E’ iniziata la scuola per molti, ma ancora non per tutti.
La cosa che da madre è mancata di più é il profumo dentro lo zaino del nuovo: fogli, cartellette, compassi e goniometri, matite colorate, copertine rosse e blu, diari.
La gomma che perdono sempre tutti e la colla stick. Rotonda, grossa, e rossa, con il nome scritto sull’etichetta e protetto con lo scotch trasparente così non si stacca più, perché sono tutte uguali, un attimo scambiarsele. Il materiale nuovo per ora non si porta a scuola, non si sa ancora se si può lasciare lì, tanto per ora con un astuccio e qualche foglio si riesce a combinare qualcosa.
La cosa che è mancata di più ai bambini è credo l’abitudine di entrare dallo stesso portone e dallo stesso atrio, di ritrovare la stessa classe dopo l’estate, con le tre finestre in alto e i disegni dell’anno prima.
Alcune classi numerose o troppo numerose per stare in aule piccole sono state divise in due, i rossi e i blu. Qualcuno ha sofferto perché l’amico era di là e l’amica perché non è più con me, ma vediamo, magari a dicembre sarà tutto finito e si torna amici come prima.
Al banco la mascherina si può togliere comunque, se si sta fermi lì e si rispetta la distanza con gli altri.
Ai ragazzi delle medie pare sia mancata la libertà di alzarsi, di muoversi, di sfiorarsi. Vanno rispettate le regole “sennò ci sospendono”. D’altra parte a quell’età o si minaccia pesante o chi ti ascolta.
Alcuni licei hanno invece diviso le giornate, alcuni giorni in presenza, altri no.
Tutto sommato torna comodo ogni tanto non prendere il tram per seguire la lezione, ma gli occhi, sopra la mascherina, sono più interessanti così, di quando li vedi annegati in tutto il viso.
Comunque vada è un successo essere ripartiti, anche se “così”, con genitori preoccupati di non aver capito bene il numero civico della nuova entrata, quelli che disperati perché non sapevano cosa dovevano mettere nello zaino, quelli che oddio che trauma!
Ricorderanno questi alunni del 2020 un anno così? Molto probabile. E l’anno prossimo saranno tre volte più felici di un inizio scuola normale.
Per quanto mi sforzi di pensare che un po’ di ossessione per le mani lavate non fa niente male, la mancanza di libertà, quella di spingersi e far cadere qualcuno, quella di appoggiare il braccio sulla spalla del vicino dicendogli i segreti, sulla tomba del cane di Napoleone nel parco, o sulle ghiande nascoste alla casa di legno, fingendosi piccoli uomini, quella mancherà.
Si guarderanno per sempre con sospetto, questi 7, 8, 9enni? Dodicenni? Sedicenni? Si sentiranno normali a non toccarsi? A non abbracciarsi? A non baciarsi?
Ma no, ci si abitua in fretta alla costrizione e ci si riabitua proprio subito alla libertà.