skip to Main Content

Dati Twitter

Perché Twitter ha bandito Trump e cosa farà ora The Donald

Donald Trump è stato bandito definitivamente da Twitter. Come il gruppo capeggiato da Dorsey ha motivato la decisione e come ha reagito Trump. Tutti i dettagli

(Estratto di un punto pubblicato dall’agenzia Agi; qui la versione integrale)

TWITTER BANNA TRUMP

Donald Trump è stato bandito definitivamente da Twitter, che ha prima chiuso il suo profilo privato e poi ha sospeso quello presidenziale. Il magnate, che aveva nel social di Jack Dorsey il suo canale digitale preferito per rivolgersi ai suoi, grida alla lesione della libertà d’espressione e valuta la creazione di una piattaforma tutta sua.

CHE COSA HANNO DECISO FACEBOOK, INSTAGRAM, SNAPCHAT E TWITCH

Già altre piattaforme – Facebook, Instagram, SnapChat e Twitch – avevano sospeso nei giorni scorsi il profilo di Trump a tempo indeterminato. Nessuno di questi blocchi è pero’ significativo come quello attuato da Twitter, la rete sociale favorita di Trump, un account da cui ha inviato più di 55mila messaggi in 11 anni e che contava 89 milioni di follower.

LA SPIEGAZIONE DI TWITTER SU TRUMP

L’azienda di San Francisco ha spiegato la sua decisione evocando i rischi di “nuove istigazioni alla violenza”, due giorni dopo i disordini dei sostenitori di Trump che hanno invaso il Campidoglio per diverse ore. “Le nostre regole di interesse pubblico esistono per consentire alle persone di ascoltare direttamente ciò che i funzionari eletti e i leader politici hanno da dire”, ha aggiunto la società, “tuttavia, abbiamo chiarito per anni che questi account non sono completamente al di sopra delle nostre regole e che non possono utilizzare Twitter per incitare alla violenza, tra le altre cose”.

GLI ULTIMI TWEET DI TRUMP

Sono stati i due ultimi tweet del presidente a innescare la decisione di rimuovere definitivamente l’account di Trump. Nel primo il magnate prometteva che “i 75 milioni grandi patrioti americani” che lo hanno votato “avranno una VOCE DA GIGANTE in futuro”; nel secondo, annunciava che non sarebbe andato “all’inaugurazione del 20 gennaio”, l’insediamento del presidente eletto Joe Biden.

CHE COSA HA DETTO TWITTER SU TRUMP

Twitter ha spiegato che l’annuncio di Trump potesse essere “ricevuto da molti dei suoi seguaci come una conferma che le elezioni non sono state legittime e come un’inversione del suo precedente impegno” per una “transizione ordinata” il 20 gennaio. Inoltre, quel tweet “può anche servire da incoraggiamento a coloro che potrebbero considerare atti violenti (mettendo in chiaro) che l’inaugurazione sarebbe un obiettivo ‘sicuro’, perché (Trump) non parteciperà”. Non solo: “L’uso delle parole ‘patrioti americani’ per descrivere alcuni dei loro seguaci viene anche interpretato (in rete) come sostegno a coloro che hanno commesso atti violenti a Capitol Hill”. Infine, la promessa che i suoi seguaci avranno una “VOCE GIGANTE in futuro” potrebbe essere interpretato come un segno che Trump “non intende facilitare “un’ordinata transizione” ma continuare” a sostenere, responsabilizzare e proteggere coloro che credono di aver vinto le elezioni”.

LE TENSIONI FRA TRUMP E TWITTER

La reazione di Trump e’ arrivata inizialmente dall’account Twitter ufficiale del presidente degli Stati Uniti, @POTUS (che il 20 gennaio passera’ al presidente eletto, Joe Biden e verranno eliminati i suoi attuali follower 33, 4 milioni): Trump ha adombrato la possibilità di costruire la sua propria piattaforma “in futuro” e si e’ scagliato contro Twitter. Ma i tweet sono stati rimossi non appena sono stati pubblicati. E a quel punto e’ stata la Casa Bianca a diffondere il suo messaggio in un comunicato, in cui accusava il social network di “zittire” lui e i suoi elettori e di essere uno strumento della “sinistra radicale”. Reagendo al ‘bavaglio’, Jason Miller, consigliere della campagna del presidente, a quel punto ha denunciato su Twitter quel che stava accadendo: “Disgustoso… Se non pensi che possa essere tu il prossimo, ti sbagli”.

LA SOSPENSIONE DI MERCOLED’ SCORSO

Mercoledì, Twitter aveva sospeso l’account di Trump per 12 ore, dopo che il presidente aveva giustificato in un tweet l’assalto al Campidoglio; Twitter aveva in seguito restituito il suo account a Trump, ma lo aveva avvertito che “qualsiasi ulteriore violazione” delle sue regole avrebbe comportato una sospensione permanente anche perche’ si erano gia’ cominciate a diffondere, dentro e fuori Twitter, “piani per future proteste armate, inclusa una proposta per un attacco al Campidoglio il 17 gennaio”.

LA MISURA STRAORDINARIA

Quella adottata da Twitter è una misura straordinaria: per anni il social network ha rifiutato di censurare i tweet di Trump considerando che fossero di interesse pubblico dato il suo status di presidente; ma recentemente aveva cominciato ad etichettarli con ‘allerta’, se contraddicevano fatti o dati ufficiali, soprattutto per quanto riguarda i risultati delle elezioni di novembre. Sullo sfondo c’e’ tutto il problema del proliferare del ruolo di QAnon e delle teorie cospirative che hanno permesso di diffondere l’idea dei presunti brogli del voto di novembre. Non a caso, la sospensione dell’account di Trump e’ arrivata poche ore dopo che Twitter aveva rimosso i profili sul social network di molti dei suoi alleati, che avevano promosso la teoria del complotto di QAnon: in particolare, gli account dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, Michael Flynn, dell’ex avvocato del presidente Sidney Powell e dell’amministratore di 8kun (ex 8chan), Ron Watkins.

(Estratto di un punto pubblicato dall’agenzia Agi; qui la versione integrale)

Back To Top