Caro energia, inflazione e aumento dei prezzi delle materie prime sono solo alcune delle emergenze che mettono a rischio la sopravvivenza di molte aziende farmaceutiche e, di conseguenza, anche la disponibilità di certi medicinali.
A lanciare l’allarme è stato il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, il quale, dopo aver definito “grave” la situazione, ha chiesto l’intervento del governo per superare la crisi già in corso prevedendo più fondi per la spesa farmaceutica nella nuova legge di bilancio.
LE CAUSE DELLA CRISI NEL SETTORE FARMACEUTICO
Il caro energia, al centro del dibattito elettorale, non è l’unica causa della preoccupante crisi che sta colpendo numerose aziende farmaceutiche. Come ha spiegato Cattani all’Ansa, queste “stanno affrontando non solo l’incremento del costo di energia e gas ma anche un aumento delle materie prime e dei costi del packaging, unite all’inflazione e alla svalutazione dell’euro [scivolato questa mattina ai minimi da 20 anni sul dollaro, ndr]”.
“Tutto questo – ha affermato il numero uno di Farmindustria – sta diventando insostenibile, visto che queste non scaricano sui cittadini gli aumenti dei costi sostenuti”.
I RINCARI…
Cattani ha poi tradotto in numeri questi aumenti. Infatti, ricorda Ansa, oltre agli incrementi del 600% dell’energia e del gas e l’inflazione, arrivata all’8,4%, anche gli aumenti del packaging, ovvero di carta e vetro necessari al confezionamento dei medicinali, sono “cresciuti del 50% in un anno”.
“Anche i principi attivi dei farmaci – ha aggiunto Cattani – sono aumentati del 50% e in Europa arrivano per l’80% da Cina e India, dove li paghiamo in dollari, con un ulteriore impatto negativo per via della svalutazione dell’euro. La domanda inoltre è incrementata e difficile da soddisfare, c’è difficoltà di reperimento”.
…E I PREZZI DEI FARMACI
Inoltre, come anticipato prima da Cattani, le aziende farmaceutiche, a differenza di altre, non scaricano questi costi “a valle sul consumatore” perché il prezzo dei medicinali rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale è negoziato con l’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa). E anzi, “per effetto delle rinegoziazioni i prezzi sono stati ridotti nell’ultimo anno dell’1%”.
“Questo – ha sottolineato Cattani – significa che a breve le aziende non saranno più in grado di ammortizzare i costi e molte sono a rischio di chiusura con conseguenti problemi di carenze di prodotti”.
L’APPELLO AL GOVERNO
Il presidente di Farmindustria, dunque, ha lanciato un appello alla politica e ricordato che negli ultimi 5 anni “la spesa farmaceutica pubblica è cresciuta dell’1% circa, non solo meno del totale di quella sanitaria (+2,9%), ma soprattutto meno di tutte le altre voci di spesa pubblica. E, in percentuale al Pil è costante, mentre il totale della spesa pubblica è cresciuta da 49% a 56%”.
“Il governo – ha detto Cattani all’agenzia di stampa – intervenga immediatamente e nella nuova legge di bilancio si prevedano più risorse sulla spesa farmaceutica, perché abbiamo visto con la pandemia Covid come i soldi spesi in salute non possono esser considerati come un costo da tagliare”.
LE PROPOSTE DI FARMINDUSTRIA
Secondo Cattani è indispensabile “capire come ottimizzare le risorse sottoutilizzate”: per esempio, “ci sono ancora avanzi previsti nella spesa convenzionata e nei fondi dedicati ai farmaci innovativi (nel 2021 gli avanzi sono di 800 milioni, nel 2022 oltre 900 e nel 2023 supereranno 1 miliardo) che non consentono di impiegare tutte le risorse stanziate a questo scopo”.
LA RISPOSTA DI SPERANZA AL CARO ENERGIA
E sul caro energia che sta ovviamente colpendo anche strutture come gli ospedali è intervenuto proprio oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale ha dichiarato che “già in questa settimana ci sarà un intervento del governo ancora per calmierare i costi”.
“Già a luglio abbiamo dato 1 miliardo in più non strutturale alle Regioni per coprire ulteriori spese Covid e il costo dell’impatto energetico”, ha ricordato il ministro sottolineando che il problema riguarda “gli ospedali, ma anche famiglie, imprese e tutti: la bolletta energetica è cresciuta in maniera insostenibile e questo rischia di mettere le nostre imprese e le nostre famiglie in difficoltà”.