di servizi finanziari europei di essere coinvolti nel commercio del petrolio russo verso altre regioni.
Nessun problema di acquirenti
Un ultimo ostacolo è dato dal fatto che alcuni Paesi potrebbero considerare politicamente inopportune le importazioni di greggio russo.
Ma non è prevista comunque una scarsità di acquirenti. Come ha dichiarato a Reuters Triharyo Soesilo, consigliere del ministro dell’Energia e delle Risorse minerarie dell’Indonesia, proprio in questi giorni la Compagnia energetica statale indonesiana Pertamina sta considerando di acquistare petrolio dalla Russia e sta dunque studiando come adattare questo greggio al suo sistema di raffinerie oltre che al suo meccanismo di pagamenti.