Boom di investimenti nel settore della lingerie. Anche la biancheria intima si evolve e diventa sempre più attenta alla salute delle persone tanto che, negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (Fda) ha approvato la commercializzazione di un tipo di slip in lattice, usa e getta, dell’azienda Lorals come metodo di protezione dalle malattie che si possono trasmettere durante il sesso orale.
UNA PRIMA ASSOLUTA
È la prima volta che un capo di biancheria intima, seppur monouso, riceve una simile autorizzazione dall’agenzia governativa statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
COME SONO FATTI GLI SLIP
Melanie Cristol, fondatrice di Lorals, ha raccontato al New York Times che questo particolare tipo di slip, oltre a essere aromatizzato alla vaniglia è molto sottile ed elastico. Secondo quanto riferito da un utente al quotidiano è “come se si stesse mangiando un biscotto”.
Sono realizzati in lattice, lo stesso materiale dei preservativi, e forniscono una barriera fisica protettiva. Lorals assicura che si tratta di un prodotto superiore rispetto all’unica altra opzione esistente sul mercato e sempre autorizzata dalla Fda: il dental dam. Questo dispositivo, infatti, non essendo particolarmente comodo e facile da usare sembrerebbe non riscuotere grande successo.
COSTO E AVVERTENZE
Gli slip di Lorals sono disponibili in una confezione da quattro in diversi modelli al costo di 25 dollari.
La Fda ha concesso l’autorizzazione al commercio seguendo la stessa procedura adottata per i preservativi, ovvero valutando la documentazione presentata dall’azienda su spessore, elasticità, resistenza e altre caratteristiche del prodotto.
Ma attenzione, pur essendo efficace come metodo di protezione dalle malattie trasmissibili durante il sesso orale, non è un contraccettivo e non può quindi essere usato per prevenire una gravidanza.
Inoltre, secondo alcuni esperti intervistati dal Nyt, sebbene si tratti di una buona notizia, sono necessarie ulteriori informazioni sanitarie e l’analisi di dati “dal mondo reale” per confermarne l’effettiva capacità di protezione.
BOOM DI INVESTIMENTI NELLA LINGERIE
Ma gli slip di Lorals sono solo l’ultima novità in un settore, quello della lingerie, che sta vivendo un’impennata di investimenti e innovazione. Infatti, come riferisce Quartz che cita i dati di Crunchbase, i marchi di biancheria intima sostenuti da venture capital hanno raccolto 457 milioni di dollari solo nel 2021, la cifra più alta degli ultimi cinque anni.
I NUMERI DELL’INTIMO
Secondo il rapporto Intimate Wear Market pubblicato da Allied Market Research, il mercato globale dell’abbigliamento intimo dovrebbe generare 325,36 miliardi di dollari entro il 2025, con una crescita dell’8,1% dal 2018 al 2025.
Con 61 miliardi di dollari, riferisce Quartz, l’Asia è il mercato della lingerie in più rapida crescita.
INNOVAZIONE E INCLUSIVITÀ
Se perfino gli angeli bellissimi e perfetti di Victoria’s Secret (in cui pochissime persone potevano identificarsi) sono diventati un po’ più “umani” è segno che l’intimo sta vivendo una nuova era.
I brand hanno infatti capito che per avvicinare nuovi consumatori (e investitori) è necessario puntare su innovazione e inclusività.
Tra gli esempi riportati anche da Quartz, il brand Thinx, noto per i suoi slip riutilizzabili pensati per il ciclo mestruale che oltre a essere una novità stanno contribuendo a normalizzare argomenti talvolta considerati ancora tabù grazie a campagne di marketing intelligenti.
Savage by Fenty di Rihanna (lanciata nel 2018 e valutata 1 miliardo di dollari tre anni dopo ha aumentato del 200% i ricavi dal 2019 al 2020) propone un’ampia gamma di taglie e Slick Chicks sta producendo biancheria intima con chiusura laterale per meglio adattarsi alle persone con problemi di mobilità.
Ma anche Adidas, pur essendo un brand sportivo, ha realizzato una nuova collezione di reggiseni progettati con scienziati per sostenere adeguatamente il seno.
DIMMI CHE INTIMO PORTI E TI DIRÒ COME VA L’ECONOMIA
Come confermato da tutte queste iniziative e novità, la biancheria è una cosa seria. Così seria che anche l’economia controlla se e quante mutande comprano gli uomini in chiave predittiva.
Il Men’s underwear index, letteralmente l’indice dell’intimo maschile, è infatti un indice economico che si pensa possa rilevare l’inizio di una crisi o di una ripresa economica. Come ricorda la Cnn, le vendite di biancheria intima maschile negli Stati Uniti sono significativamente diminuite dal 2007 al 2009, durante la Grande Recessione, ma hanno ripreso vigore nel 2010 con la ripresa dell’economia. Solo coincidenza?