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Marco Trivelli, chi sarà il nuovo numero uno della Sanità in Lombardia

 

Sarà Marco Trivelli il nuovo direttore generale della Sanità in Lombardia.

La decisione è stata presa dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana (Lega).

Scrive il Corriere della Sera: “Luigi Cajazzo, 51 anni, l’ex poliziotto della Mobile di Lecco seduto sulla poltrona di direttore generale dal maggio 2018, viene spostato. È una decisione che segna la volontà di un cambio di passo nella regione più colpita dal Covid-19 (e dalle polemiche). Al timone arriva Marco Trivelli, 56 anni, manager storico della Sanità lombarda, con esperienza in grandi ospedali come il Niguarda di Milano e dal 2018 i Civili di Brescia. È un volto della scuola ciellina cresciuta nel ventennio di Roberto Formigoni e del dg Carlo Lucchina”.

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CHI E’ TRIVELLI, CV TRATTO DAL SITO DEL MEETING DI RIMINI:

Direttore Generale degli Spedali Civili. Si tratta di Marco Trivelli, che negli ultimi sette anni è stato ai vertici dell’ospedale Niguarda di Milano.

Maturità classica, laureato in Economia Aziendale alla Bocconi nel 1989, ha una esperienza pluridecennale nel mondo della sanità e della pubblica amministrazione.

Ha inizialmente svolto attività di consulenza indirizzata ad aziende private e alla pubblica amministrazione con società quali Consulting Team, Coopers & Lybrand Consulenti di Direzione, Consiel. Dopo queste esperienze, dagli anni 2000 ha assunto incarichi dirigenziali nell’area economico-finanziaria presso strutture sanitarie accreditate e presso Regione Lombardia. In particolare, area di interesse è stata la programmazione delle risorse finanziarie per la Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia.

Dal 2006 al 2012 è stato Direttore Amministrativo presso l’Ospedale Niguarda, poi al per un anno al Sacco di Milano. Infine dal 2013 è stato prima Commissario Straordinario e quindi Direttore Generale dell’Ospedale Niguarda, poi ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda.

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TRIVELLI SECONDO TRIVELLI, ARTICOLO PUBBLICATO QUANDO A FINE 2018 FU NOMINATO AL VERTICE DEGLI SPEDALI CIVILI:

Maturità classica, laureato in Economia Aziendale alla Bocconi nel 1989, ha una esperienza pluridecennale nel mondo della sanità e della pubblica amministrazione.

Ha inizialmente svolto attività di consulenza indirizzata ad aziende private e alla pubblica amministrazione con società quali Consulting Team, Coopers & Lybrand Consulenti di Direzione, Consiel. Dopo queste esperienze, dagli anni 2000 ha assunto incarichi dirigenziali nell’area economico-finanziaria presso strutture sanitarie accreditate e presso Regione Lombardia. In particolare, area di interesse è stata la programmazione delle risorse finanziarie per la Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia.

Dal 2006 al 2012 è stato Direttore Amministrativo presso l’Ospedale Niguarda, poi al per un anno al Sacco di Milano. Infine dal 2013 è stato prima Commissario Straordinario e quindi Direttore Generale dell’Ospedale Niguarda, poi ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda.

Leggiamo dalla sua pagina del Niguarda: “Durante la mia attività professionale ho svolto anche diversi incarichi consulenziali nel settore sanità, collaborando a progetti di introduzione della contabilità economico-patrimoniale, all’assistenza nella progettazione e nell’avviamento dell’informatizzazione dei servizi amministrativi aziendali (area bilancio, provveditorato, magazzini farmaceutici ed economati, ufficio tecnico e patrimonio) presso: Regione Friuli-Venezia Giulia, Regione Calabria, Provincia Autonoma di Bolzano, Azienda Sanitaria ‘Roma C’.”

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SULLE PROSSIME MOSSE DELLA REGIONE:

Le sfide sono complesse. Prima tra tutte, recuperare il rapporto con i medici di famiglia logorato da anni ma che s’è aggravato durante la pandemia: non c’è dubbio che la sorveglianza epidemiologica sul territorio abbia fatto acqua contribuendo alla diffusione dei contagi. Il governatore Fontana, in un’intervista al Corriere, due giorni fa, ammetteva: «Volete un mea culpa? Forse negli ultimi anni abbiamo trascurato i medici di famiglia. A settembre lanceremo un piano d’azione a loro dedicato. Sono il primo presidio sanitario delle nostre comunità, lo renderemo più forte». Di certo Trivelli dovrà essere il fautore di questa linea. Altro fronte, non meno delicato: attualizzare il modello di funzionamento delle Rsa, dove il virus è dilagato con un numero spaventoso di decessi (quasi 1.300 solo a Milano). E chissà se Trivelli sarà in grado di ridare una nuova immagine a una macchina organizzativa che, pur tra mille sforzi, è uscita ammaccata dall’emergenza Covid-19. Tra le difficoltà sui tamponi, l’operazione-boomerang dell’ospedale in Fiera (costato 21 milioni di donazioni dei cittadini e da quattro giorni a pazienti 0) e il rapporto con la Sanità privata da rimettere al passo con i tempi.

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